Riccardo si era
sempre sentito diverso, inevitabilmente controcorrente nello svolgersi
prevedibile del mondo umano, con i suoi corsi e ricorsi saldamente imbastiti
alle solite e grossolane meschinerie. Infatti egli sapeva, fin da quando era
bambino, le tantissime piccole e grandi incongruenze per cui non poteva
identificarsi con l’umanità che vedeva agitarsi intorno a lui. Di indole contemplativa e sensitiva, iniziando
dalla tenera età aveva osservato con distacco e perplessità le evidenti
contraddizioni degli uomini, che vedeva affannarsi per cose di scarso valore
esistenziale; essi si mostravano incapaci di vivere il presente e di
partecipare empaticamente, gli uni con gli altri, al mistero della vita. Mentre
il ragazzino si lasciava rapire estasiato dal volo di un insetto, dalla
colorata voluttà di un fiore, in generale dallo spettacolo sorprendente della
natura, e insieme a questo da ogni baluginio argentato della propria
immaginazione, gli adulti che pretendevano di guidarlo si mostravano impoveriti
e pericolosamente autoritari. Essi esercitavano le loro credenze e i loro
divieti in modo automatico e perentorio, senza mai sentire l’esigenza di
verificare consapevolmente le motivazioni dei loro pensieri e delle loro
azioni, creando in tal modo, evidentemente anche a loro stessi, inutili
costrizioni e conflitti.
Nessun commento:
Posta un commento