L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 29 marzo 2012

Una lezione di civiltà



I poeti e gli artisti che hanno manifestato in Grecia per la salvaguardia della cultura, hanno dato una lezione di civiltà. Soffocati dalla distruzione sistematica dell'arte, dal suo svuotamento di senso e dalla rimozione indifferente del pubblico, hanno giustamente ribadito che affamare l'anima procura danni ancora più gravi di quanti non scateni l'aggressione economica, perché l'individuo senza interiorità ed immaginazione è destinato a soccombere. Con la logica truffaldina di sempre, anzi peggiore, si continua a parlare di produttività e di numeri, sembra che il problema sia solo economico, mentre le banche e i soliti pochi, gli stessi che hanno strangolato l'economia, continuano a fare manbassa e la moltitudine viene ricattata con sacrifici inutili e feroci. Chi semina vento raccoglie tempesta, ed è l'imperativo del profitto e del consumo che ci ha portato a questo punto nell'infelicità, in una tempesta finanziaria che è un'idrovora che inghiotte le nostre vite. In tutto questo l'essere umano è vacante, mancanti le sue sane aspirazioni, il suo genio, il suo racconto profetico che può far crescere il futuro.

Nello stesso momento, nonostante la crisi, i negozi sono stati presi d'assalto per l'uscita sul mercato del nuovo tablet della Apple. Non è da questo evidente come il popolo condizionato continua a farsi manovrare dalla logica del finto progresso? Se nei negozi fossero state disponibili, invece dei tablet, delle testimonianze vibranti capaci di aprire il cuore e mostrare la vera bellezza dell'uomo e della vita, non ci sarebbe stato nessuno ad attenderle, nessuno avrebbe impegnato la sua totalità o almeno la sua attenzione. E questo lo sanno bene gli artisti, consacrati a qualcosa che non desta interesse nella massa espropriata di ogni attitudine alla verità. Sono scesi in piazza, in Grecia, per affermare con amore e fantasia che loro almeno non ci stanno, che non solo loro ma tutta l'umanità sta pagando un prezzo troppo salato. La distruzione della cultura è il male nascosto e rimosso, che non fa notizia se non come stranezza folcloristica; ma toglie nutrimento alla nostra anima già tanto fiaccata. 

Sono stati drasticamente tagliati i fondi alla cultura, in Italia già amministrati con una logica mafiosa. Il gatto e la volpe parlano di ammortizzatori sociali e di tutela del lavoro, ma chi produce cultura non viene nemmeno pensato, non ha diritti né alcuna tutela, e magari mentre è alla fame viene trattato pure come evasore fiscale, solo perché sfugge all'imperativo di produrre merce non essendo un ingranaggio passivo di questo fatiscente sistema del consumo. L'arte non è merce, è vero, ed è questa la sua grandezza; crea qualcosa di delicato e impalpabile che sussurra all'essere umano le ispirazioni profonde della Vita. Non produce cose che diverranno spazzatura inquinante, ma sogni che possono attecchire e germogliare nell'intimo dell'essere umano.

Durante la depressione e nel periodo dell'ultima guerra mondiale, in America gli artisti venivano aiutati pur con un magro sussidio che permise a loro di vivere e di creare. Non una grande cosa, ma permise all'arte americana, sino ad allora poco significativa, di svilupparsi sino ad imporsi sulla scena mondiale. Lo stesso accade tuttora in alcuni paesi, ad esempio in Germania. L'Italia detiene la maggior parte del patrimonio artistico mondiale, amministrato nel peggiore dei modi; potrebbe essere la nostra vera ricchezza e invece è un peso che si stenta a mantenere. Non c'è nessun programma statale né alcuna politica riguardo allo sviluppo artistico, e anzi le iniziative autonome degli artisti vengono boicottate; non si facilita per niente l'esposizione del loro lavoro, preferendo lasciare il campo ai pescecani imbonitori che speculano su coloro che creano arte. Ma bisogna dire che anche gli artisti restano a testa bassa, senza mostrarsi capaci di ribellione creativa e di autotutela, indifferenti a determinare una forza d'azione collettiva.

