L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

venerdì 7 febbraio 2020

La Fioritura del Vero

L'inizio del mio nuovo libro LA FIORITURA DEL VERO:


Senza piedi sulla Via

La Via del Colibrì è libertà, leggerezza, Intuizione, celebrazione di Vita, creatività ispirata, sospensione a mezz'aria in cui puramente si testimonia il Mistero dell'accadere. È la Via della gioiosa riduzione in cui l'io è dissolto nella divina Vastità della contemplazione, e l'agire spontaneo scaturisce gioiosamente dal Silenzio.

Sulla Via del Colibrì non c'è alcuno scopo, non ci si assoggetta a regole costrittive, non si pongono obiettivi e pretese da soddisfare, non si assumono compiti di espiazione e salvazione, non si spera di santificare l'inesistente persona. La senti questa Libertà che canta nel Cuore? Così intenso è il soave richiamo del Vero, da non lasciare spazio all'illusione e alla distrazione. Qui nel momento, aprendosi totalmente alla Grazia, si viene irresistibilmente attratti dalle fioriture del Divino schiuse ovunque. La Via del Colibrì segue il Profumo. Cessa la lotta né si indulge annaspando nell'Ombra, perché si vola rapiti dal richiamo della Luce. Nella Luce si Vedono chiaramente i disegni contorti dell'Ombra e si abbandonano, guarendo limpidamente nell'Amore. Dall'inesauribile creatività del Cuore sbocciano messaggi di Vita che aprono nuovi percorsi.

Nel tuo cuore il Colibrì attende di essere risvegliato, per volare senza peso oltre te stesso, nell'estasi di Vita. 





Anima cara, non cercare il risveglio, come potresti? È lo stato naturale del Tuo Essere, ma tu non Ti conosci. Conosci diecimila storie inventate e contraddittorie sul tuo conto, ma niente di quello è reale. Perciò come puoi cercare il risveglio senza minimamente sapere a cosa somiglia? Nulla può assomigliargli. E tutto quello che hai letto e ascoltato al riguardo, anche quello è soltanto un carosello di storie che gira nella tua mente.

Cerca piuttosto l'Amore, che un poco lo conosci. Hai assaporato il suo Fuoco che talvolta ti ha arso il cuore sprigionando vapori profumati come l'incenso. E non importa se per sfiducia ti sei ritratta nel mondo di cenere delle relazioni: la brace dell'Amore non può essere spenta ed è pronta per accendere il falò sacro. Hai assaporato la dolcezza dell'Amore, e non importa se nell'inconsapevolezza si è presto tramutata in amarezza: nel favo segreto del tuo cuore il miele è sempre maturo. Cerca in te l'Amore fin dove Esso risplende come il Sole che annulla ogni ombra. Non temere di bruciare la tua grezza sostanza, poiché quella proietta l'ombra che non fa Vedere il divino Sole della Tua autentica Natura.

Cerca piuttosto la Bellezza, che un poco la conosci. Trovala estirpando dal tuo occhio lo schermo su cui illusoriamente vedi agitarsi i fantasmi della bruttezza, imbellettati per sembrarti attraenti. Ad occhio veramente nudo, si riconosce la Bellezza che spolvera via ogni fantasma Vedendo nell'Essenza. Metti a fuoco la Visione e appena cogli la Bellezza resuscitala pienamente in te e nel mondo come amorevole benedizione. La genuina Bellezza è la Verità cosciente dell'Anima, e dall'interno si riversa spontaneamente in superficie donando splendore al Giardino di Vita. Perciò guarda nell'Anima oltre le umide nebbie delle emozioni, se vuoi trovarla. Togli il soggetto e l'oggetto cosicché la Bellezza sia svelata, e fanne l'altare della tua Preghiera.

Cerca piuttosto la Gioia, che un poco la conosci. Fuori ne trovi solo quel poco che tu stessa proietti sulle cose, non ingannarti. Lo smalto brillante della gioia che dipingi sugli oggetti e sulle situazioni presto si sfalda e vola via come le foglie d'autunno. Se rimpiangi quella volatile apparenza, corri dietro a lei nella tristezza. La Sorgente della Gioia è nel tuo cuore, ed è là che dovresti affondare per dissolverti totalmente. La Gioia è il liquido amniotico dell'Amore in cui l'Essere innato eternamente vive, ed è da Lui che sempre sorgono le inarrestabili maree spumeggianti dell'estasi dell'Anima. Ma se tu poni condizioni, ecco che ti affanni sulla riva in secca e nessuna gioia abbocca al tuo amo. Tuffati, tuffati profondamente nel Cuore senza alcuna richiesta o certezza, e non sarai deluso. Apri l'ostrica del tuo cuore per restare abbagliato dallo splendore della Perla, e allora dirai: "Ero povero e triste, perché la Ricchezza era in Me ma non la Vedevo!". 



La medicina per l'anima è l'Amore. Chi ti ama dona alla tua anima un possibile ristoro, ma è quando tu ami che in te avviene realmente la guarigione. L'Amore è il veleno benefico che dissolve l'ego, il dolce calore che fonde le forme all'Essenza.

Trasmuta il tuo cuore nella distilleria dell'Amore, sii sempre ebbro del suo Spirito e abbraccia il mondo con la folle esultanza dell'ubriaco. La sbronza di chi si ubriaca del mondo è triste e violenta, cerca di ubriacarti di Spirito se vuoi esultare recuperando il senno. 

Fatti tu stesso Vino nella vigna del Cuore, lasciando che ogni parte del tuo essere sia spremuta come grappoli maturi fino all'estrazione del succo Di-Vino. Così nell'Amore sarai guarito e sarai guarigione. 



