L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 29 dicembre 2011

UN ILLUMINANTE 2012!

Satvat - L'uomo nuovo (buddha del 2012) - acrilico su tela
Sembrava lontano: nel tempo mitico delle profezie, con il suo carico di timori e speranze, di sogni spirituali oppure di incubi ricorrenti. Un numero magico per esorcizzare il presente vissuto con scarsa consapevolezza, posticipando l'impegno totale di scoprire ed essere se stessi; alcuni con la rinuncia legittimata dal catastrofismo, altri con la speranza di un qualche aiuto sovrannaturale.
Invece eccolo, il 2012 sta irrompendo nel tempo delle nostre vite con il suo doppio volto di angelo/demone, vanificando l'indugio dell'attesa e portando nella vita vissuta il suo messaggio pressante e denso di significati; e in ogni caso è vero: l'angelo quanto il demone ci sfidano a vedere profondamente noi stessi.
Guardiamo quanto sappiamo riconoscerci, se sappiamo amare, se siamo felici, se ci permettiamo di essere creativi, cos'è che realmente ci manca, che cosa intimamente desideriamo e che cosa ci spaventa. Guardiamo negli ingranaggi spietati di questo mondo infausto che stiamo creando, incapaci come siamo di darci a noi stessi celebrando la Vita. Guardiamo intensamente come possiamo risorgere.
Per questo credo che il 2012, con la sua intensa investitura simbolica, sia il viatico stretto per giungere ad una comprensione radicalmente nuova ed irrimediabilmente necessaria. Il senso mortifero della fine, che oggi grava sull'animo umano ben più della crisi economica, manifesta la nostra perdita dell'anima e la frammentazione a cui ci siamo sottoposti vivendo solo sul piano orizzontale, facendoci orfani di un più profondo senso universale e spirituale. Vedendoci come materia, osserviamo lo schianto predestinato che la materia naturalmente incontra; abbiamo dimenticato la gloria spirituale dell'essere, ma oggi solo questa può scoprirci risorti.

In questo mio dipinto lo 0 del 2012 è formato dall'hara, il centro sottile della presenza essenziale che ci congiunge al Tutto. La figura dell'uomo nuovo siede a gambe incrociate su un cumulo di letame; questo buddha del 2012 è visibilmente androgino ed incoronato con la Luna femminile ed il Sole maschile. Abbraccia se stesso incrociando le braccia sul petto, come fanno i sufi nel raccoglimento spirituale; dalla mano destra libera una colomba simbolo di pace, e nella mano sinistra tiene un serpente - simbolo della trasformazione - disegnato come il Nodo Lunare Nord che allude alla spinta evolutiva. L'occhio sinistro, intuitivo, allarga una visione piumata, mentre da quello destro, maschile, sgorga una lacrima di pura compassione; un terzo occhio verde - colore del cuore - apre la sommità del capo alla visione spirituale. Intorno al lato sinistro della figura vi è un'ombra viola - colore della guarigione - per significare la necessità della reintegrazione consapevole dell'Ombra. Quattro stelle a sei punte (simbolo dell'unione del fuoco-alchemico/maschile con l'acqua-alchemica/femminile)  irradiano cerchi di illuminazione nella parte sinistra del cielo, disperdendo le nubi oscure. Invece in alto a sinistra un pentacolo (simbolo dell'essere umano) moltiplica le sue punte radianti mandando verso terra dei fasci luminosi da cui emergono delle sfere arancioni piene di gioia di vivere.

Cari amici, con tutto ciò voglio farvi i miei amorevoli
AUGURI PER UN ILLUMINANTE 2012




lunedì 19 dicembre 2011

OLTRE CONFINE

Oltre Confine per uscire dal pantano vischioso: dell'essere umano a una sola dimensione, del mondo a una sola dimensione, della mancanza d'anima, della verità canonica, del silenzio senza meditazione, dell'amore non dato, del pensiero senza magia, dell'arte disperata, della crisi senza speranza, di un incubo senza risveglio, della cultura che non nutre, di un canto soffocato, di un abbraccio rinunciato, di uno sguardo senza vasto orizzonte, di un'azione senza attenzione, di una vita senza esultanza, di tutto ciò che imprigiona.

Oltre Confine è una nuova e molto interessante rivista di spiritualità arte e letteratura. Leggendola ho sentito una sincronica rispondenza, tanto che avrò il piacere di collaborare sulle sue pagine ricche di vita ed esperienze. La consiglio vivamente agli amici dell'Artista Interiore.

Oltreconfine è un progetto culturale, una rivista mensile,
un luogo di scambio, uno strumento di informazione libera e non convenzionale,
un percorso di qualità, una scommessa.
Oltreconfine parla di arte, letteratura e spiritualità con un linguaggio chiaro, una grafica elegante e leggera, un minuzioso lavoro redazionale e un'accurata selezione di articoli, interviste, rubriche, recensioni, foto e immagini.
Oltreconfine è l'espressione fatta parola della vocazione e dell'ambizione del suo staff, quella di allargare gli orizzonti della coscienza con il coraggio di mettere costantemente in discussione dati, esperienze, verità e principi.
Oltreconfine si rivolge a tutte le menti desiderose di ampliare i propri confini e di intraprendere nuovi percorsi di ricerca spirituale.

venerdì 16 dicembre 2011

Nuova esposizione a Roma delle mie opere

Alchimia gioiosa

Un numero significativo delle mie opere è in mostra a Roma presso Thomas Creazioni Via dei Canestrari 7/9 (traversa tra Corso Rinascimento e Piazza Navona).

In esposizione dipinti, sculture e gioielli/scultura.

Nido d'aquila

Kosmos

L'Era dell'Acquario

venerdì 9 dicembre 2011

L'oca è fuori!

