L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 24 novembre 2011

Una cura per lo stress post-traumatico da crisi


Satvat - Alchimia metropolitana - Acrilico su tela
 Un effetto collaterale e non trascurabile dell'attuale crisi economica è certamente quello della depressione psicologica. La decadenza dell'intero schema di riferimento socio-economico abbatte ogni sicurezza, rendendo inattuale ogni prospettiva logica dello sviluppo. Sappiamo che nulla sarà più come prima: tutto quello che si dava per scontato – e su cui ci si appoggiava – sta franando, ma non si hanno né idee né risorse per agire concretamente verso un cambiamento positivo. Nonostante tutti i sacrifici imposti, non si potrà tornare indietro, e il futuro ci viene forzosamente strappato di mano. Improvvisamente ci siamo accorti che siamo stati espropriati da ogni capacità decisionale, che la vita che abbiamo vissuto e stiamo vivendo è il risultato delle scelte verticistiche e spietate di un potere su cui non abbiamo alcun controllo. Lasciando da parte tutte le considerazioni politiche, vorrei si riflettesse sul fatto che stiamo accusando  in modo generalizzato chiari sintomi di stress post-traumatico: depressione, stanchezza cronica, irritabilità, difficoltà di concentrazione, ansia per ogni minima cosa, chiusura in se stessi. 

Tutto ciò non dev'essere trascurato, non solo perché ci rende tanto infelici ma anche perché così ci si impoverisce di forza vitale, in una situazione che invece richiede un acume di consapevolezza e di creatività. Siamo tuttavia pronti a reagire, non ad agire, e in tal modo si naufraga nel senso di impotenza, non essendo in grado di cogliere ed inventare nuove opportunità. Credo sia fondamentale – prima ancora di tentare di aggiustare la situazione esteriore – che ci prendiamo cura della nostra situazione interiore, ribilanciando le nostre energie e trovando delle aree meditative in cui rinfrancarci. Non ho dubbi che un nuovo mondo ed un nuovo stile di vita potranno venire solo dall'attitudine creativa di un uomo nuovo, che abbia sanato i suoi conflitti ed abbia attivato il motore spirituale delle energie interiori; dobbiamo essere in pace per manifestarci in un mondo di pace, e dobbiamo divenire creativi per gettare le basi di uno sviluppo radicalmente innovativo. Per non perderci – in molti casi per non schiantarci – in un momento tanto ostico e delicato, possiamo riscoprire ed utilizzare le nostre facoltà naturali, in particolare riconnettendoci al nostro potenziale creativo, iniziando a praticare una qualche forma di espressione artistica, ed anche avvalendoci dell'arteterapia. 

La creatività ci aiuta a riconoscerci in ciò che realmente siamo, riscoprendo i nostri talenti dimenticati che ci aiutano a ritrovare l'autostima e la capacità di agire in modo responsabile e originale; inoltre ci proietta in un tempo "altro", in cui stacchiamo la spina dalle preoccupazioni quotidiane, permettendoci di ricaricarci nell'intimo contatto con l'energia vivente della Vita. Non sono vane parole, come ha ampiamente dimostrato l'arteterapia nel corso del trattamento psicologico anche di stati traumatici gravi, ad esempio in relazione a situazioni di perdita, di abuso e di malattia. Come ha scritto l'arteterapeuta Cathy A. Malchiodi: "Facendo arte le persone si sottraggono alla presenza della malattia, dimenticando il loro stato fisico e aprendosi a esperienze diverse. Inoltre, come ci dicono molti pazienti conversando sul valore del processo artistico, l'arte è un'esperienza che offre una forma di trascendenza: quando sono impegnati in quell'attività spesso si elevano al di sopra della malattia, vincono il dolore e superano angosce e paure".
Chiaramente questo è vero in ogni caso di malessere, anche quello contemporaneo  e socialmente condiviso che è portato dalla crisi. In definitiva dovremmo comprendere che siamo noi stessi la nostra maggiore risorsa.

mercoledì 16 novembre 2011

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?


Si resta esterrefatti quando si osserva la povertà essenziale della cultura contemporanea. Ancor più quando ci si confronta con persone sensibili che si sono elevate dalle pastoie della mente di massa, per cui ci si aspetterebbe da loro una capacità di indagine che sia rispondente ad una comprensione effettiva ed originale della realtà. Anche quando mi trovo a dialogare con quelli che dovrebbero essere gli "addetti ai lavori" – intellettuali, artisti, insegnanti – ho spesso questa impressione di sconfortante mancanza, di perdita di direzione e significato. Non sappiamo più collocare noi stessi e il nostro agire, sembrando che ci siamo spersi in un limbo in cui ogni cosa viene passivamente accettata, in realtà subita, senza essere più in grado di esercitare la benché minima capacità critica, nel senso buono della parola. Intendo l'attitudine critica per riconoscere ciò che ci fa bene da ciò che invece ci danneggia, e che sa distinguere il vero dal falso, o l'effettivo dalla demagogia imperante del "come se". 