L'Alchimia interiore. 


La persona è irreale, esiste e fa tutto l'Esistenza che è una Unità sorta dalla Consapevolezza. Perciò nella realtà non c'è effettivamente merito né colpa della persona, qualsiasi cosa faccia, semplicemente perché essa non è un'entità che esiste autonomamente. Tuttavia questo è vero quando è Visto dalla prospettiva dell'Assoluto, non nel relativo. Nella manifestazione duale è necessario che la persona, anche se non è effettivamente esistenziale, si renda respons-abile del suo agire, e ciò significa che deve assumere consapevolezza. Un animale non può essere né consapevole né respons-abile di come agisce, ovviamente è la Vita che lo muove. Riguardo all'essere umano la faccenda è molto più complessa poiché, seppure è sempre l'Esistenza che agisce (non esistendo l'identità personale), lo fa conferendo all'apparente individuo una respons-abilità potenziale, alla quale egli risponde con modalità più o meno consapevoli. Infatti, possiamo convenire che l'essere umano può "scegliere" di essere creativo o distruttivo, non è vero?

Un maestro zen stava traghettando il fiume su una barca sulla quale c'era anche un orgoglioso samurai. Il samurai gli chiese, con arroganza, la differenza tra l'Inferno e il Paradiso, ma il maestro non rispose. Sentendosi offeso dalla mancanza di considerazione, il samurai si arrabbiò moltissimo e sguainò la spada per colpirlo. A quel punto il maestro lo guardò profondamente negli occhi e disse: "Questa è la Via dell'Inferno". Il samurai si sentì colpito dalla sua affermazione e recuperò la lucidità, perciò immediatamente rinfoderò la spada. E il maestro seraficamente disse: "Questa è la Via del Paradiso".

Con ogni essere umano la Vita sperimenta la potenzialità straordinaria di assumere respons-abilmente consapevolezza uscendo dall'automatismo istintuale e reattivo. L'istinto dell'animale è innocente perché è naturale, invece l'istintività automatica dell'essere umano è innaturale perché viene condizionata psicologicamente. La psiche umana sorge in modo individualizzato tra l'istinto animale (che è impersonalmente naturale) e la piena consapevolezza (che è impersonalmente trascendente). L'impersonalità è la genuina espressione esistenziale, però in quella impressione di individualità che contraddistingue l'essere umano si esprime la possibilità del risveglio. L’Esistenza opera anche la risalita cosciente dell'Energia vivente portandola al riconoscimento della sua Sorgente; compie questo miracolo attivando nell'essere umano la potenzialità di un consapevole incremento vibrazionale tramite l'auto-riflessione volontaria. Così l'individuo si trova ad essere potenzialmente respons-abile di sé stesso, anche se in realtà non c'è nessuno che possa esserlo realmente. Infatti con il risveglio è Visto che solo la Vita/Coscienza esiste e opera. È un meraviglioso paradosso!

Un artista, per fare un valido esempio, deve assumersi la respons-abilità della creazione, altrimenti sia lui che la sua opera soggiacciono al caos e all'automatismo reattivo della mente. Egli si mette alla prova scartando gli errori, affinando man mano la sua percezione nel volgersi all'Ispirazione e il talento che è necessario per manifestarla. Mentre procede creativamente nel suo lavoro, l'artista, in modo più o meno consapevole, agisce maturando se stesso e tendendo alla perfetta realizzazione. Se la sua opera viene alchimisticamente compiuta, egli si accorge di non poterla rivendicare come propria, perché viene riconosciuta, in modo indubitabile, come un frutto impersonale dell'Ispirazione. Infatti un'opera realmente ispirata si mostra più grande e consapevole dell'autore, tanto che i veri artisti quasi si vergognano di firmare le loro opere, e apprendono da esse. Nonostante l'impiego effettivo del suo impegno, l'artista può giungere ad intuire di essere inesistente e che solo l'Arte/Vita esiste. 

Certamente, nel corso del processo creativo l'artista commette degli errori, manifestando le opacità che provengono dalle proprie implicazioni psicologiche e automatiche, come dalle inevitabili cadute d'Ispirazione. L'opera e lo stesso artista maturano proprio nel riconoscimento di quegli errori e dalla loro correzione. Erano dell'artista quegli errori, se, come abbiamo Visto, egli non è personalmente esistente? Egli deve comunque assumerseli per procedere nella possibile evoluzione. Era dell'artista l'Ispirazione che lo ha guidato? Egli deve comunque farla propria per poterla incarnare nell'opera. Nello stesso tempo l'artista deve farsi da parte per consentire alla Forza dell'Ispirazione di agire liberamente. La realizzazione del capolavoro è effettivamente il risultato dell'assenza dell'artista e dell'agire della Consapevolezza universale. L'artista realizza il suo capolavoro scomparendo, e la sua scomparsa è il capolavoro della Coscienza.

Come avviene nell'Arte, nello stesso modo accade nell'Arte di Vita che procede tramite l'Alchimia interiore. Per questo Dante ha detto che non siamo fatti per vivere come bruti (assoggettati all'istintualità che, tradotta psicologicamente, assume nell'essere umano degli aspetti innaturali e malati) bensì per seguire Virtù (l'Ispirazione della Coscienza) e Conoscenza (il Vedere che tutto accade nell'Uno secondo l'Amore, tendendo a culminare la trasformazione alchimistica della coscienza umana). Nel divino Paradosso, soltanto con l'impegno dell'alchimista il piombo apparente diviene l'Oro che sempre è.


Sat