Satvat - L'oca è fuori! - acrilico su tela, 2011
Sul famoso koan zen dell'oca nella bottiglia ho realizzato questo nuovo dipinto, in modo più scarno e zen rispetto alla intensa coreografia sullo stesso tema che avevo dipinto ad olio molti anni fa. Il racconto pittorico si è essenzializzato divenendo forse ancor più efficace, e si è iconograficamente incentrato per rispettare l'intendimento comunicativo e simbolico che ha motivato la mia nuova mostra Officina di Risveglio.


martedì 6 dicembre 2011

Qui e ora

Satvat - Hic et nunc (qui e ora) - acrilico su tela 2011

Ho dipinto questo Buddha/fenice come meditazione nel qui e ora. La spada recide simbolicamente i legami mentali con il passato e il futuro. La veste è rossa, colore attivo dell'attenzione. Il fuoco da cui sorge la fenice incenerisce le identificazioni, così il presente fluisce con spontanea innocenza, perciò in modo sempre originale.

domenica 4 dicembre 2011

Ribellione spirituale

Satvat - Ribellione spirituale - acrilico su tela 2011

L'individuo che si impegna ad essere consapevole è inevitabilmente sottosopra rispetto alla massa, la quale subisce la gravitazione dolente della mancanza di creatività e della rassegnazione all'assenza di amore. Infatti egli  non si lascia passivamente opprimere dai meccanismi psicologici ed esistenziali di un sistema malato che proprio dalla massa incosciente trae vitalità e sostegno. Un tale ribelle è autentico e spontaneo, non reattivo, e trae energia dalla Sorgente; avendo fiducia nella Vita e nella verità essenziale della propria presenza, non teme di essere controcorrente perché sa che effettivamente sta seguendo il flusso sacro dell'Esistenza quanto del proprio destino. In ogni momento si affranca dal peso inutile del passato disponendosi al nuovo, con la leggerezza ineffabile della naturale rispondenza; esce dal solco pietrificato e sterile della mente di massa, così può spargere semi che attecchiscono per fioriture sorprendenti. Paga per questo un prezzo a volte evidente eppure irrisorio, dato che rispettando ed accettando il proprio destino può scoprire e condividere le sue ricchezze; questo è più che abbastanza, anche perché egli sa dare il giusto valore alle cose e non si affanna seguendo l'inganno dei desideri indotti.


Per esprimere tutto questo ho dipinto un Buddha sottosopra rispetto ad una serie di volti picassiani, le cui fattezze sghimbesce mostrano un'evidente schizofrenia. La figura è rilassata, centrata nella meditazione, e la sua veste si avviluppa circolarmente nell'azzurro come i petali di una rosa. Le sue radici sono in cielo, come l'Albero Cosmico della mitologia nordica, ma forse sarebbe meglio dire che il Buddha poggia nell'intima realtà di se stesso, in cui si esprime la Verità di ciò che è. Il quadro può essere appeso anche nell'altro senso, mostrando chi è realmente sottosopra.


Ho intenzionalmente citato Picasso, il quale è stato certamente un grande rivoluzionario dell'Arte Moderna, ma non un ribelle nel senso che ho sopra descritto. La differenza è enorme, tanto che l'artista ha agito spronando il proprio io contro il limite, procurando un gigantismo distorcente che ha afflitto lui e la sua opera. La sua arte geniale è stata soprattutto – come Picasso stesso ha affermato – un'arte-contro, ossia si è motivata reagendo risolutamente agli schemi; questa attitudine, a mio parere, non può esprimere il valore essenziale che invece può sprigionarsi da una libera e consapevole meditazione artistica, che spontaneamente muove per propria forza vitale dall'interiore.

giovedì 24 novembre 2011

Una cura per lo stress post-traumatico da crisi


Satvat - Alchimia metropolitana - Acrilico su tela
 Un effetto collaterale e non trascurabile dell'attuale crisi economica è certamente quello della depressione psicologica. La decadenza dell'intero schema di riferimento socio-economico abbatte ogni sicurezza, rendendo inattuale ogni prospettiva logica dello sviluppo. Sappiamo che nulla sarà più come prima: tutto quello che si dava per scontato – e su cui ci si appoggiava – sta franando, ma non si hanno né idee né risorse per agire concretamente verso un cambiamento positivo. Nonostante tutti i sacrifici imposti, non si potrà tornare indietro, e il futuro ci viene forzosamente strappato di mano. Improvvisamente ci siamo accorti che siamo stati espropriati da ogni capacità decisionale, che la vita che abbiamo vissuto e stiamo vivendo è il risultato delle scelte verticistiche e spietate di un potere su cui non abbiamo alcun controllo. Lasciando da parte tutte le considerazioni politiche, vorrei si riflettesse sul fatto che stiamo accusando  in modo generalizzato chiari sintomi di stress post-traumatico: depressione, stanchezza cronica, irritabilità, difficoltà di concentrazione, ansia per ogni minima cosa, chiusura in se stessi. 

Tutto ciò non dev'essere trascurato, non solo perché ci rende tanto infelici ma anche perché così ci si impoverisce di forza vitale, in una situazione che invece richiede un acume di consapevolezza e di creatività. Siamo tuttavia pronti a reagire, non ad agire, e in tal modo si naufraga nel senso di impotenza, non essendo in grado di cogliere ed inventare nuove opportunità. Credo sia fondamentale – prima ancora di tentare di aggiustare la situazione esteriore – che ci prendiamo cura della nostra situazione interiore, ribilanciando le nostre energie e trovando delle aree meditative in cui rinfrancarci. Non ho dubbi che un nuovo mondo ed un nuovo stile di vita potranno venire solo dall'attitudine creativa di un uomo nuovo, che abbia sanato i suoi conflitti ed abbia attivato il motore spirituale delle energie interiori; dobbiamo essere in pace per manifestarci in un mondo di pace, e dobbiamo divenire creativi per gettare le basi di uno sviluppo radicalmente innovativo. Per non perderci – in molti casi per non schiantarci – in un momento tanto ostico e delicato, possiamo riscoprire ed utilizzare le nostre facoltà naturali, in particolare riconnettendoci al nostro potenziale creativo, iniziando a praticare una qualche forma di espressione artistica, ed anche avvalendoci dell'arteterapia. 

La creatività ci aiuta a riconoscerci in ciò che realmente siamo, riscoprendo i nostri talenti dimenticati che ci aiutano a ritrovare l'autostima e la capacità di agire in modo responsabile e originale; inoltre ci proietta in un tempo "altro", in cui stacchiamo la spina dalle preoccupazioni quotidiane, permettendoci di ricaricarci nell'intimo contatto con l'energia vivente della Vita. Non sono vane parole, come ha ampiamente dimostrato l'arteterapia nel corso del trattamento psicologico anche di stati traumatici gravi, ad esempio in relazione a situazioni di perdita, di abuso e di malattia. Come ha scritto l'arteterapeuta Cathy A. Malchiodi: "Facendo arte le persone si sottraggono alla presenza della malattia, dimenticando il loro stato fisico e aprendosi a esperienze diverse. Inoltre, come ci dicono molti pazienti conversando sul valore del processo artistico, l'arte è un'esperienza che offre una forma di trascendenza: quando sono impegnati in quell'attività spesso si elevano al di sopra della malattia, vincono il dolore e superano angosce e paure".
Chiaramente questo è vero in ogni caso di malessere, anche quello contemporaneo  e socialmente condiviso che è portato dalla crisi. In definitiva dovremmo comprendere che siamo noi stessi la nostra maggiore risorsa.

mercoledì 16 novembre 2011

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?