Satva - In cammino verso l'alba, acrilico su tela
 Ci si accomoda nel "niente va bene", rinunciando alla proposizione creativa che può scaturire dalle spinte interiori e salutari dell'anima. Si continua così a dare la propria adesione alle accanite menzogne, legittimate solo dalla ripetizione mediatica, sapendone nell'intimo la falsità a cui non ci si oppone, per indolenza più ancora che per convenienza; in ogni campo: nella politica e nella finanza, così come nell'arte e nella disposizione generale alla vita. Non ci si ribella, non si azzarda di essere autentici e consapevoli del punto in cui siamo, sognando tutt'ora - nonostante la più cocente disillusione - che le risposte possano giungerci dalle alte torri del potere che sta soffocando la nostra vita. Si potrebbe riconoscere che ogni forma della cultura umana è scaturita da tre domande fondamentali, che oggi sono state rimosse: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? 

Satvat - Rinascita, scultura in argento
 L'investigazione appassionata di "chi siamo?" ci pone l'urgenza di trovare un profondo senso di identità e di realtà, che ci ponga in connessione con le risorse intuitive e creative della nostra anima. Quando ci lasciamo espropriare di questa domanda essenziale, dimentichiamo il soggetto intorno al quale si dovrebbe sviluppare la nostra esperienza esistenziale, accettando lo status quo di un sistema massificato senza capire che siamo noi i creatori della nostra realtà. Allora veniamo estraniati da noi stessi, assumiamo passivamente la finzione del "come se" e viviamo emozioni e pensieri indotti, perpetrando schemi distruttivi. In tal modo la società non è il frutto di una cooperazione tra individui per il bene comune, ma una gabbia che ci imprigiona assecondando un volere verticistico che ci riduce a "cose" senz'anima, atte a produrre e a consumare. L'arte diventa mercato e moda, non più un veicolo potente dell'anima; non si è neppure in grado di sapere cosa sia l'arte, perché ogni riferimento animico è stato annullato. 
Comprendere "da dove veniamo?" ci inserisce nel vasto panorama dell'evoluzione umana, aiutandoci a trovare i nessi che chiariscono il punto in cui ci troviamo. A questo proposito, ricco di implicazioni, dirò solo che trovo sconfortante che la riflessione sulla storia dell'arte si mostri tanto incapace di legare organicamente le varie espressioni artistiche che si sono sviluppate nel tempo, le quali, se si riflette nell'anima, rivelano invece un chiarificante percorso di evoluzione intuitiva e creatrice, come ho descritto nel mio libro IL TAO DELLA PITTURA. 
Trascurando "chi siamo?" si perde il senso introspettivo di "da dove veniamo?," così tutto appare casuale, episodico, epidermicamente estetico (o reattivamente non-estetico) e ogni cosa viene fallacemente giustificata in una esteriorità privata del senso intrinseco. L'implosione non-creativa di "chi siamo?" ci impedisce la necessaria veggenza di "dove andiamo?" gettandoci in una crisi epocale che siamo effettivamente incapaci di gestire e superare. 
L'unica possibilità di salvezza? Tornare a noi stessi ri-animandoci: solo da questo potranno sgorgare una nuova dignità, delle nuove scelte, una nuova cooperazione, una nuova creatività, un nuovo benessere, una nuova arte a misura di un uomo nuovo, atta a rivelare e condividere le ispirazioni preziose della guida interiore.

martedì 8 novembre 2011

Georgia O'Keeffe

Georgia O'Keeffe, come disse lei stessa, ha semplicemente dipinto, senza farsi carico dell'opinione comune che le donne non fossero grandi pittrici. Seguendo con passione la propria via, dipingendo in modo squisitamente femminile, è diventata la più grande pittrice moderna statunitense. Vediamo ed appezziamo l'enfasi dei suoi colori morbidi, fatti di inflorescenze avvolte a pistilli eretti e tanto intriganti, cedendo alla magia sensuale - erotica - dell'apparenza; ma non dovremmo ingannarci: attraversando l'espansione dei sensi l'artista ha puntato a raggiungere il cuore del deserto. Ha adorato quella somma asciuttezza silenziosa, quella pace arcaica ed immutabile, quel calore interno che ritorna l'anima virginale, senza astuzie né rimpianti; l'ha fatto seguendo la Via umida, femminile, distillando quintessenza dalle materie grasse, emozionali, dell'immaginazione e della pittura.