Per tutto questo, con la totalità del mio impegno per l'arte, sono risolutamente in piazza con gli artisti che in Grecia hanno deciso di farsi sentire.

giovedì 22 marzo 2012

L'insegnamento artistico

Satvat - Danzando liberamente sul labirinto - acrilico su tela

In un seminario sulla creatività, ci si dispone certamente ad imparare, ma l'apprendimento artistico, volgendosi all'anima, è radicalmente diverso da qualsiasi approccio mentale e scolastico che assume ed elabora una mole di informazioni, per determinare un sistema di abilità tecniche e di conoscenze. Si tratta piuttosto di disfare i blocchi che impediscono all'artista-bambino di riprendere a creare con gioia e spontaneità. Questo intendeva Picasso, dicendo che gli ci era voluta tutta la vita per imparare a disegnare come un bambino.
  
Dopo tanti anni di pratica e di ricerca, come meditatore ed artista, ho trovato che per essere puramente creativi c'è un unico semplice segreto: essere aperti all'ispirazione della Sorgente e pronti a scomparire. L'ego non può essere creativo, al massimo può "fare" esercitando una tecnica, ma ciò è ben diverso dall'autentica creazione. Rumi, Maestro sufi e poeta, ha detto una cosa bellissima: "Vendi le tue capacità e compra stupore". Ciò che è autenticamente creativo nasce dallo stupore, non è il prodotto di un saper fare. Il saper fare è legato al passato, è una ripetizione metodologica che è priva di vita, avulsa dalla fragranza del nuovo. Si possono imparare le tecniche dell'espressione artistica, ma il suo nume è un segreto dell'Anima che va meditato e pregato. Infatti il più profondo apprendimento dell'arte culmina nel riconoscimento, da parte dell'artista, della nullità essenziale della propria volontà e dell'esultanza che deriva dal seguire puramente il flusso. Effettivamente non si può insegnare né imparare ad essere artisti, perché lo siamo già naturalmente, anche se ci troviamo bloccati.

   Un insegnante capace condivide la ricchezza della propria passione, sostenendo l'allievo nel suo recupero creativo; gli mostra i saggi sortilegi dell'arte e lo aiuta ad affidarsi totalmente al potere spirituale e creativo dell'Artista Interiore, meditando nell'arte sino allo stupore. In altre parole, si tratta di togliere alla mente la pretesa di poter gestire l'energia creativa, perché da ciò possono venire solo cose senza vita, magari un quadro esteticamente ineccepibile ma spento e triste come un cadavere imbellettato. L'energia va ricondotta naturalmente al cuore, e poi nella pancia, nell'hara, in presa diretta con il potere grandioso della Sorgente. Questa è la cosa fondamentale, anche per il principiante, perché in tal modo ci si può affrancare dalla tensione ossessiva a raggiungere tecnicamente un alto standard qualitativo, che non può effettivamente verificarsi muovendosi in quella direzione. 

L'unico sforzo dell'artista, a cui vale la pena di dedicare il massimo impegno, deve essere quello di fluire in sintonia con la verità di se stesso e del momento. Dello spettacolo pirotecnico della creazione si occupa l'Artista Interiore, in quanto manifestazione diretta della Sorgente; tutto il resto, anche l'affinamento della capacità tecnica, viene magicamente da solo,  lungo un corso di esperienze entusiasmanti.

Tratto dal nuovo libro di Satvat RIPRENDIAMOCI L'ANIMA, in corso di pubblicazione

sabato 17 marzo 2012

OLTRE CONFINE n. 4

Sul nuovo numero della rivista Oltre Confine ci sono molti articoli interessanti, tra cui il mio articolo sulla pittura esoterica del Buddha.



mercoledì 7 marzo 2012

ARTETERAPIA EVOLUTIVA

Creatività - Osho Tarot
 Seminario
ARTETERAPIA EVOLUTIVA 1
18 MARZO 2012 - ART&VITA

Sono particolarmente motivato nel proporre questo nuovo percorso di formazione di Arteterapia Evolutiva,  condividendo le metodologie creative e terapeutiche che culminano la mia ricerca e che ritengo preziose per rispondere consapevolmente alle sfide del periodo critico che stiamo vivendo. Liberata dalla logica puramente assistenziale dell'arteterapia classica e corroborata dall'approfondimento meditativo, l'Arteterapia Evolutiva è, prima di tutto, una Via di scoperta di sé e di crescita che va a esprimere i poteri creativi dell'anima. Insieme a questo, è una Via per condividere creativamente la possibilità dell'autentico benessere.