Si resta esterrefatti quando si osserva la povertà essenziale della cultura contemporanea. Ancor più quando ci si confronta con persone sensibili che si sono elevate dalle pastoie della mente di massa, per cui ci si aspetterebbe da loro una capacità di indagine che sia rispondente ad una comprensione effettiva ed originale della realtà. Anche quando mi trovo a dialogare con quelli che dovrebbero essere gli "addetti ai lavori" – intellettuali, artisti, insegnanti – ho spesso questa impressione di sconfortante mancanza, di perdita di direzione e significato. Non sappiamo più collocare noi stessi e il nostro agire, sembrando che ci siamo spersi in un limbo in cui ogni cosa viene passivamente accettata, in realtà subita, senza essere più in grado di esercitare la benché minima capacità critica, nel senso buono della parola. Intendo l'attitudine critica per riconoscere ciò che ci fa bene da ciò che invece ci danneggia, e che sa distinguere il vero dal falso, o l'effettivo dalla demagogia imperante del "come se". 

Satva - In cammino verso l'alba, acrilico su tela
 Ci si accomoda nel "niente va bene", rinunciando alla proposizione creativa che può scaturire dalle spinte interiori e salutari dell'anima. Si continua così a dare la propria adesione alle accanite menzogne, legittimate solo dalla ripetizione mediatica, sapendone nell'intimo la falsità a cui non ci si oppone, per indolenza più ancora che per convenienza; in ogni campo: nella politica e nella finanza, così come nell'arte e nella disposizione generale alla vita. Non ci si ribella, non si azzarda di essere autentici e consapevoli del punto in cui siamo, sognando tutt'ora - nonostante la più cocente disillusione - che le risposte possano giungerci dalle alte torri del potere che sta soffocando la nostra vita. Si potrebbe riconoscere che ogni forma della cultura umana è scaturita da tre domande fondamentali, che oggi sono state rimosse: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? 

Satvat - Rinascita, scultura in argento
 L'investigazione appassionata di "chi siamo?" ci pone l'urgenza di trovare un profondo senso di identità e di realtà, che ci ponga in connessione con le risorse intuitive e creative della nostra anima. Quando ci lasciamo espropriare di questa domanda essenziale, dimentichiamo il soggetto intorno al quale si dovrebbe sviluppare la nostra esperienza esistenziale, accettando lo status quo di un sistema massificato senza capire che siamo noi i creatori della nostra realtà. Allora veniamo estraniati da noi stessi, assumiamo passivamente la finzione del "come se" e viviamo emozioni e pensieri indotti, perpetrando schemi distruttivi. In tal modo la società non è il frutto di una cooperazione tra individui per il bene comune, ma una gabbia che ci imprigiona assecondando un volere verticistico che ci riduce a "cose" senz'anima, atte a produrre e a consumare. L'arte diventa mercato e moda, non più un veicolo potente dell'anima; non si è neppure in grado di sapere cosa sia l'arte, perché ogni riferimento animico è stato annullato. 
Comprendere "da dove veniamo?" ci inserisce nel vasto panorama dell'evoluzione umana, aiutandoci a trovare i nessi che chiariscono il punto in cui ci troviamo. A questo proposito, ricco di implicazioni, dirò solo che trovo sconfortante che la riflessione sulla storia dell'arte si mostri tanto incapace di legare organicamente le varie espressioni artistiche che si sono sviluppate nel tempo, le quali, se si riflette nell'anima, rivelano invece un chiarificante percorso di evoluzione intuitiva e creatrice, come ho descritto nel mio libro IL TAO DELLA PITTURA. 
Trascurando "chi siamo?" si perde il senso introspettivo di "da dove veniamo?," così tutto appare casuale, episodico, epidermicamente estetico (o reattivamente non-estetico) e ogni cosa viene fallacemente giustificata in una esteriorità privata del senso intrinseco. L'implosione non-creativa di "chi siamo?" ci impedisce la necessaria veggenza di "dove andiamo?" gettandoci in una crisi epocale che siamo effettivamente incapaci di gestire e superare. 
L'unica possibilità di salvezza? Tornare a noi stessi ri-animandoci: solo da questo potranno sgorgare una nuova dignità, delle nuove scelte, una nuova cooperazione, una nuova creatività, un nuovo benessere, una nuova arte a misura di un uomo nuovo, atta a rivelare e condividere le ispirazioni preziose della guida interiore.

martedì 8 novembre 2011

Georgia O'Keeffe

Georgia O'Keeffe, come disse lei stessa, ha semplicemente dipinto, senza farsi carico dell'opinione comune che le donne non fossero grandi pittrici. Seguendo con passione la propria via, dipingendo in modo squisitamente femminile, è diventata la più grande pittrice moderna statunitense. Vediamo ed appezziamo l'enfasi dei suoi colori morbidi, fatti di inflorescenze avvolte a pistilli eretti e tanto intriganti, cedendo alla magia sensuale - erotica - dell'apparenza; ma non dovremmo ingannarci: attraversando l'espansione dei sensi l'artista ha puntato a raggiungere il cuore del deserto. Ha adorato quella somma asciuttezza silenziosa, quella pace arcaica ed immutabile, quel calore interno che ritorna l'anima virginale, senza astuzie né rimpianti; l'ha fatto seguendo la Via umida, femminile, distillando quintessenza dalle materie grasse, emozionali, dell'immaginazione e della pittura.