Georgia O'Keeffe - Two calla lilies on pink, 1928


Credo che Georgia O'Keeffe abbia dipinto quei volumi carnalmente floreali per potersi innamorare, lei caratterialmente così ritirata: quelle immagini cariche di seduzione e languore le erano forse necessarie per accendere il fuoco di una combustione interna finalizzata all'ascesi. Calore nei sensi come il calore nel deserto che asciuga rendendo tutto all'essenzialità immutabile della pietra. L'artista lo sapeva in fondo all'anima, già prima degli inesausti pellegrinaggi nel deserto, già prima delle sue raccolte di sassi bruciati e di teschi animali calcinati dal sole. Hanno visto la complementarietà di vita e morte, nei fiori e nei teschi da lei dipinti; ma non vedete? Quel teschio biancheggiante a mezzo cielo è in verità il fiore più bello, perché non caduco; non è morto ma è più vivo dell'animale a cui era appartenuto, poiché si è battesimato nell'arsura sino a meritarsi una dimora celeste, come gli antichi eroi. Questo è, a mio parere, quello che Georgia O'Keeffe ha cercato, imparato ed insegnato, nella sua pittura quanto nella sua vita.

lunedì 7 novembre 2011

La pittura di Georgia O' Keeffe a Roma


Questa è la prima mostra che presenta in modo esauriente in Italia il lavoro di Georgia O'Keeffe, la più importante pittrice moderna americana. Un'attenta selezione delle opere, che mostrano un escursus completo sui temi e sulle diverse fasi dell'espressione creativa dell'artista, insieme ad una fantasiosa e sorprendente cura  espositiva, ne fanno una mostra intensa ed imperdibile.


Georgia O'Keefe - Summer Days, 1936



GEORGIA O'KEEFFE
4 OTTOBRE 2011 - 22 GENNAIO 2012
FONDAZIONE ROMA MUSEO
Palazzo Cipolla - Via del Corso, 320 - Roma

venerdì 4 novembre 2011

Alchimia creativa con l'animale totemico


Il prossimo seminario a ART&VITA - il 12 novembre - sarà dedicato all'esplorazione del tema del totemismo animale, mediante il disegno e la pittura. E' questo un campo particolarmente potente, che evoca le radici primeve dell'energia vitale. Durante il corso ognuno potrà rintracciare il proprio animale totemico, facendone un alleato prezioso per comprendere ed agire le sfide del vivere con maggior fierezza e potere. Praticando le opportunità dell'alchimia creativa, vedremo la nostra situazione da una prospettiva nuova, più naturale e liberata, ossia non gravata dal peso del passato e delle ingannevoli interpretazioni mentali. Assumendo con particolari esercizi i poteri del nostro genio animale - poteri di cui disponiamo naturalmente ma che normalmente non rivendichiamo - verificheremo un livello esistenziale più vitale e creativo, appropriandoci di validi strumenti operativi che potremo utilizzare in ogni occasione del vivere, per realizzare un'esistenza più soddisfacente ed energetica.

ALCHIMIA CREATIVA CON L'ANIMALE TOTEMICO
12 NOVEMBRE PRESSO ART&VITA
ISCRIZIONI ANCORA APERTE

Per informazioni e iscrizioni seguire il link SATVAT-CORSI


 
La nostra cultura - sprofondata nel materialismo - è semplicemente divenuta ignara della possibilità di utilizzare il genio animale per attivare le potenze latenti dell'Anima. Tuttavia gli animali appaiono spesso nei nostri sogni, venendo copiosamente indagati dalla psicanalisi; le loro raffigurazioni hanno anche popolato l'Arte Moderna, con significati esoterici ed una indomita vitalità eversiva. In generale, il recupero consapevole della virtualità energetica dell'animale totemico può essere un'avventura preziosa ed entusiasmante. Nel mio libro L'Artista Interiore ho presentato su questo un valido esercizio, mediante la pratica meditativa del disegno. A chi si sentisse ispirato dal tema, consiglierei anche di partecipare a qualche seminario di tipo sciamanico, piuttosto che limitarsi ad un studio meramente intellettuale.

Tratto dal libro di Satvat RIPRENDIAMOCI L'ANIMA! - in preparazione -