L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 19 marzo 2015

L'arte di creare

Satvat - Panorama metafisico - acrilico su tela
Sto ultimando il mio nuovo libro:
L'ARTE DI CREARE
Arteterapia evolutiva e fisica quantistica



Cogliendo una nuova e illuminante prospettiva nella proposizione didattica dell’arteterapia evolutiva, ho tradotto nell’ambito del percorso qui presentato le teorie della fisica quantistica. Le comprensioni della quantistica, come si vedrà, sono straordinariamente affini a quelle esoteriche dell’arte, dato che entrambe si occupano del fenomeno della creazione, indagando sulle sue potenzialità occulte. Non sono un fisico, né uno scienziato, per cui non ho alcuna pretesa di cimentarmi, riguardo alle teorie quantistiche, in una trattazione scientifica; però, poiché mi dispongo ad essere un creatore consapevole, posso esprimermi con cognizione in base alla mia esperienza. Studiando gli sviluppi spirituali della fisica quantistica, mi ha stupito la constatazione di quanto io li avessi già scoperti e applicati nell’ambito meditativo e operativo dell’arteterapia evolutiva. Le metodologie e il linguaggio della scienza sono differenti da quelli dell’arte, ma nella ricerca della Verità unica si trovano ad essere corrispondenti e sinergici.


Quanto viene esposto in questo libro può rispondere a molteplici e diverse richieste che riguardano l’esercizio della creatività artistica ed esistenziale quanto la comprensione del Sé, chiarendo come l’arte possa essere un mezzo efficace per l’evoluzione personale. L’arteterapia evolutiva, differentemente dall’arteterapia generalmente intesa, arricchisce le comprensioni e le facoltà sia terapeutiche che creative le quali sono intrinseche all’artisticità nel senso più ampio, superando l’ambito specialistico che intende la pratica arteterapeutica limitatamente alla modalità della cura. Quindi ha un campo di azione molto vasto che può essere utile ad ogni essere umano. In generale, aiuta a sviluppare i propri talenti creativi e le qualità della sensitività, dell’attenzione, della ricettività, della partecipazione ludica e dell’immaginazione. Inoltre attiva l’emisfero destro del cervello, cosa della massima importanza.


A chi si trova dubbioso o bloccato nell’espressione artistica, l’arteterapia evolutiva può fornire un metodo valido al proprio recupero creativo, sprigionando il talento e le facoltà di cui ogni essere umano è naturalmente dotato, anche se è inibito dal fluire in tal senso a causa dei condizionamenti subiti. Apprendendo a seguire e a elaborare consapevolmente il flusso delle emozioni insieme al lume intuitivo, creare artisticamente diviene un fenomeno spontaneo in cui l’individuo si può rilassare, rigenerandosi nell’intimo contatto con Se stesso e approfondendosi nell’Anima. Lo spauracchio della capacità tecnica e il cruccio di non essere all’altezza, instillati sin dall’infanzia da cattive esperienze scolastiche e famigliari, vengono facilmente superati quando si impara ad affidarsi con attitudine ludica al potere creativo dell’Artista Interiore.

Gli arteterapeuti e coloro che si interessano delle facoltà terapeutiche dell’artisticità, troveranno in questo libro una visione non convenzionale e vivamente sperimentata nel lavoro dell’arteterapia evolutiva, sia nelle sessioni individuali che nel lavoro di gruppo. Da lungo tempo, mi occupo di verificare le ispirazioni che l’Artista Interiore suscita nell’elaborazione spontaneamente creativa delle persone, e che si confermano come occasioni preziose di crescita evolutiva e di guarigione. Credo che questo climax esoterico non possa essere trascurato in ogni tipo di approccio alla Via del Creativo, poiché ne manifesta le qualità essenziali e i poteri disponibili. Altrimenti si resta vincolati a un intendimento prosaico che è incapace di comprendere ed utilizzare i misteri insiti nel processo interiore e alchimistico dell’arte, vanificando le stupefacenti suggestioni dell’Anima.

