La catarsi caotica è certamente utile nella fase iniziale del
processo creativo, ma poi deve essere sublimata con un lavoro alchemico di
trasformazione e di re-integrazione su un livello più organico e ispirato.
Troppo spesso si scambia la catarsi per effettiva liberazione, anche nell’opera
propriamente artistica, ma è una liberazione ingannevole ed affatto
risolutrice, poiché è priva delle virtù risananti della comprensione e dell’ispirazione.
In tutti i percorsi interiori per prima cosa si scende agli inferi, incontrando
le fermentazioni oscure e spaventose che la coscienza ordinaria si impegna ad
ignorare. Contattando i contenuti inconsci si mette in moto un’attività di
frizione che sviluppa molta energia, la quale può avere esiti contraddittori;
infatti la forza che viene suscitata può essere sia distruttiva, se non si
accompagna alla consapevolezza, che creativa, quando si è in grado di
osservarla e liberarla.
Infatti nel regno dell’Ombra si cade in confusione e
reattività, oppure si può cogliere consciamente l’energia per trovarvi un’occasione
evolutiva. Riuscendo a fronteggiare e a gestire tale lava energetica con un
impegno cosciente, essa diviene una straordinaria forza propulsiva che rompe
gli schemi, i quali costringono e condizionano l’energia vitale. Così ristabilito
e connesso alla saggezza intuitiva dell’Artista Interiore, il flusso energetico
trova il moto naturale che risana e si evolve in modo ascensionale. Questo è il
percorso dantesco del viaggio interiore, dove si incontrano le dannazioni della
psiche per verificarle e recuperare l’energia là imprigionata che, rimessa in
movimento, può risalire sulla Via del paradiso. Ma non è affatto saggio mettere
dimora tra i mostri dell’inconscio, i quali vanno riconosciuti, affrontati con
consapevolezza e trascesi.
Quando l’Ombra non viene evitata ma è invitata a mostrarsi, l’energia
bloccata torna disponibile ed è certamente gratificante e potenziante. Tale
processo iniziale è l’opportunità di una reintegrazione di
forze che consente di compiere il balzo al livello superiore; però si può
restarne incantati, perché l’ego si sente fortificato e non ci si avvede che il
veleno può essere una cura ma poi bisogna espellere le tossine, al fine di
vibrare sull’alta frequenza della salute. La celebrazione del mostruoso che oggi
intossica la cultura è in alcuni casi dovuta al desiderio di una liberazione senza
la sufficiente comprensione, e reca il segno di un narcisismo che è incapace di
guardare nello specchio dell’io per dissipare l’incantesimo e giungere a
scorgere il Sé.
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