L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 26 maggio 2016

Gurdjieff e l'arte oggettiva



Gurdjieff individuava l’arte come un fattore saliente per lo sviluppo dell’intelligenza umana, in quanto può presentare agli uomini i dati che permettono loro di "prendere più o meno coscienza della loro reale individualità – unico mezzo per raggiungere il ricordo di sé, fattore assolutamente indispensabile per il processo di perfezionamento di sé"[1]. Tuttavia egli denunciava con spietatezza che la cultura moderna ne era generalmente incapace, poiché veniva prodotta da impulsi automatici e fantastici, privi di verità e quindi di valore; effettivamente le finzioni della mente e la prosopopea dell’io la rendono superflua e senza anima. 

L’insegnamento di questo Maestro caucasico – che si prodigò in Occidente per lo sviluppo armonioso dell’uomo allo scopo di far cristallizzare "nella sua presenza generale, secondo un procedimento conforme alle leggi, una energia di grande intensità che sola rende possibile un ulteriore lavoro su se stessi"[2] - chiariva che nello psichismo dell’essere umano, e tanto più drammaticamente nell’uomo moderno, si è prodotta un’anomalia di cui anche l’impostazione dell’arte ha risentito pesantemente, divenendo arbitraria e sterile. Tale anomalia consiste principalmente in una macroscopica attivazione della speculazione automatica ed associativa della mente, che si è disconnessa tanto dal sentimento che dall’istinto. Infatti accade che negli esseri umani "si sviluppi uno solo dei tre dati indipendenti indispensabili per acquisire una sana intelligenza, cioè il pensiero, che tende a prendere il primo posto nella loro individualità. Ora, come deve sapere ogni uomo capace di riflettere normalmente, senza il sentimento e senza l’istinto non si può costituire la vera comprensione accessibile all’uomo"[3]. Per sentimento può intendersi il riconoscimento emotivo che, di fronte a un oggetto o a una situazione, fa vibrare in modo appropriato le corde dell’anima, mentre l’istinto è in questo caso equivalente all’intuizione, ossia a quella facoltà sottile mediante la quale la coscienza dell’essere umano può attingere, in modo transpersonale, dal serbatoio della consapevolezza universale. L’atrofia del sentimento e dell’istinto azzera il naturale buonsenso, lasciando altresì la funzione meccanica del pensiero libera di espandersi artificiosamente con proiezioni che sono avulse da ogni riscontro realistico. 

In questo modo l’essere umano non è minimamente in grado di contemplare e vivere la realtà, trovandosi ingabbiato in una visione personalistica, eppure allineata con la mente massificata, che è falsata dalle credenze e dalle attitudini automatiche. La sua anima, le cui facoltà sono proprio il sentimento e l’istinto, viene così estromessa dalla sua vita ed egli è costretto in una schiavitù percettiva ed esistenziale, privato delle basi essenziali per poter sviluppare armonicamente il proprio potenziale. In tal modo, nell’uomo e quindi anche nelle sue produzioni artistiche, "tutto è solo esteriore. (…) Tutto non è che rumore, baccano e odore nauseabondo"[4], poiché sono state estromesse l’autenticità celebrativa e l’intuizione che ci rendono rispondenti al flusso vitale e creativo dell’Esistenza. Basta osservare come stiamo vivendo e l’estrema povertà dell’arte contemporanea, per vedere che questo autoinganno ha attualmente raggiunto un apice insostenibile, che corrode le basi della nostra stessa esistenza e della nostra cultura, rendendoci dimentichi di noi stessi quanto delle nostre autentiche facoltà ed aspirazioni. 
Copertina che ho realizzato per Spazio Interiore Edizioni
Anche nell’arte, che in larga misura si è conclamata concettuale, la mente sta spadroneggiando con le sue falsificazioni ignorando il sentimento e l’istinto che affondano nel grembo misterico della vita; resta una mostruosa pianta di plastica, un idolo impotente che troneggia nel deserto sterile della personalità. Gurdjieff ha chiarito la necessità di un’arte oggettiva, non personalistica e liberata dagli schemi automatici e artificiali, che sia sincronica alle leggi universali e per questo universalmente ispirativa.


Tratto dall'articolo di Satvat "L'arte e' reale solo quando IO SONO" su Oltre Confine n.10


[1] G. I. Gurdjieff – Incontri con uomini straordinari – Adelphi, 1981


[2] G. I. Gurdjieff – La vita reale – Libritalia 1997


[3] G. I. Gurdjieff – Incontri con uomini straordinari – Adelphi, 1981


[4] G. I Gurdjieff – Incontri con uomini straordinari – Adelphi, 1981

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