Georgia O'Keeffe - Two calla lilies on pink, 1928


Credo che Georgia O'Keeffe abbia dipinto quei volumi carnalmente floreali per potersi innamorare, lei caratterialmente così ritirata: quelle immagini cariche di seduzione e languore le erano forse necessarie per accendere il fuoco di una combustione interna finalizzata all'ascesi. Calore nei sensi come il calore nel deserto che asciuga rendendo tutto all'essenzialità immutabile della pietra. L'artista lo sapeva in fondo all'anima, già prima degli inesausti pellegrinaggi nel deserto, già prima delle sue raccolte di sassi bruciati e di teschi animali calcinati dal sole. Hanno visto la complementarietà di vita e morte, nei fiori e nei teschi da lei dipinti; ma non vedete? Quel teschio biancheggiante a mezzo cielo è in verità il fiore più bello, perché non caduco; non è morto ma è più vivo dell'animale a cui era appartenuto, poiché si è battesimato nell'arsura sino a meritarsi una dimora celeste, come gli antichi eroi. Questo è, a mio parere, quello che Georgia O'Keeffe ha cercato, imparato ed insegnato, nella sua pittura quanto nella sua vita.

lunedì 7 novembre 2011

La pittura di Georgia O' Keeffe a Roma


Questa è la prima mostra che presenta in modo esauriente in Italia il lavoro di Georgia O'Keeffe, la più importante pittrice moderna americana. Un'attenta selezione delle opere, che mostrano un escursus completo sui temi e sulle diverse fasi dell'espressione creativa dell'artista, insieme ad una fantasiosa e sorprendente cura  espositiva, ne fanno una mostra intensa ed imperdibile.


Georgia O'Keefe - Summer Days, 1936



GEORGIA O'KEEFFE
4 OTTOBRE 2011 - 22 GENNAIO 2012
FONDAZIONE ROMA MUSEO
Palazzo Cipolla - Via del Corso, 320 - Roma

venerdì 4 novembre 2011

Alchimia creativa con l'animale totemico


Il prossimo seminario a ART&VITA - il 12 novembre - sarà dedicato all'esplorazione del tema del totemismo animale, mediante il disegno e la pittura. E' questo un campo particolarmente potente, che evoca le radici primeve dell'energia vitale. Durante il corso ognuno potrà rintracciare il proprio animale totemico, facendone un alleato prezioso per comprendere ed agire le sfide del vivere con maggior fierezza e potere. Praticando le opportunità dell'alchimia creativa, vedremo la nostra situazione da una prospettiva nuova, più naturale e liberata, ossia non gravata dal peso del passato e delle ingannevoli interpretazioni mentali. Assumendo con particolari esercizi i poteri del nostro genio animale - poteri di cui disponiamo naturalmente ma che normalmente non rivendichiamo - verificheremo un livello esistenziale più vitale e creativo, appropriandoci di validi strumenti operativi che potremo utilizzare in ogni occasione del vivere, per realizzare un'esistenza più soddisfacente ed energetica.

ALCHIMIA CREATIVA CON L'ANIMALE TOTEMICO
12 NOVEMBRE PRESSO ART&VITA
ISCRIZIONI ANCORA APERTE

Per informazioni e iscrizioni seguire il link SATVAT-CORSI


 
La nostra cultura - sprofondata nel materialismo - è semplicemente divenuta ignara della possibilità di utilizzare il genio animale per attivare le potenze latenti dell'Anima. Tuttavia gli animali appaiono spesso nei nostri sogni, venendo copiosamente indagati dalla psicanalisi; le loro raffigurazioni hanno anche popolato l'Arte Moderna, con significati esoterici ed una indomita vitalità eversiva. In generale, il recupero consapevole della virtualità energetica dell'animale totemico può essere un'avventura preziosa ed entusiasmante. Nel mio libro L'Artista Interiore ho presentato su questo un valido esercizio, mediante la pratica meditativa del disegno. A chi si sentisse ispirato dal tema, consiglierei anche di partecipare a qualche seminario di tipo sciamanico, piuttosto che limitarsi ad un studio meramente intellettuale.

Tratto dal libro di Satvat RIPRENDIAMOCI L'ANIMA! - in preparazione -

sabato 29 ottobre 2011

Variazione del calendario corsi

Come ho già comunicato agli iscritti, per motivi organizzativi il corso di alchimia creativa sul tema dell'animale totemico è stata spostata al 12 Novembre.

Inoltre il 10 Dicembre è stata programmata una giornata dedicata alla scoperta dell'Artista Interiore, rivolta a chiunque voglia esplorare con libertà il proprio potenziale creativo, superando con facilità il senso di inadeguatezza e persino di incapacità ad esprimersi artisticamente. Una educazione sbagliata e fuorviante vi ha convinto di essere inabili a disegnare e dipingere, costringendo il vostro artista interiore a languire impoverendovi di risorse e di energia vitale? Questo corso è progettato per ristabilire la connessione con le facoltà creative ed il talento naturale, in modo da potersi riappropriare di un mezzo straordinario di espressione e di auto-conoscenza.  La creatività artistica è per ognuno un diritto di nascita e un campo libero di esultanza e di contatto con la propria anima, divenendo anche un metodo giocoso per meditare e risolvere i conflitti.

martedì 25 ottobre 2011

Dall'intensivo di mu-painting

Con un pò di ritardo, pubblichiamo qualche istantanea presa nel vivo dell'intensivo di mu-painting.

Mi sono addentrato nella foresta dei cavalletti, dove cuori intensamente vivi spremevano i colori del silenzio.
Ho veduto le opere lievitare come il pane, rigonfiandosi sino a sbocciare.
Ho ascoltato le canzoni degli amici, e li ho aiutati a tradurle sul pentagramma del sogno e sulla tela.
Di tutto questo sono grato, mentre lo spirito chiama nel tempo nuove avventure.


Satvat







giovedì 13 ottobre 2011

Il Re (dell'arte) è nudo!


Mentre assistiamo al triste spettacolo di un'arte sempre più degradata, ridotta ad oggetto dei tormentosi assilli della mente quanto di una logica ingannevolmente finanziaria, è ormai lampante - per chi conservi un pò di rispondente innocenza - che il Re dell'arte è nudo. Roboanti imbonitori continuano ad impastare, con il niente della mera trivialità, l'illusione di un abito fastoso, volendo farci credere che questa arte priva della sostanza dell'arte – ossia senz'anima - sia una creazione d'artista, che sia importante, significativa e preziosa. Ma tale forzosa apparenza, sottolineata da quotazioni milionarie, è irrimediabilmente triste e vuota.

Il cowboy di Takashi Murakami

Vogliono far sembrare lontano il tempo in cui l'artista scandagliava i sentori più appassionati, mescolandoli e riconoscendoli con la mediazione delle materie dell'arte; da tale alchimia si formava il lavoro, saturo di impressioni date dalla mano, dal cuore e dal miracolo dell'ispirazione. Segno riconoscibile di un processo d'anima, l'opera trasfondeva il senso di un rito di passaggio, che aveva formato l'artista quanto l'opera stessa. L'ispirazione era stata accolta nell'intimo e digerita, traendone una forza capace di forgiare la materia, che ne conservava la memoria traducendola in suggestione vivente, atta a comunicarsi all'osservatore. Che dire oggi di tutto questo vomito "artistico", in cui si espelle la tronfia apparenza (scaltramente celebrata oppure sintomo d'incapacità di approfondimento) e di cui nulla è stato digerito?!