Mediante questo  percorso di formazione, mi sento anche guidato a stimolare la crescita di nuovi operatori dell'Arteterapia Evolutiva che possano trasmettere le potenzialità consapevoli di questa metodologia creativa e spirituale, allargando un benefico cerchio di condivisione. Se il training prevede come base tre incontri di una giornata ciascuno, ogni incontro è in sé strutturato con completezza tematica al fine della crescita personale, fornendo degli stimoli che potranno svilupparsi nel tempo anche grazie all'ausilio delle dispense che verranno fornite.  Perciò può essere proficuo partecipare anche ad un singolo appuntamento, avendo comunque modo di approfondire a piacere l'esperienza didattica con successivi incontri o aggiornamenti.


Per informazioni su ARTETERAPIA EVOLUTIVA I e sull'intero percorso di formazione, 
si può consultare la sezione CORSI del sito www.satvat.it


“Con la necessaria competenza, si scopre in un disegno, e ancor più in un dipinto (che è un'espressione creativa più ricca e complessa), una fantasmagorica costruzione archetipica ed energetica, frutto della saggia narrazione che l'Anima ha svolto applicando una grammatica sottile che non può essere solo mentalmente decifrata, ma dev'essere colta e vissuta tramite l'intuizione. Tale capacità di lettura esoterica e di immedesimazione è per ogni artista un'opportunità di autoconoscenza profonda, e cresce in modo esponenziale a seconda del grado di consapevolezza dell'autore, addentrandosi nello Spirituale. Per questo motivo posso dire che la mia concezione e la mia esperienza dell'arteterapia superano il suo impiego strumentale e clinico, tracciando l'attività terapeutica nel più ampio senso della reintegrazione animica e spirituale; in questo caso si può parlare di arteterapia evolutiva”.   

Tratto dal mio articolo sull'Arteterapia Evolutiva 
pubblicato sul n. 3 della rivista Oltre Confine

martedì 6 marzo 2012

Arte e rigenerazione

   La crisi che ha globalmente investito la società, induce necessariamente ad una profonda revisione del nostro stile di vita quanto alla riconsiderazione della nostra identità esistenziale. Nel senso che di fronte all'evidente fallimento di quanto abbiamo sinora costruito, dobbiamo porci il problema di saper esercitare una vitale riconversione a ciò che è reale, irrinunciabile e creativo. Siamo naufragati sui falsi bisogni indotti, sull'alienazione dalla nostra presenza naturale, e sulla delega irresponsabile che abbiamo conferito a Sistemi corrotti; per cui è chiaro che per trovare la possibilità di un nuovo avvio e di una salutare trasformazione sociale dobbiamo innanzitutto diventare consapevoli di noi stessi.


   Tale ricapitolazione deve riportarci alla nostra reale presenza, al riconoscimento delle nostre necessità essenziali, e all'espressione delle nostre autentiche risorse creative. In tale processo di risveglio dall'attuale addormentamento della coscienza (manovrato subdolamente da Poteri più o meno occulti) l'Arte può giocare un ruolo importante. Sembra che lo abbiamo dimenticato, e che ci siamo rassegnati all'artificio, perciò non disponiamo più del grande serbatoio d'immaginazione creativa della vera Arte, o almeno non guardiamo più in quella direzione, condizionati come siamo a seguire le logiche di mercato, le stesse che hanno determinato la crisi e che non potranno sanarla. Perché il problema reale è che ci siamo assoggettati ad un sistema verticistico e tecnocratico che non richiede, anzi osteggia, la partecipazione cosciente dell'individuo. Si vorrebbe renderci come macchine prive di consapevolezza e di potere creativo, incapaci di fluire con il nuovo e di aspirare alla libertà e alla bellezza. Le ispirazioni dell'Arte dovrebbero invece insegnarci il contrario

   Soprattutto oggi, l'Arte deve mostrare che non tutto è merce e artificio, e che c'è ancora la possibilità di immaginare e di creare in sintonia con la Natura e con i profondi sentimenti dell'essere umano, che ancora ne siamo capaci e siamo capaci di apprezzarlo. Non è una piccola cosa, poiché ci radica in quell'anima essenziale da cui il consumismo ci ha distolto, rendendoci responsabili della nostra capacità di risonanza. Mentre le visioni ipocrite e terroristiche della politica e dei mass-media tendono ad ottunderci sempre di più, il richiamo della vera Arte è intimamente fondato sulla legge di risonanza, che amplifica quanto in noi vi è di genuino, essenziale e creativo. Solo in questo, attivando in tutti i campi le nostre intime risorse, potremo fondare la prospettiva di una vitale rinascita.