Agli artisti, la prospettiva dell’arteterapia evolutiva presenta la natura esoterica dei fattori creativi e le chiavi operative che sono utili ad aprire consapevolmente il sacrario della creatività. Suscitando i poteri dell’intento e dell’intuizione, l’artista può comprendere, alimentare ed evolvere, sia creativamente che spiritualmente, Se stesso e il proprio lavoro. Attraversando con saggezza il caos che necessariamente precede ogni creazione, si procede a compiere il processo alchemico dello Spirituale nell’Arte.

Coloro che hanno interesse per le teorie quantistiche, possono trovare nei processi creativi dell’arteterapia evolutiva l’occasione di verificare operativamente le loro comprensioni, cristallizzando il pensiero nella forza del puro intento, meditando le emozioni e risvegliando i sentimenti. Infatti, se compresa e vissuta nella giusta prospettiva, l’arte è una straordinaria manifestazione della Forza Debole che, informando consapevolmente il Campo Madre nel senso evolutivo, suscita la nascita armoniosa del nuovo.

Ciascuno procederà nel suo modo, verificando operativamente le riflessioni, gli esercizi creativi, gli strumenti e le meditazioni che vengono presentati, in modo da scoprire ed applicare evolutivamente lo sviluppo esistenziale del proprio talento. L’andamento del viaggio è costellato di stazioni dove fermarsi a riflettere, a sperimentare e a meditare; nel concepirlo ho applicato le linee guida che nel complesso del mio lavoro si sono dimostrate maggiormente efficaci e condivisibili.

 

venerdì 13 marzo 2015

Le emozioni nell'arte

 
Satvat - Basic istinct - acrilico su tela
Potremmo dire che le emozioni sono come umidità che l’Anima assorbe nell’ignoranza di Sé. La sua consapevolezza è solare, ma giunge frammentata nel mondo e indugia nella valle profonda della vita con raggi che non hanno memoria della loro sorgente, cosicché il singolo raggio tende ad identificarsi con quel poco che riesce ad illuminare. Inutilmente, da questo si tenta di ricomporre il senso di un insieme; quello che ne viene tratto è solo una vita fantasmatica e contraddittoria che viene creduta reale, mentre l’anima continua ad aspirare al riconoscimento olistico della sua divinità incorruttibile. In definitiva, l’identificazione nelle emozioni e nell’ego dipende da una perturbazione della visione. La prospettiva erronea si rettifica intensificando la forza originale della visione: quando si mette precisamente a fuoco l’apparenza, l’illusione evapora poiché è causata dalla distrazione e da schemi condizionati e ripetitivi del pensiero a cui si cessa di dare nutrimento.
Quando l’artista mette in opera le proprie emozioni, la sua dedizione e l’originalità creativa sublimano la sua stessa percezione, così man mano le emozioni personalistiche si decantano rivelando i sentimenti naturali dell’anima che tendono all’armonia e all’unità. Ovviamente può accadere solo se non c’è attaccamento alle emozioni, se si è disposti a lasciarle andare per scoprire ciò che da esse viene celato. Però spesso l’essere umano è un drogato emozionale, perché sulle emozioni, in particolare su quelle pesanti e negative, si fonda l’illusione di essere un ego.
In passato la maestria dell’arte richiedeva di creare nei momenti di alta ispirazione; si insegnava che la pesantezza d’animo nuoceva gravemente all’espressione artistica. Seppure l’artista era umanamente soggetto ad ogni tipo di emozione, nel momento della creazione doveva agganciarsi saldamente alla corrente ascensionale tralasciando la zavorra. Gli artisti moderni, seguendo un impulso inconscio sulla via dell’evoluzione, hanno invece legittimato la totalità del materiale che brucia nel crogiolo delle emozioni. Questo ha reso all’uomo la piena responsabilità creativa, dandogli l’opportunità di divenire un alchimista capace di evolvere se stesso insieme alla propria opera. Infatti la nuova disposizione ha inteso superare la passività religiosa che nel passato ha nutrito l’idealismo artistico, ribadendo quella prodigiosa facoltà di trasformazione alchemica che è insita nel processo creativo, anche se ciò non è stato ancora sufficientemente chiarito.
Prima si pregava per ricevere l’ispirazione, e questa poteva mostrarsi inaffidabile, dato che l’artista, non sostenendo con chiarezza il percorso di individuazione, non aveva il modo di verificarsi e di comprendere come sostentare e trasformare energeticamente il proprio lavoro. Certamente molti miracoli creativi si sono comunque manifestati, però gli artisti non potevano crescere di pari passo con le loro opere, dato che si ponevano come officianti e non come alchimisti. Il senso della rivoluzione espressiva dell’Arte Moderna è stato quello di voler culminare il processo dell’individuazione, e questo è tuttora valido, anzi urgente, pur se è stato tradito.
Effettivamente, partendo dal piombo delle pulsioni grezze si può creare arte vera stando radicati nell’inconscio ma estendendosi verso il Superconscio, nel momento in cui si è in grado di attraversare il caos per giungere a una sintesi superiore ed armonica. In questo caso il fenomeno artistico acquisisce la profondità maturata nell’abisso, la saggezza tratta dal percorso evolutivo che si è attraversato, e la benedizione dell’ispirazione che si è realizzata. Quindi in definitiva la proposta appassionata dell’Arte Moderna è stata un bene, perché ha gettato le basi affinché l’arte fosse più autenticamente esistenziale, però da ciò è venuto un male poiché con poca accortezza ci si è fermati al piombo delle emozioni non evolute, senza porsi il problema di verificarle e trasformarle operativamente. Ritengo che uno dei compiti dell’arteterapia evolutiva sia quello di chiarire l’equivoco, presentando le cognizioni sottili e i mezzi operativi necessari a favorire il processo di comprensione e di trasmutazione.
Nell’attuale fase di sviluppo dell’essere umano, l’artista egocentrico, che informa la sua opera sulle proprie emozioni senza evolverle consapevolmente, è totalmente anacronistico e superato. Quello emozionale è uno stadio che è già stato copiosamente sperimentato nella gioventù dell’Arte Moderna. Possiamo considerare che nella fase giovanile l’emozione è il necessario travaglio che prepara la maturazione dell’individuo; perciò a questo stadio l’Anima trasmette sul piano emotivo un forte quantum energetico, che consente talvolta esiti straordinari. Il fine di tale sommovimento interiore è evolutivo, ma se il passo non viene compiuto l’individuo si trova ad essere bloccato non appena il flusso si esaurisce richiedendo un passaggio di grado. In modo simile, gli artisti moderni hanno vissuto un processo di intensa gioventù creativa che tendeva ad evolvere loro stessi e il loro lavoro; però, non riconoscendo l’alchimia interiore, non hanno saputo culminare il processo.E tale compito è quello che oggi gli artisti più intuitivi e capaci si trovano ad affrontare.

