Se è vero che l’aiuto
dell’arte, sin dalle sue espressioni primarie, si manifesta al
livello individuale nel coinvolgimento operativo, è pur vero che si
possono godere i doni dell’ispirazione artistica con la
contemplazione, in qualità di estimatori. Espressione matura di una
ricerca, l’arte è, come disse Bernard Shaw, lo specchio per
guardarsi l’anima; tuttavia il saper guardare in tale specchio non
è un’operazione scontata, dato che lo sguardo ordinario è capace
di cogliere solo l’ovvietà. La volpe dice al Piccolo Principe di
Saint-Exupéry: "Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non
si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli
occhi".
Per partecipare e godere dell’arte, come di ogni altra cosa,
bisogna aprire l’occhio della visione, che con nervo di pura luce
illumina i misteri del cuore, dove tutto è compreso nell’unità
dell’essenza.
Satvat - Sguardo d'aquila - acrilico su tela |
Trovo scandaloso che la nostra
cultura manchi di stimoli all’approfondimento, lasciando il
pubblico nell’immaturità della rispondenza superficiale e
automatica. Si può apprezzare solo quello che si è in grado di
riconoscere in risonanza, per cui per godere dei misteri dell’arte
si richiede un’affinazione percettiva che comporta l’attivazione
dell’emisfero destro e l’apertura del cuore. Recentemente alcuni
musei dell’arte, ad esempio il MART di Rovereto, hanno organizzato
delle visite guidate riguardanti la contemplazione intonata
all’arteterapia delle opere esposte. Queste esperienze sono
interessanti e aprono la strada a comprensioni nuove ed espansive,
che possono arricchire la cultura e la visione introspettiva. Però
sono scarsissime le ricerche in questo campo e mancano gli operatori
in grado di guidare in tali esplorazioni. Dato che né gli
arteterapeuti né i critici d’arte hanno una formazione in tal
senso, le loro letture delle opere restano spesso superficiali e in
alcuni casi pretestuose.
Ritengo che per sviluppare
questo percorso si rendano necessarie le comprensioni
dell’arteterapia evolutiva che investiga sui valori energetici,
simbolici e trasmissivi dell’espressione artistica. Nel corso della
mia ricerca, ho verificato che le chiavi utili a leggere nel cuore
delle opere dei grandi artisti non si trovano tanto investigando
nella storia dell’arte, bensì stabilendo una vitale risonanza con
il fermento interiore che li ha motivati. Potrei dire: conoscendo
l’opera dall’interno della sua motivazione, che è artistica,
individuale e psicologica solo in parte; infatti il suo tessuto
originale è universale e esoterico. Possiamo coglierne il senso
essenziale giungendo noi stessi là,
nella centrale testimonianza da dove si contempla con saggezza
l’intero panorama e il dispiegarsi delle forze. Non sono un critico
d’arte e non ho la presunzione del sapere intellettuale; forse
proprio per questo ho potuto parlare e scrivere molto sull’arte e
sugli artisti con innocenza e responsabile confidenza, sapendo di non
sbagliare. Sono legittimato nel farlo dalla capacità di ricezione
empatica che ho maturato insieme alla comprensione dei fattori
energetici.
Satvat - Riposando sotto le Arcate del Tempo - acrilico su tela |
L’arte parla direttamente al
cuore, però è la capacità di cogliere i nessi sottili che dispone
il cuore all’ascolto e spalanca la porta della percezione. Allora
si rivela lo stupefacente universo dell’arte, con i suoi ricami
finissimi di sinergie e di contenuti che parlano all’anima
dell’Anima. Se è arte autentica, è stata vissuta e meditata
dall’autore tanto da conferire significato ed energia, in un modo
sottile che l’arteterapia evolutiva può rivelare. In generale,
abbiamo bisogno di affinare le capacità percettive, di essere
educati a guardare in modo appropriato per capire la realtà di ciò
che stiamo guardando, stupendoci di una ricchezza che non avremmo immaginato.
Nessun commento:
Posta un commento