L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

domenica 31 ottobre 2010

Satvat-pensiero creativo: un nuovo sito al servizio degli artisti

Ho totalmente rinnovato il sito satvat-pensierocreativo.blogspot.com, e l'ho riservato agli scritti che ho composto per artisti contemporanei, affiancandoli con quelli che ho dedicato agli artisti “storici”. Nella mia intenzione, questo sito vuol essere l'occasione di presentare un panorama artistico certamente parziale ma ispirato, che affianchi senza timore degli artisti emergenti ad altri universalmente conosciuti. L'idea del “mostro sacro”, nell'Arte come in ogni altra cosa, è una perversione della mente che ci aliena dalla possibilità di riconoscere ciò che è realmente sperimentabile.

Senza, ovviamente, voler togliere nulla alla giusta considerazione dei grandi artisti, intendo dire che ciò che va principalmente celebrato è il miracolo della creazione artistica, che anche il più misconosciuto degli artisti contribuisce a conformare ed alimentare. Invece no, si tende a porre il “grande fenomeno”, il grande artista sul piedistallo, allontanandolo dall'intima confidenza che potremmo stabilire con il suo lavoro come con l'Arte stessa. Così il mondo dell'Arte diviene un Olimpo inaccessibile, adorato principalmente come oggetto d'investimento finanziario e allontanato dal senso comune. Cosa che è essenzialmente un male contemporaneo, estraneo al fermento viscerale e socialmente condiviso che ha fondato l'Arte Moderna. E la moltitudine degli artisti che continuano ad alimentare con la loro vita e la loro ricerca la fiamma imperitura dell'Arte? Sono esclusi e trascurati, non si dà loro voce né possibilità di partecipazione. C'è, è vero, una proliferazione di siti d'Arte sul web che promettono di dar loro visibilità, ma purtroppo spesso sono solo operazioni interessate, tutt'altro che appassionate.

Da molti anni scrivo presentazioni di artisti emergenti, con il piacere di condividere i tesori del loro lavoro, cogliendone le sfaccettature più profonde e significative. Questo impegno, nato per gioco ed amicizia, mi ha dato molte soddisfazioni, la prima delle quali è stata sempre il riconoscimento, da parte dell'artista su cui ho scritto, delle intime motivazioni della sua anima. Trovo naturale, dopo l'esperienza maturata nel artistainteriore.blogspot.com, proporre una carrellata dei pochi scritti che sinora ho conservato (anche in questo sono in genere poco conservatore!), aprendo il nuovo blog satvat-pensierocreativo.blogspot.com ad un futuro di nuove condivisioni e nuove esperienze.

Abbiamo bisogno di creare e di far circolare un'Arte positiva, che sappia ispirare bellezza e fermentazione creativa; a questo consacro volentieri la mia meditazione e la mia penna.

martedì 26 ottobre 2010

Van Gogh - la mostra al Vittoriano

VINCENT VAN GOGH: CAMPAGNA SENZA TEMPO E CITTA' MODERNA
dal 8 Ottobre 2010 al 6 Febbraio 2011
Roma - Complesso del Vittoriano
Via di S. Pietro in Carcere

Davanti alle tele di Van Gogh, salgono brividi spremuti dai colori, vivaci e gravidi di succo come frutti maturi. In questo modo il pittore ha rappresentato i propri sogni visionari: plasmandone la polpa rigonfia, aprendo il suggello delle proprie viscere e scendendo in fondo alla miniera, per trarne le gemme rilucenti. Ne ha provato il brivido ancestrale, trovando il dinamismo sinusoidale dell'anima che ha abolito ogni rigore figurale; tutto risulta in moto, nell'irrefrenabile mutazione della Vita, che uomini più pavidi hanno cercato inutilmente di raffrenare. L'artista, figlio di quel tempo, non ha potuto sostenere tutto questo nella propria personalità; conservava una rigidità dolente, poco meditativa, tuttavia non si è sottratto, sino ad esserne spezzato. Ma il suo coraggio d'avventuriero ha comunque reso la preghiera urlante della sua pittura ben più preziosa e più vera di ogni salmo, di ogni recitazione canonica.

Il dramma s'avverte maggiormente nelle visioni metropolitane di Van Gogh, teatro d'aspro confronto ed emarginazione; ma anche in queste il pittore ha calato un umore intimistico, profondamente umano e infuso di compassione. Pure la città moderna non ha potuto limitare la proliferazione dell'interiore, che è ascesa glorificandosi in notti stellate e turbinanti.

Riflettendosi nella Natura campestre, Van Gogh si è scoperto più orientale, trasfondendo il proprio amore per le stampe giapponesi. La sua esplorazione silvestre ha un'afflato non piattamente naturalistico, bensì animato da un soffuso senso di satori, la rivelazione zen che l'artista aveva inconsciamente respirato insieme all'Arte dell'Estremo Oriente.