lunedì 9 marzo 2015

Cercando la vera arte

Satvat - L'Uomo Nuovo - acrilico su tela


Si è giunti a pensare che l’arte si occupi essenzialmente di esprimere e comunicare emozioni o concetti, e che ciò sia sufficiente in modo non discriminabile, senza la necessità o la possibilità di una verifica di valore. In realtà la nostra società soffre l’aberrazione di un eccesso di comunicazione indiscriminata, che non distingue il vero dal falso e intasa l’elaborazione cosciente della psiche; non è proprio il caso che anche l’arte alimenti questo pasticcio, e la sua virtù dovrebbe essere l’ispirazione piuttosto che la comunicazione, che ha vie più prosaiche e orizzontali. Generalmente gli artisti e i critici si sentono insultati quando si presenta l’evidenza che non tutto quello che viene artisticamente espresso può essere considerato arte; in nome di una fallace democrazia espressiva e di poco coraggio critico, nella produzione artistica tutto viene giustificato, l’alto e il basso sono posti sullo stesso piano e così il compito essenziale dell’arte viene mistificato e tradito. Mettendo ogni tipo di pulsione tradotta artisticamente in uno stesso calderone, che mescola e inquina i diversi sapori, si confonde l’indigesto con ciò che è saporito e nutriente.

