L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

martedì 4 agosto 2009

Gli artisti che amo: KANDINSKY


L'artista non solo deve allenare l'occhio,
ma anche l'anima.

Wassily Kandinsky

Wassily Kandinsky - Primo acquerello astratto, 1910 (1913)


Tornando da una passeggiata, Kandinsky fu sorpreso da un suo dipinto casualmente appeso sottosopra. Tale banalissimo evento lo trovò sveglio, trasformandosi in un agguato dello Spirituale che cambiò radicalmente ed universalmente la concezione della Pittura. L'artista percepì che, seppure il quadro capovolto non mostrava alcunché di riconoscibile, non risultava alieno bensì più "reale" di una visione ordinaria. Infatti, liberandosi da ogni descrittività iconografica, esso riusciva a testimoniare le consonanze misteriche dell'Anima. Sino ad allora, la Pittura si era ingegnata a raffigurare oggetti, ma Kandinsky, in quel momento di pura intuizione, comprese che l'oggetto nuoceva ai suoi quadri. Agli occhi del pittore, si apriva un universo artistico che era esotericamente costituito da essenze, manifestate da forme e colori, riscattando l'ovvietà di una pittura descrittiva di oggetti figurali. Fu l'avvio, per Kandinsky e per ogni essere umano, di un'avventura artistica e percettiva d'immensa portata. Non più vincolata alla descrizione del già esistente, la Pittura si rendeva artefice devota della creazione spirituale, tanto profonda da culminare nell'astratto. Ma divenne anche chiaro che se l'artista è libero di percorrere il nuovo, al contempo deve rendersi intensamente responsabile di se stesso quanto della propria creazione. Infatti, per creare qualcosa di valido ed autentico, l'artista deve entrare meditativamente in se stesso, sino a convibrare con l'impulso creativo originario, che non è individualisticamente arbitrario bensì universale. Questo riconoscimento dello "Spirituale nell'Arte" è il grande contributo di Kandinsky, ed il corollario della sua preziosa intuizione (a tutt'oggi non veramente compresa) che l'opera è legittimata unicamente dalla sua "risonanza interiore", altrimenti rimane ottusa decorazione. Egli proseguì in tale ricerca con totalità, orientandosi con tutti i mezzi filosofici e ricognitivi che erano praticabili nel suo tempo, insieme all'intrinseca religiosità del suo. lavoro Le prime opere astratte (come "Primo acquerello astratto) risultano ardite ed ingovernabilmente fluttuanti, ma poi, per procedere da pioniere nello sconosciuto, Kandinsky ha dovuto adottare linguaggi più conformati, geometrici e traccianti. Con l'impegno distaccato dello scienziato, egli ha decantato le grammatiche della narrazione interiore. Di fonte all'insondabile Magia, ha profondamente osservato, preso appunti, tentato di decodificare l'inesprimibile, disegnando mappe dell'arcano paesaggio animico che sono si astratte, ma rigorosamente coerenti. Certo non è stato mago o sciamano dell'Arte, piuttosto un sacerdote ispirato. Non si è gettato a capofitto nell'abisso, confidando in una rinascita al di là dell'io, però vi si è calato procedendo coraggiosamente passo dopo passo, assicurandosi alla corda della Ragione. Non ha bevuto al calice dell'Arte sino alla feccia, ma si è mantenuto sobrio per conservare il senso e la misura del viaggio. In quell'epoca si aprivano faticosamente sentieri totalmente nuovi, cercando d'orientarsi con la bussola dello Spirituale esoterico; non ci si poteva permettere di perdersi in vagabondaggi astrusi. Non era il momento della vertigine catartica, del caos creativo, della gestualità selvaggia. Tutto ciò sarebbe giunto dopo alcuni anni, scompigliando ciò che lo "Spirituale nell'Arte" di Kandinsky, e di altri, aveva edificato. Nell'evoluzione si procede per gradi, creando, distruggendo, e ricreando su un nuovo livello. Tuttavia è visibile che qualcosa è andato storto, nell'essere umano e nell'Arte: lungo la via si è ceduto alle lusinghe del cinismo materialistico. Senza mantenere il riferimento alla risonanza interiore (unica costante davvero necessaria) e soffocata da un edonismo negativo, l'Arte si è smarrita in superficie. Nello stesso modo, rinnegando la dimensione spirituale, l'uomo si è reso orfano dell'Esistenza. Perciò, contemplando il panorama sconfortante dell'Arte contemporanea, ci troviamo a rimpiangere l'ispirata aristocrazia d'anima che ha reso impeccabili Kandinsky e la sua opera.