Il Re dell'arte oggi è nudo, ricoperto solo dalle vane parole degli scaltri mercanti, dei critici venduti, degli investitori in arte che si preoccupano unicamente di puntare al rialzo. Senza verità e amore, senza comprensione e partecipazione alla ricchezza creativa. Sono molti gli artisti che si lasciano irretire dal gioco perverso, rinunciando al loro potere per cercare di farsi incontro a chi effettivamente li disprezza - poiché disprezza l'anima che essi evidenziano - oppure li sfrutta con l'illusione di un successo possibile, con concorsi fasulli ed inutili mostre a pagamento senza pubblico; in ogni caso le regole del gioco sono tali che l'artista è sempre perdente. Perché oggi non importa il valore autentico dell'opera di un artista, dato dallo splendore d'anima; conta molto di più l'investitura politicante, il nepotismo che impone arbitrariamente un alto prezzo di mercato.
(continua)

mercoledì 5 ottobre 2011

L'irrinunciabile creatività

In questa crisi epocale, causata dall'ossessione per il maggior profitto quanto dalla negazione dell'anima e della naturale creatività, gli artisti sono certamente i più esposti. In qualche modo, se sono consapevolmente radicati nell'esperienza interiore, portano l'antigene per curare la malattia: una visione vitalmente spirituale, innovativa e più profonda; ma la massa guarda da tutt'altra parte, gravitata da un magnetismo oscuro ed autodistruttivo che rinnega la possibilità dell'evoluzione creativa. Gli artisti seguono il flusso naturale della vita, ma in questa assoluta mancanza di verità  si trovano ad essere radicalmente controcorrente, sempre più emarginati, e non di rado deprivati persino dai mezzi necessari ad operare creativamente.


Mentre meditavo in questo senso, ho trovato queste parole di Mirò che mostrano come la creatività sia un flusso sacro ed inarrestabile:

Se verranno a mancarmi i materiali per lavorare, recarsi sulla spiaggia e tracciare segni sulla sabbia con una canna, disegnare pisciando sulla terra secca, disegnare nello spazio vuoto il grafico del canto degli uccelli, il rumore dell'acqua e del vento e di una ruota di un carretto e il canto degli insetti, e che tutto questo venga poi trascinato via dal vento, dall'acqua, ma essere certi che tutte queste realizzazioni del mio spirito avranno una ripercussione, per magia e per miracolo, nello spirito di altri uomini.


Joan Mirò

giovedì 29 settembre 2011

Corso intensivo di Mu-painting

IL 15 E IL 16 OTTOBRE 2011
SI SVOLGERA' PRESSO ART&VITA
L'INTENSIVO DI MU-PAINTING


Considero la Mu-painting la più avanzata espressione artistica e meditativa della mia ricerca nella pittura. In questo corso intensivo – proposto per la prima volta in modo integrale e completo – i partecipanti saranno guidati ad esplorare e a sperimentare creativamente le ispirazioni che mi hanno portato a concepire questo particolare stile pittorico, giungendo ad affinare il loro talento nella pratica di una elaborazione artistica originale. 


L'intensivo di Mu-painting può essere – sia per i principianti che per i pittori esperti – l'occasione di una meditazione celebrativa con il segno e il colore, che rifletterà sulla tela l'intenso processo di alchimia creativa che donerà alla dimensione interiore delle nuove qualità di vitalità ed illuminazione, portando l'anima a danzare. Infatti contemplando un quadro di Mu-painting si riceve nell'anima un invito a danzare, e quell'ispirazione riflette quanto ha vissuto il pittore quando ha mollato gli ormeggi pietrificanti dell'ego e si è lasciato rapire dal flusso della pittura. 


Lavorando insieme nel gruppo, ma ciascuno nella propria miniera interiore, si verrà guidati a portare consapevolezza ad ogni pennellata, a cogliere l'inaspettato dell'intuizione, a realizzare una visione nuova, entusiasmante e più sottile. Ad ogni grado dell'operare, un dipinto di Mu-painting favorisce delle comprensioni artistiche ed animiche che si fondano sulla scansione ritmica dell'ispirazione; le particolari qualità plastiche di questo stile pittorico – ad esempio la circolarità e il cromatismo vivace – stimolano l'anima ad espandersi al di là degli steccati convenzionali, in campi liberi dell'espressione che risultano ineffabilmente equilibrati, perché non sono assoggettati all'asfissia dell'ego ma sono ispirati da un sentimento di universalità. Approfondendosi nel corso del training creativo, il pittore può scoprirsi liberato e capace di creare con grazia ed intuizione.

Clicca sul link per leggere il MANIFESTO DELLA MU-PAINTING 

Per informazioni ed iscrizioni seguire il link CORSI DI SATVAT

È PREVISTO UN ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE.
INOLTRE QUESTO CORSO E' VALEVOLE PER RICHIEDERE A SATVAT LA CERTIFICAZIONE DI "PITTORE DI MU-PAINTING".


mercoledì 21 settembre 2011

ART&VITA: seminario di pittura neo-zen

L'inchiostro, impregnando il pennello,
porta un'animazione vivace;
il pennello, muovendo l'inchiostro,
porta a una dimensione di Spirito.

Shitao




mercoledì 31 agosto 2011

L'artista nuovo

L'artista nuovo:

 E' un ribelle che riconosce l'unica autorità dell'Ispirazione.
Vive autenticamente e responsabilmente le proprie emozioni.
Rivendica la sua  individualità, la sua libertà e la sua autodeterminazione.
Approfondendosi nell'intuizione, si scopre universale.
Apprende ed applica l'alchimia dell'energia e della forma.
Trasforma il suo lavoro trasformando se stesso.
Non duplica la realtà, falsificandola, ma crea una realtà nuova vivendola.
Non si proietta verso un risultato, bensì celebra spontaneamente la creazione del qui e ora.
Non è mosso dall'orgoglio, bensì dall'innocenza.
Crea in connessione con la Sorgente, e facendolo dimentica se stesso.
 Dimenticandosi di sé scopre Chi è.
Si guarisce esprimendo tutto ciò che c'è.
Fluisce spontaneamente con tutto quello che c'è, senza interferire con la mente.
Non cerca affatto la perfezione, ma ama e lascia accadere nell'imperfezione il massimo bene.
Tale imperfezione creativa, essendo il massimo bene, guarisce.



martedì 9 agosto 2011

La grande pittura cinese a Roma

Dipinto di Huang Binhong

Una magnifica mostra a Roma dei maestri della pittura moderna cinese. Bene allestita, guida ad assaporare alcuni dipinti ad inchiostro e colore che mantengono il tesoro inconfondibile della pittura tradizionale cinese,  aprendosi però alla modernità e confrontandosi anche con le potenzialità liberamente espressive che la pittura occidentale ha rivendicato dalla fine dell'800.