Questo errore, che grava pesantemente sull’arte contemporanea, annullando il riferimento spirituale all’ispirazione e all’elevazione, è dovuto al fatto che non ci rende capaci della lettura energetica di quello che viene artisticamente prodotto. Basterebbe tale consapevolezza per distinguere il valore e il senso dell’arte, dando impulso a un rinnovamento sia della riflessione dell’uomo che dell’intera società; infatti l’arte non è superficialmente accessoria alla civiltà, ma è il veicolo formativo e contemplativo della sua anima. E’ strano che l’essere umano si preoccupi di cose banali e prevalentemente pratiche, tralasciando di responsabilizzarsi e formarsi per gli aspetti vivamente esistenziali, che danno qualità e senso al suo essere e alla sua manifestazione, i quali vengono lasciati al caso. Ci si occupa troppo poco di come vivere e di come morire con consapevolezza, di come coltivare i sentimenti e stabilire la connessione con l’Anima, di come far nascere e crescere responsabilmente dei figli, di come salvaguardare la salute nell’ampia accezione del termine; ed è così anche per quanto riguarda la creatività e l’arte.

Il dibattito sull’arte, che in passato ha appassionato ogni artista, trovando echi significativi nella società, si è completamente interrotto con l’attuale negazione dell’Anima; per la stessa causa non ci si chiede più quale sia il senso autentico della vita e quale possa essere l’arricchimento essenziale dell’essere umano. Se l’Anima è dimenticata anche l’arte diviene un oggetto trivialmente prosaico che, non indicando più la dimensione interiore e spirituale, assume arbitrariamente un valore di mercato. Mentre attualmente ogni tipo di espressione immatura, reattiva, cervellotica e corrotta viene spacciata per arte, il pubblico, distratto, ipnotizzato o nauseato, sostanzialmente se ne disinteressa, o addirittura sceglie le forme più deteriori.

Eckhart Tolle ha chiarito perché questo succeda parlando del “corpo di dolore”, il quale è il carico delle esperienze dolorose ed irrisolte che l’individuo conserva come memorie auto-replicanti che procurano automaticamente delle ulteriori sofferenze. Il “corpo di dolore” agisce come un’entità autonoma che sostanzialmente ricerca e provoca delle occasioni per sperimentare negatività, al fine di alimentarsi. L’individuo si identifica con il proprio “corpo di dolore” e nemmeno tenta di liberarsene, o almeno di avere il buonsenso necessario ad evitare la sofferenza che questo gli richiede costantemente, poiché il dolore è energia contratta che cementa il senso illusorio dell’io, e l’ego è l’unica identità, seppure falsa, che egli riconosce. Perciò si trova a scegliere inconsciamente e compulsivamente delle occasioni disarmoniche, violente e insalubri, nel complesso della sua vita e quindi anche nel suo gradimento delle forme espressive improntate dalla negatività. A questo si deve il successo dei film, dei libri e delle altre manifestazioni “artistiche” che contribuiscono a creare malattia individuale e sociale. Eckhart Tolle ha scritto: "E' nata un’intera industria che incentiva la dipendenza umana dall’infelicità. La gente ovviamente guarda questi film perché desidera stare male. Cosa c’è nell’umano che ama sentirsi male e chiamarlo bene? il corpo di dolore naturalmente. Una gran parte dell’industria dello spettacolo vive su questo. Così, in aggiunta alla reattività, al pensiero negativo e al dramma personale, il corpo di dolore rinnova se stesso col cinema e la televisione1>>.

La maggioranza delle persone ha dimenticato che l’arte, nel suo senso originario, può essere lo specchio dell’Anima e una preziosa fonte di ispirazione, né lo richiede. In tal modo siamo terribilmente impoveriti, non disponendo di questa prodigiosa opportunità per stimolare l’approfondimento introspettivo della visione. L’arte contemporanea è divenuta casuale, decaduta dal cuore alla mente, egocentrica, artificiale, disarmonica, edonisticamente negativa; così è solo un alimento per il corpo di dolore, un ingannevole oggetto commerciale e il suicidio dell’arte. Si è arrivati al punto che è il valore economico a cui un’opera riesce essere venduta che ne decreta il valore artistico, e ci sembra normale. Ma in tal caso non c’è più arte, e sarebbe bene che lo riconoscessimo per capire che invece dovremmo aspirare all’arte che ci rivela a noi stessi e sublima la nostra percezione. Ho ascoltato Osho dire: "Il novantanove per cento dell’arte moderna è patologico. Se dovesse sparire dal mondo, sarebbe una cosa sana e un grande aiuto, non sarebbe affatto un male. La mente moderna è una mente collerica: è piena di rabbia perché non siete in grado di contattare il vostro essere, è in collera perché avete perso ogni significato, perché non sapete cosa sia il valore2".
 
