L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

sabato 29 gennaio 2011

Conosci te stesso

Satvat - Conosci te stesso - acrilico su tela cm. 40x60, 2011
Conosci te stesso era il motto inciso sopra l'entrata dell'Oracolo di Delfi; è anche il messaggio di ogni Buddha, di ogni Maestro di Verità. Ma se si indaga a fondo, non c'è effettivamente una propria personalità che venga alfine riconosciuta: si scopre di non essere qualcuno, bensì di essere nessuno. Non nel senso che non vi sia presenza, al contrario vi è una presenza indicibilmente vasta che è l'Esistenza stessa. Questo libera, poiché affranca dai limiti, dalle proiezioni e dalle sofferenze dell'ego.

In questo dipinto ho posto il Buddha su un tappeto intrecciato dalle correnti del mutamento, in una posizione statuaria di meditazione. Il volto, in cui usualmente riponiamo la definizione dell'io, è assente, ma è visibile l'aura espansiva dell'energia, da cui osservano gli occhi del Buddha che pervadono l'intera Esistenza. Quello sguardo su tutto è da parte del Tutto, è il nostro stesso sguardo, il più limpido e profondo,  in cui è compresa ogni cosa.

venerdì 28 gennaio 2011

Bodhidharma/Diogene

Satvat - Bodhidharma/Diogene - acrilico su tela cm 40x60, 2011
Bodhidharma portò in Cina l'insegnamento più esoterico del Buddha, quello dell'illuminazione diretta che è poi fiorito in seno allo Zen. Attendendo una persona sufficientemente matura per ricevere il messaggio, Bodhidharma rimase per anni in meditazione volto verso una parete di roccia. Similmente, Diogene cercava l'uomo degno d'essere chiamato tale, e per sottolineare il senso profondo della sua ricerca teneva la lanterna accesa anche di giorno; egli intendeva scovare nell'uomo la luce dell'anima, che è ciò che ci rende davvero umani. 

In questo momento drammatico, offeso dalla più grave espropriazione dell'anima, le figure di Bodhidharma e di Diogene evidenziano la nostra responsabilità, che ci spetta essenzialmente, in quanto esseri umani, nel tenere acceso il lume interiore, nonostante l'oscurità che grava tutt'intorno.

Fioritura spirituale

Satvat - Fioritura spirituale - acrilico su tela cm 40x60, 2011

mercoledì 26 gennaio 2011

Attingendo alla Sorgente dell'Uno

Satvat - Attingendo alla Sorgente dell'Uno - acrilico su tela cm 40x60, 2011
Questa figura brilla di una luce vagamente androgina, e ha un solo seno da cui zampilla un fiotto di latte che colma una coppa verde, simbolo del Graal e del cuore. La veste di color rosso-magenta simbolizza la compassione. Dietro la testa si staglia la mezzaluna crescente, in modo da raffigurare le corna taurine che sono miticamente associate al Femminile e alla Madre Terra; il complesso simbolico di femminile/luna/terra/mucca/latte ha grande rilevanza in molte culture.

Ho inteso significare che il Buddha (la coscienza universale risvegliata) porge il seno amorevole della Verità Una, da cui possiamo attingere il nutrimento spirituale che ricolma il nostro cuore facendone un Graal della trasmutazione animica.

martedì 25 gennaio 2011

Il mistero del bastone-drago

Satvat - Il mistero del bastone-drago - acrilico su tela cm 40x60, 2011
Con questo dipinto ho meditato una celebre frase del maestro Zen Unmon: "Questo bastone si è trasformato in un drago e ha inghiottito l'Universo!". Nello Zen il bastone del maestro rappresenta la spina dorsale che canalizza l'energia vitale, e la dimensione verticale/spirituale; con il colpo del bastone, il maestro provoca il discepolo al Risveglio. Quando Unmon  dice che il suo bastone si trasforma in drago, vuol dire in qualcosa che è puramente misterico e inafferrabile. La non-mente Zen sorpassa sia il conosciuto che il conoscibile, affondando saggiamente nel mistero che "inghiotte l'Universo" con la pura testimonianza del qui-e-ora.


