Ormai e' accertato anche dalla scienza che una forma o una linea disegnata producono determinate frequenze, come ha testimoniato l’utilizzo millenario di
diagrammi magici, di simboli ermetici e alchimistici, di disegni rituali. Ed è noto che i
colori hanno delle frequenze specifiche. Proviamo quindi a riflettere sul fatto che un dipinto è una speciale composizione di colori, linee
e forme. Esso è un fenomeno materialmente identificabile, in quanto è
percepibile con i sensi, ma, per quanto abbiamo detto, risulta anche dotato di
una natura vibrazionale e invisibile. Possiamo quindi considerare che il
dipinto è essenzialmente una composizione di fattori creativi (colori, linee e
forme) che è satura di vibrazioni. Ma dobbiamo significativamente valutare dell’altro.
La
fisica quantistica ha dimostrato che il risultato di un esperimento non è
prevedibilmente meccanico, bensì dipende anche dall’attitudine mentale di chi
lo conduce. Il principio di Heisemberg definisce che un’energia può
manifestarsi come onda e/o particella, cosa del tutto illogica, assecondando per
giunta la convinzione dell’osservatore. Ed è chiaro che il pittore non
concepisce il quadro in modo casuale, disponendo i vari elementi
in modo automatico e non significativo come farebbe una macchina, ma lo fa seguendo le proprie emozioni e, nei casi
migliori, assecondando il sentimento e la virtù misteriosa dell’ispirazione.
Ciò evidentemente comporta che gli elementi della creazione assumono delle
valenze ulteriori e potenziate che non soltanto si assommano nell’insieme, ma
sono vivamente dettate dall’attitudine animica dell’autore, come è confermato dal
principio di Heisemberg.
Infatti, quello che fa l’artista non è la costruzione prosaica di un
oggetto inerte, piuttosto è la creazione di un tessuto di frequenze che, quando
queste sono elevate e armoniose, partecipa la nascita di una vita nuova e
brillante. E’ chiaro che il risultato può essere sia elevato che basso,
armonico o disarmonico, ispirante o ottundente, e ciò evidenzia la
responsabilità creativa dell’autore. Quando egli procede saggiando la visione
interiore e approfondendo l’alchimia creativa, trova nell’ispirazione i nessi
esoterici che producono l’armonia, tanto che basterebbe spostare di poco una
linea, o cambiare una forma oppure un colore, per far precipitare il climax sia
visibilmente estetico che sottilmente energetico dell’opera. Effettivamente,
quello che è presente in un’opera d’arte può essere intuitivamente percepito,
ma non può essere pienamente colto dai cinque sensi e codificato mentalmente.