Farei il calzolaio
piuttosto che fare
musica con i colori.
Vincent Van Gogh
Grande impresa quella dei pittori che fondarono l'Arte Moderna, quando liberarono sovversivamente il colore. Fino ad allora era rimasto tintura superficiale; essi lo approfondirono nei sussulti segreti dell'Anima, spargendolo come magia vivificante, capace d'espandere e caratterizzare esotericamente le forme. Tuttavia, da tale promettente inizio, il colore è stato poco investigato e meditato. Pur se nell'informale è divenuto protagonista assoluto, in larga misura ci si è limitati ad una celebrazione catartica e istintiva, che lo ha posto in sconsiderato conflitto con il disegno.
L'Arte deve liberare la percezione e saper disegnare intuitivamente nuove visioni del mondo. Per questo in pittura il colore non basta e vi è necessità del disegno, pure nell'astrattismo. Il colore è fluttuazione emozionale, ma l'atmosfera cromatica, per quanto suggestiva, non forma un mondo nuovo; rimane un accenno intrigante ma impotente, una sfumatura priva di reale sostanza. Il pittore non deve sfuggire alla responsabilità e al potere della propria creazione, bensì dargli una definizione matura, capace di vibrare d'emozione e di danzare. Serve un corpo per danzare, e tale corpo è formato dal disegno. Si dirà: Ma anche il disegno è fermo, la sua danza è illusione. Chi ha occhi sa vedere la verità di quel movimento, che si sviluppa nella profondità.
Come diceva Kandinsky, punto linea e superficie, insieme al colore, sono i cardini dell'esperienza pittorica, e non devono essere trascurati. In definitiva, nella pittura lo yin (colore) e lo yang (disegno) devono congiungersi in una sincronia armonica. La sapienza dell'Arte deve saper fondare forme aperte, che sfuggano alla rigidità didascalica e sostengano liberamente il colore; nello stesso tempo deve saper spargere cromatismi vivi, capaci di germinare riflettendo gli umori della proliferazione formale. L'autentica liberazione del colore non è dalla forma, bensì può realizzarsi consapevolmente solo tramite la saggezza intuitiva della forma.
E' certamente a buon mercato, per l'artista, operare giochi di prestigio con il colore, trascurando l'impianto formale. Ci vuole un'intuizione autentica, per creare forme capaci di magia; bisogna attingere al serbatoio universale degli Archetipi. Di più: la forma deve fluire spontaneamente dal grembo della Vita, ed una simile forma è naturalmente intinta nel proprio colore vitale.
Nessun commento:
Posta un commento