Nel dipinto mostro che è effettivamente la figura il fulcro della trasformazione in drago, come mostra l'accentuazione metamorfica del volto; il bastone diventa drago per simboleggiare la fermentazione misterica della consapevolezza. L'aureola è formata dall'enso, il cerchio Zen che rappresenta la Totalità di Essere e Non-Essere; dal suo centro parte un filo grafico che richiama la calligrafia  orientale più "astratta", detta a "filo d'erba", significando che è dal centro inesplicabile del Tutto  che si trae il più affascinante linguaggio creativo.

mercoledì 19 gennaio 2011

I colori della Luce

Satvat - I colori della Luce - acrilico su tela cm 40x60, 2011
In questo quadro ho dipinto la figura del Buddha in bianco e nero, mentre l'aureola è un flusso di correnti vivacemente policrome; lo sfondo è dorato. Ho inteso significare che la figura del Buddha è assolutamente neutra, non identificata e non identificabile; tuttavia se la contempliamo può gettarci nelle braccia dell'aura colorata della Vita, dove veniamo cullati e rigenerati. Il colore è Vita, e il Buddha è consapevolezza; noi siamo entrambi. Questo è un mistero di gioa, la cui comprensione ci conduce a vedere che l'Esistenza, al di là di quelle che possono essere le nostre proiezioni, è oro puro.

martedì 18 gennaio 2011

Il Buddha che ride

Satvat - Hotei, il Buddha che ride - acrilico su tela cm. 40x60, 2011
La figura del Buddha che ride nasce nell'antica Cina e ha avuto una grande popolarità in Giappone, dove è visto come Dio della Fortuna e della prosperità. Molto dipinto dallo Zen, Hotei (Budai) viene raffigurato grasso e grottesco, con un grande sacco da cui trae doni e dolciumi che condivide con chiunque. Questo Buddha non parla e non appare affatto circonfuso dal sobrio silenzio degli altri Buddha; il suo insegnamento consiste nella sua contagiosa risata a crepapelle, e nella sua prodiga distribuzione di doni. E' interessante notare che è stato ritenuto un'incarnazione del Buddha Maytreya, il Buddha del futuro. Ritengo che infatti Hotei ci riguardi direttamente, dato che può insegnarci la semplice celebrazione, la condivisione e il non prenderci sul serio, tutte cose preziose che abbiamo dimenticato.

In questo dipinto ho collocato la figura su un ricco sfondo verde, colore della prosperità e della naturalità. La sua veste spiraliforme esibisce il proverbiale pancione rotondo, come un Tutto che contiene ogni cosa. Dal grosso sacco aperto fluisce una fitta cascata di doni, simbolizzati con forme geometriche e variopinte.

lunedì 17 gennaio 2011

Satvat - Sereno invariabile - acrilico su tela cm 40x60, 2011
Incurante delle nuvole scure che attraversano il corso della vita, chi si centra nel cuore entra nella Via d'Arcobaleno, dove trova sempre uno squarcio di Cielo invariabilmente sereno. Con lo sguardo innocente della consapevolezza ci si accorge che la pentola d'oro, miticamente sepolta alla fine dell'arcobaleno, è sempre presente, al di là delle apparenze transitorie.

sabato 15 gennaio 2011

La chiave della saggezza

Satvat - La chiave della saggezza - acrilico su tela cm. 40x60, 2011
Ho inteso dipingere un Buddha affatto iconografico e intimamente umano, conferendo una particolare espressione al volto. Così l'immagine conduce la visione all'interiore che non può essere espresso, ma che si rivela nel clima del quadro e che si puntualizza nel mudra disegnato dalle mani. Pur se umana, perciò ad ognuno corrispondente, in virtù della sua risonanza interiore la figura risulta come un faro capace d'illuminare il kosmos brulicante delle correnti del mutamento; la sua veste è più un tendaggio di luce che un abito coprente. Il mio intento è stato quello d'esprimere la nostra inalienabile consapevolezza, la "natura di Buddha", che può essere riconosciuta quando ci volgiamo all'interno, espandendoci liberamente nella non-dimensionalità spirituale. Questa è la chiave della saggezza.