Wassily Kandinsky - Nel blu

Bibliografia:

W. Kandinsky - Lo Spirituale nell'Arte - Bompiani, 1997
W. Kandinsky - Punto linea superficie - Adelphi, 2003
W. Kandinsky - Sguardi sul passato - SE, 1999
A. Koiéve - La pittura concreta di Kandinsky - Abscondita, 2001
U. Becks-Malorny - Kandinsky - Taschen, 1996
M. Duchting - Kandinsky - Taschen, 2001

sabato 1 agosto 2009

L'UOMO NUOVO

Questo dipinto, un acrilico su tela intitolato "L'Uomo Nuovo", è stato concepito per la mostra Futurismo/Presentismo che si è tenuta recentemente ad Orvieto. Volendo fare un tributo al Futurismo, in occasione del Centenario, ho adottato un linguaggio espressivo intonato a quello della pittura futurista. Per questo ho adottato intersezioni trasversali dello spazio ed una particolare scomposizione/ricomposizione della figura. Tuttavia il quadro mantiene la sua originalità. Ispirandomi all'idea futurista del cambiamento rivoluzionario, che per quel movimento si indirizzava soprattutto ad un'accelerazione tecnologica, ho riflettuto sul fatto che oggi è quanto mai auspicabile che avvenga una rivoluzione interiore e spirituale in seno all'essere umano. Abbiamo percorso le strade estranianti dello sviluppo tecnologico, le quali ci hanno condotto in un vicolo cieco, ora dobbiamo tornare a noi stessi ed alla priorità della nostra evoluzione, o sconteremo la pena di un cortocircuito di devastante portata. E' essenziale che partoriamo in noi stessi l'uomo nuovo, un'individualità sana e non più divisa che ritrovi armoniosamente il proprio posto nella Natura, rivendicando l'eredità spirituale che le spetta per diritto di nascita. L'uomo nuovo deve sanare il conflitto tra il maschile ed il femminile, per questo l'ho raffigurato androgino, incoronato con sole e luna congiunti. La figura si abbraccia reintegrandosi, in un'attitudine di non-fare che non è annichilimento passivo, bensì somma potenzialità creativa e meditativa. Da tale non-fare, si liberano spontaneamente la colomba della pace ed il serpente che simboleggia la capacità di trasformazione. La mano sinistra evidenzia il cuore, significando che la creatività si sviluppa con amore e con pura intuizione femminile. Lo spazio circostante è illuminato sul lato sinistro da quattro (numero dell'equilibrio) stelle a sei punte (sigillo di Salomone) che rappresentano l'armonia universale di maschile e femminile congiunti (yin e yang), e l'unione di Terra e Cielo; su quello destro brilla un pentacolo irradiante, simbolo della potenzialità creativa dell'essere umano. Appare anche la data fatidica del 2012, che secondo numerose profezie, sancirà la fine di un ciclo, più o meno drammatica, e la speranza di un nuovo inizio illuminato dallo Spirituale. E' significativo che lo zero di 2012 coincida con la pancia della figura, l'hara che è il centro energetico della presenza umana, come a dire che la forza di trasformazione si origina dal Tutto ma anche nel sacrario più intimo della nostra stessa energia vitale. Lo zero è infatti il punto di origine, il nucleo insondabile del Tao che tutto comprende.