1 E. Tolle – Un nuovo mondo – Mondadori, 2008
2 Osho – Orme sulle rive dell’ignoto - Mondadori, 2000

domenica 1 marzo 2015

Le visioni consapevoli dell'arte

Se è vero che l’aiuto dell’arte, sin dalle sue espressioni primarie, si manifesta al livello individuale nel coinvolgimento operativo, è pur vero che si possono godere i doni dell’ispirazione artistica con la contemplazione, in qualità di estimatori. Espressione matura di una ricerca, l’arte è, come disse Bernard Shaw, lo specchio per guardarsi l’anima; tuttavia il saper guardare in tale specchio non è un’operazione scontata, dato che lo sguardo ordinario è capace di cogliere solo l’ovvietà. La volpe dice al Piccolo Principe di Saint-Exupéry: "Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi". Per partecipare e godere dell’arte, come di ogni altra cosa, bisogna aprire l’occhio della visione, che con nervo di pura luce illumina i misteri del cuore, dove tutto è compreso nell’unità dell’essenza.
Satvat - Sguardo d'aquila - acrilico su tela

Trovo scandaloso che la nostra cultura manchi di stimoli all’approfondimento, lasciando il pubblico nell’immaturità della rispondenza superficiale e automatica. Si può apprezzare solo quello che si è in grado di riconoscere in risonanza, per cui per godere dei misteri dell’arte si richiede un’affinazione percettiva che comporta l’attivazione dell’emisfero destro e l’apertura del cuore. Recentemente alcuni musei dell’arte, ad esempio il MART di Rovereto, hanno organizzato delle visite guidate riguardanti la contemplazione intonata all’arteterapia delle opere esposte. Queste esperienze sono interessanti e aprono la strada a comprensioni nuove ed espansive, che possono arricchire la cultura e la visione introspettiva. Però sono scarsissime le ricerche in questo campo e mancano gli operatori in grado di guidare in tali esplorazioni. Dato che né gli arteterapeuti né i critici d’arte hanno una formazione in tal senso, le loro letture delle opere restano spesso superficiali e in alcuni casi pretestuose.
Ritengo che per sviluppare questo percorso si rendano necessarie le comprensioni dell’arteterapia evolutiva che investiga sui valori energetici, simbolici e trasmissivi dell’espressione artistica. Nel corso della mia ricerca, ho verificato che le chiavi utili a leggere nel cuore delle opere dei grandi artisti non si trovano tanto investigando nella storia dell’arte, bensì stabilendo una vitale risonanza con il fermento interiore che li ha motivati. Potrei dire: conoscendo l’opera dall’interno della sua motivazione, che è artistica, individuale e psicologica solo in parte; infatti il suo tessuto originale è universale e esoterico. Possiamo coglierne il senso essenziale giungendo noi stessi , nella centrale testimonianza da dove si contempla con saggezza l’intero panorama e il dispiegarsi delle forze. Non sono un critico d’arte e non ho la presunzione del sapere intellettuale; forse proprio per questo ho potuto parlare e scrivere molto sull’arte e sugli artisti con innocenza e responsabile confidenza, sapendo di non sbagliare. Sono legittimato nel farlo dalla capacità di ricezione empatica che ho maturato insieme alla comprensione dei fattori energetici.
Satvat - Riposando sotto le Arcate del Tempo - acrilico su tela
 L’arte parla direttamente al cuore, però è la capacità di cogliere i nessi sottili che dispone il cuore all’ascolto e spalanca la porta della percezione. Allora si rivela lo stupefacente universo dell’arte, con i suoi ricami finissimi di sinergie e di contenuti che parlano all’anima dell’Anima. Se è arte autentica, è stata vissuta e meditata dall’autore tanto da conferire significato ed energia, in un modo sottile che l’arteterapia evolutiva può rivelare. In generale, abbiamo bisogno di affinare le capacità percettive, di essere educati a guardare in modo appropriato per capire la realtà di ciò che stiamo guardando, stupendoci di una ricchezza che non avremmo immaginato.