Credo sia una rara occasione per apprezzare il lavoro di grandi artisti cinesi, quali Ren Bonian, Qi Baishi, Huang Binhong, Jiang Zhahohe, Pan Tianshou, Li Keran. Le loro opere, delicate ma straordinariamente dotate di nerbo interiore, trasmettono l'intuizione folgorante del Tao che si riflette nella pittura del paesaggio (concertazione classica di yin e yang), nei ritratti e nelle forme della natura.

Dulcis in fondo, la mostra è gratuita! Peccato però che non sia stato approntato il catalogo.

OLTRE LA TRADIZIONE
I maestri della pittura moderna cinese
Palazzo Venezia - Roma
23 giugno - 15 settembre

domenica 7 agosto 2011

I prossimi appuntamenti di ART&VITA

Su http://arte-vitainteriore.blogspot.com la presentazione dei prossimi corsi di ART&VITA

DAL CAOS ALL'ARMONIA - 17 settembre

PITTURA NEO-ZEN - 18 settembre

link:

Il recupero creativo 3

Satvat - Fuori è dentro 2 - acrilico su tela

La prima cosa importante da fare consiste nel darsi delle occasioni di voluttuosa pigrizia in cui distaccarsi dalla frenetica routine quotidiana, per stare un po' con se stessi e dedicarsi a piacevoli facezie; in tale rilassamento l'artista-bambino prende confidenza di sé ed accumula le forze. Ma nel disporsi a far questo incontriamo già il primo no che ci imponiamo: siamo sempre terribilmente indaffarati, il dolce far niente sembra proprio improponibile, ingiustificato ed anche un po' colpevole. Ci sentiamo degni di rispetto solo se siamo occupati e produttivi, ed inoltre siamo abituati a sfuggirci; è strano: siamo stati talmente allontanati dalla nostra anima che spesso siamo più a disagio con noi stessi che con chiunque altro. Per questo il recupero inizia esattamente da qui.

L'interiorità è un territorio fertilissimo ed indicibilmente ricco di semi creativi che però restano allo stato latente, se non si procede a risvegliarli. Basterebbero il nostro amore ed una profonda fiducia, ma i nostri condizionamenti ci precludono una via tanto semplice e diretta; c'è quindi bisogno, almeno inizialmente, di intensificare la ricerca delle più opportune sollecitazioni: frequentare le mostre d'arte, scegliere con accortezza le nostre letture, i film e gli spettacoli da vedere, visitare luoghi ricchi di ispirazione; è particolarmente utile partecipare a qualche tipo di seminario creativo. Ci si dispone così ad imparare, ma l'apprendimento artistico, volgendosi all'anima, è radicalmente diverso da qualsiasi approccio scolastico, che assume ed elabora una mole di informazioni per determinare un sistema di conoscenze. Si tratta piuttosto di ricevere ispirazione per disfare i blocchi che impediscono all'artista-bambino di creare con gioia e naturalezza. Questo intendeva Picasso, dicendo che gli ci era voluta tutta la vita per imparare a disegnare come un bambino.

Abbiamo detto che gli artisti bloccati patiscono prevenzioni e gelosie verso chi si impegna a spezzare il circolo vizioso della mente-non-creativa; questo non solo li ostacola nella possibilità del loro stesso recupero creativo, ma rende in generale difficoltosa la condivisione dell'arte. Privati del supporto sociale, gli artisti in via di recupero incappano facilmente in una quantità di dubbi e malumori distruttivi riguardo a loro stessi ed al loro lavoro. Il modo infallibile per uscire da tale impasse è quello di mollare sempre più le identificazioni egotiche, comprendendo che la creatività non è un lavoro ordinario che attende un compenso (puntando alla fama o alla ricchezza), bensì è , come ha scritto J. Cameron: - il dono che la Natura (Dio) ci ha fatto. Usare la nostra creatività è il nostro dono a Dio (alla Natura) -. Con tale comprensione si viene raccolti da un enorme flusso di energia, che è quello della Vita stessa, il quale ci innalza oltre i nostri limiti, verificando anche - come abbiamo detto - degli aiuti impensati. Si può giustamente godere del successo, ma giunge più facilmente in modo inatteso, quando non manca ossessivamente poiché si sta godendo la pienezza della creazione.

Tratto dal nuovo libro di Satvat RIPRENDIAMOCI L'ANIMA! in corso di scrittura.

lunedì 1 agosto 2011

I prossimi corsi di arte e meditazione con Satvat

- DAL CAOS ALL'ARMONIA -
Sabato 17 settembre dalle ore 12 alle 18

- PITTURA NEO-ZEN -
Domenica 18 settembre dalle ore 12 alle ore 18

Satvat - Sigillo sulle onde del mutamento - acrilico su tela

Questi due seminari sono vivamente sinergici, anche se ciascuno di essi è completo in se stesso, e può essere scelto singolarmente. Insieme sperimenteremo la potenzialità armonicamente creativa del caos. Siamo stati educati a negare il caos, dentro e fuori di noi, ma esso è uno dei poteri più grandi dell'Anima e della Vita; sono proprio il rifiuto che opponiamo e la nostra inconsapevolezza a portarci a viverlo tragicamente, franando in modo involutivo e senza speranza. Nietzsche ha scritto che ci vuole del caos per dare origine ad una stella danzante, ma anche noi dobbiamo imparare a danzare sull'onda selvaggia del caos; e possiamo farlo, connettendoci meditativamente e fiduciosamente con il nostro centro, che è il centro dell'intera Esistenza. Allora saremo saggi - perché l'Esistenza è massimamente saggia - e creativi - perché l'Esistenza è massimamente creativa - e sapremo dare vita al nuovo - perché l'Esistenza si rinnova incessantemente.