In definitiva, la mostra del Vittoriano è un'occasione per aprire il cuore, partecipando alle visioni poderose di questo grande artista, patriarca involontario della coraggiosa individuazione dell'uomo e della Pittura.

venerdì 22 ottobre 2010

Van Gogh

Prendendo lo spunto dalla mostra romana su Van Gogh, torno a parlare di questo artista straordinario, che ho citato su molti dei miei libri. In lui si sono concretizzati tutti i sogni indomiti, le ispirazioni celesti e infernali, i conflitti, le intuizioni delle forze segrete delle materie, le vertigini ispirate che appartengono ad ogni artista. Van Gogh ha vissuto tutto questo con coraggio, catarsi primordiale e sacro tremore, pagando un pesante tributo all'allora nascente individuazione dell'individuo/artista; tuttavia la sua opera, pur tragicamente carnale, ha trovato la via di un'ascesi che tuttora commuove ed insegna. Non come sogno spiritualista, bensì come intensa alchimia che ha approfondito con forza le viscere dell'uomo quanto della materia pittorica; lì il pittore ha frugato, rovistando le scorie sino a trasfigurarle nella luce. Per questo la sua pittura non si è spenta, ma cova come brace sulla tela, sensibile ad ogni alito contemplativo per rinfocolarsi e sprizzare meraviglia.

La pittura di Van Gogh ha vissuto profondamente il suo tempo, mettendo radici nella pietra lavica, con tenacia inaudita e disperazione, ma ciò che egli ne ha tratto è un singulto della visione che ha trasceso il tempo, divenendo immortale. E profondamente gioiosa, nonostante tutto, mostrando il tesoro irrinunciabile dell'arte, che nessun artista deve mai dimenticare. Allora, agli albori dell'Arte Moderna, quel fulgore materico e veritiero, gettato dal pennello, è stato ritenuto rozzo dai benpensanti che volevano principalmente anestetizzarsi nell'arte, sentendosi rassicurati dall'estetica tradizionale; ma quella forza primigenia, avulsa dai compromessi, era una pulsazione di vita che niente ha saputo soffocare. Questo apprezziamo, sensualmente godiamo, spiritualmente riconosciamo, sentendoci intensamente grati.

giovedì 21 ottobre 2010

Quand'è troppo...

Ho deciso di chiudere la mia galleria. Si può pensare sia dovuto alla crisi finanziaria, ma è soprattutto a causa della crisi d'anima e di intelligenza. Dopo che, negli ultimi tempi, mi sono trovato ripetutamente a dover spiegare la differenza tra un dipinto e un poster, e avendo constatato che nella gente è diventato quasi impossibile scovare un cuore sensibile, non resta altro da fare. Alcune chicche tratte dalla massa delle banalità arroganti e dai non-senso:
Voglio un quadro identico a questo, ma con altri colori.
Questo quadro andrebbe tagliato di almeno 50 centimetri.
Voglio un quadro che si intoni alla tappezzeria del divano.

Meglio, molto meglio la mia clientela speciale, e il pubblico più intelligente e motivato che frequenta le mostre, e le persone straordinarie che incontro nei miei seminari. Come dice l'I-Ching, quando l'oscurità avanza il saggio si ritira. A Orvieto rimarrà per ora il mio atelier, visitabile su appuntamento. Persa ogni speranza della rinascita culturale di questa bella città franata nella piena decadenza, è possibile che si migri in lidi più vitali. Intanto mi ritiro dalla volgarità per far meglio il mio lavoro, per rivolgermi meglio a chi sa ancora ascoltare, a chi non si è dato per vinto. Conosco la grande forza spirituale della creatività, e questo continuerò a condividere con le mie mostre e i miei workshop, anche tramite il web.

E pensare che è dall'87 che gestisco una mia galleria, scelta impegnativa e un pò atipica per un artista, ma utile per non sottostare ai biechi meccanismi del mercato dell'arte. Vivere con l'arte non è mai stato facile ma, come ho verificato nella mia lunga esperienza, da un paio d'anni si è proprio toccato il fondo della stupidità, del cattivo gusto e dell'incapacità di percepire. Guardo le persone e penso: Ma che vi è successo? E la risposta è chiara. Il Grande Burattinaio ha tirato bene i suoi fili, con le sue televisioni, i suoi giornali, e i grandi investimenti nella paura. Ha creato una moltitudine di zombi ignoranti e infelici, che non sanno più alzare gli occhi al cielo. Mi dispiace per loro, ma non voglio condividere questo.

Credo nella meditazione e nell'arte, credo nell'amore e nell'essere umano, e so che è possibile, benefico e liberatorio condividere tutto questo, solo questo per non lasciarsi trascinare dalla spirale involutiva.

PURA VIDA