Come per ogni essere umano, per l'artista la maturazione nel caos è fondamentale, poiché rende  vero ciò che egli crea, intonandolo alle correnti poderose dell'Anima e della Vita; in tal modo l'opera d'arte sfugge al controllo limitante della mente, divenendo ricca, multidimensionale, pulsante e ispirativa. Scolasticamente si impara a dipingere inseguendo un'idea di perfezione, e così possono crearsi solo delle superfici estetiche, senza profondità, prive di Anima. L'arte - come la Vita - richiede coraggio, intuizione e verità. Ma, come dicevo, bisogna imparare a cavalcare consapevolmente l'onda grossa, altrimenti ci si schianta. 

Molti artisti moderni hanno riconosciuto il valore irrinunciabile del caos, ma si sono arenati nella disarmonia urlante, imponendovi spesso il sigillo corrotto dell'edonismo negativo. In modo più spiritualmente maturo hanno saputo agire altri grandi artisti, molti dei quali avevano appreso le lezioni dell'arte meditativa dell'Estremo Oriente, in particolare della pittura. Perché la pittura può essere specchio dell'anima: meditando nello specchio si incontra inizialmente il caos dell'apparenza, ma via via la polvere si dissolve ed emerge lo splendore. Perciò si è detto: la pittura è Zen.

Il recupero creativo 2

Satvat - Universal web, basic istinct

Invece gli artisti - tranne i pochi dei quali si rispetta più il successo che l'espressione dell'anima - vengono emarginati e bollati con le stesse prevenzioni con cui gli artisti bloccati giustificano il loro rifiuto a coinvolgersi artisticamente ed animicamente: si pensa che per voler essere artisti bisogna essere infantili, irresponsabili, illusi, egocentrici, perversi, inaffidabili, pazzi, sessualmente agitati, psicologicamente instabili, eccessivi, dipendenti da alcol e droghe, sregolati in ogni cosa, ammalati di solitudine, incapaci di combinare qualcosa di buono nella vita e di creare ricchezza. A ben guardare queste idee malsane e ridicole sono quelle che serrano pesantemente la soglia che si apre sull'anima; infatti il benpensante rinnega la propria anima poiché teme di incorrere nella follia e nell'ostracismo sociale. 

La cosa triste è che tanti artisti hanno accolto come proiezione dell'Ombra ciò che abbiamo descritto qui sopra, alimentando magari la gloria dell'arte ma incorrendo in vite miserabili; e molti altri vagolano con un piede di qua e uno di là della linea di demarcazione che separa la consuetudine borghese dal loro sogno di creatività, divenendo terribilmente frustrati ed incapaci. L'essere artista non dipende affatto dal successo che si riscuote, è piuttosto il coraggio e l'esultanza di seguire il proprio cuore, incontrando se stessi e muovendosi assecondando la necessità interiore. Solo per alcuni questa spinta è talmente forte da divenire un'essenziale scelta di vita, ma per ogni individuo il “recupero creativo” può essere una vera benedizione, un'integrazione che va a sostenere e ad illuminare ogni esistenza che si è scelto di vivere.

Non è mai troppo tardi per ascoltare il richiamo dell'anima-artista, che potrebbe condurre ad iscriversi ad una scuola di danza o di recitazione, o a prendere in mano i pennelli e i colori, o a lavorare la creta, o ad imparare a suonare uno strumento, o ad iniziare finalmente a scrivere il libro le cui parole abbiamo rimuginato per anni in ordine sparso. Questo volgersi a se stessi, decidendo di rispondere alla pressante domanda interiore che si è ignorata per tanto tempo, può donare la più alta soddisfazione. Tuttavia chi si desse il consenso di avviarsi su un percorso di “recupero artistico” si troverebbe inevitabilmente ad incappare in una copiosa serie di difficoltà, che rischierebbero di scoraggiarlo. 

Oltre ai fantasmi delle proiezioni mentali di cui già abbiamo parlato, una delle cose più difficili che l'aspirante artista deve affrontare è la vergogna: di esporsi, di rendersi vulnerabile, di non sentirsi all'altezza; tutto ciò è accompagnato da bruciori dell'anima che rinfocolano tutte le antiche vergogne che egli ha patito fin da quando era bambino, quando i parenti, gli insegnanti, e persino gli amici, avevano sminuito i sui fermenti creativi.

L'artista interiore è un aspetto importantissimo dell'anima, e come lei è simile a un bambino, perciò è suggestionabile e, seppure la sua natura sarebbe naturalmente espansiva, in fondo basta poco per indurlo a contrarsi; essenzialmente avrebbe bisogno di un'atmosfera amorevole per fluire e crescere, ma il confronto con l'esterno gli giunge sempre penosamente spinoso. L'artista bloccato che lavora al proprio recupero non può contare neppure sull'appoggio dei propri amici, se questi rimangono artisti bloccati privi dell'impulso al riscatto; in tal caso essi non possono che scoraggiarlo, con critiche e bocciature più o meno velate. 

Per poter andare avanti bisogna procedere responsabilmente e contando primariamente su se stessi e sulle proprie esigenze interiori, dando alla propria anima tutta l'amorevolezza, l'autostima e le giuste opportunità di esperienza che le sono necessarie. Intimamente sappiamo ciò di cui avremmo bisogno, però stentiamo a concedercelo, perciò siamo diventati esperti nel posporre: oggi non possiamo, ma domani, forse, troveremo il tempo. La verità è che il domani non viene mai, è sempre oggi, e se non diamo oggi il nutrimento necessario alla nostra anima continuiamo a farla languire. Come si vede, il recupero creativo è un intenso processo globale che interessa l'intima potenzialità evolutiva dell'individuo, che deve confrontarsi con tutti i no, le ferite ed i condizionamenti; perciò è tanto prezioso.

mercoledì 20 luglio 2011

Il recupero creativo

Satvat - Odisseo torna a casa - olio su tela

Julia Cameron, autrice del libro “La Via dell'artista”, insegna da molti anni il “recupero creativo” agli artisti bloccati, i quali ritengo siano il 99 % della popolazione. Chiunque sia incapace di esprimersi artisticamente è effettivamente un artista bloccato, non importa se nasconde questo fatto - in particolare a se stesso - sotto una pesante coltre d'indifferenza. I bambini sono tutti artisticamente attivi, e si divertono un mondo; imparano a disegnare ben prima di imparare a scrivere, e questo dimostra come la capacità dell'espressione artistica sia una facoltà naturale e fondamentale. Tuttavia, con la censura dell'attività ludica ed immaginativa dell'emisfero celebrale destro, tale capacità viene presto castrata, e l'individuo è privato del più prezioso strumento per la coltivazione della propria anima.

L'intero campo animico viene man mano abbandonato, poiché si è spinti a guardare in direzioni ben più prosaiche, dove vige la competizione per l'illusoria esaltazione dell'ego, sotto la tirannia di un Sistema che ci impone come vivere e pensare. Così, come scrive Julia Cameron ,"siamo simili a un animale da circo, sbadato e indifferente, che, sotto i colpi di frusta del domatore, viene ammaestrato a eseguire i suoi esercizi, compie i suoi trucchi di routine, merita i suoi applausi, ma non sente le grida di entusiasmo, perché è diventato sordo. Siamo morti, insensibili al mondo, il nostro artista non è nemmeno “sfuocato”... è proprio andato via e la nostra vita è una sorta di esperienza extracorporea". Siamo portati altrove da noi stessi, divenendo dissociati ed incapaci di creare.

Non voglio dire che tutti dovrebbero seguire una qualche carriera artistica, è ovvio, ma mi sembra evidente che la completa rimozione delle facoltà artistiche causi un depauperamento energetico ed emotivo dell'individuo. Inoltre ciò procura un grave impoverimento all'intera atmosfera sociale, poiché gli artisti bloccati vanno essi stessi a contrastare le altrui espressioni di fermento creativo, dato che in loro le hanno represse. Sarebbe bello un mondo ricco di condivisione e di partecipazione creativa, in cui le ricchezze dell'Anima fossero manifestate, coadiuvate e giustamente apprezzate, tanto da poter fungere da stimoli per la crescita comune; ma non è così. Come nella favola di Esopo della volpe e l'uva, la mente comune disprezza l'arte e gli artisti, perché si è arenata, estromettendosi dal flusso creativo. Eppure si può vedere che i periodi più attivi e ricchi artisticamente hanno favorito le grandi evoluzioni sociali, in virtù del fatto che solo la liberazione dell'anima creativa può formare il nuovo.

domenica 17 luglio 2011

Il bagliore della Nuova Era

Satvat - L'Era dell'Acquario - scultura in bronzo
In  ciascuno di noi, per quanto possa essere soffocata, brilla una scintilla di rinascita; è inevitabile, poiché è connessa al puro fatto di essere vivi. Tramite ciascuno di noi, la Vita vive espandendosi sempre, in modi misteriosi che spesso stentiamo a comprendere. La società è costretta nelle spire di una crisi senza precedenti, che tocca le basi stesse dell'idea dell'identità umana, e del progetto titanico di esistenza che abbiamo imbastito con la logica del profitto. L'Anima ci chiama ad una ricapitolazione essenziale, a tornare a casa nel nostro cuore per scoprirci capaci di creare il nuovo, in un modo radicalmente diverso dal passato. Il controllo che sinora abbiamo esercitato non può trovare soluzioni e ci sta strangolando; dobbiamo pulire il marciume, in noi stessi e nella costruzione sociale, aprendoci gli uni agli altri e insieme al mistero del nuovo, che potremo contribuire a creare solo con un'appassionata disposizione all'empatia e al rispetto della Natura e della Vita. La creatività ha un nuovo valore che può permetterci di verificarci e di evolverci, prendendo confidenza ed imparando ad esercitare i poteri dell'Anima che possono guarire noi e il nostro mondo. Dovremmo rifiutare la logica dell'impossibilità, che ci schiaccia con la frustrazione e la paura, e confidare che il meglio sia possibile, che il futuro non è un compito troppo arduo da sostenere ma la crescita naturale di un presente in cui ci mostriamo capaci di responsabilità e di verità.

OM SHANTI OM

sabato 16 luglio 2011

Messaggio all'individuo creativo

Mi sono imbattuto in questa riflessione di Mirò, che trovo estremamente significativa per quanto oggi sente ogni artista ed ogni essere umano che abbia ancora fiducia in se stesso e nella propria facoltà creativa.

Le forme che l'individuo inserito nella società esprime devono svelare il moto di un'anima protesa ad evadere dalla realtà presente, oggi particolarmente ignobile, poi devono approssimarsi a realtà nuove, e infine devono offrire ad altri uomini un'opportunità di elevazione. Per scoprire un mondo abitabile, quale marciume occorre spazzare via! Se non ci impegnamo a scoprire l'essenza religiosa, il senso magico delle cose, non faremo che aggiungere nuove fonti di abbrutimento a quelle, già immani, offerte oggi ai popoli.
Joan Mirò

 
"A mio parere, il più straordinario giocoliere della Pittura Moderna è stato Mirò; le sue invenzioni paradossali, ed assolutamente non-estetiche, sono sorrette unicamente dall’innocente spontaneità. In ciò è stato forse aiutato dall’ironia ludica dell’animo spagnolo, condivisa anche da Picasso, pur se possiamo constatare come il loro istrionico conterraneo Dalì ci si sia strangolato, per eccessiva considerazione di sé. Le grafie nere di Mirò, grossolane, spropositate e sbavate, in virtù della loro giocosità si avvicinano alla non-mente che anima le calligrafie dello Sho. La giocoleria funambolesca dei suoi colori sospesi sull’assurdo, ha un candore fanciullesco; inoltre il “marchio” della stella-asterisco, ricorrente nei suoi dipinti, annuncia la straordinaria fiducia che ha consentito alla sua opera di fluire con il “perfettamente-imperfetto”. E’ anche significativo che la sua pittura presenti spesso espliciti riferimenti sessuali, con moltiplicazioni oniriche di falli, vulve e seni, giacché il sesso è il sommo gioco del Divino nell’umano, possibilità sia profana che sacrale della riunificazione degli opposti."

Tratto dal libro di Satvat IL TAO DELLA PITTURA - Bastogi Editore, 2009

martedì 5 luglio 2011

ART&VITA su Facebook


Ho avviato su Facebook il nuovo gruppo ART&VITA dedicato alla meditazione nell'arte. E' un gruppo aperto per cui chiunque lo desideri è invitato a condividere le sue intuizioni e i suoi lavori. Credo che in questo momento sia prioritario condividere dal cuore, mentre la falsità che ci opprime vorrebbe illuderci con pernicioso egocentrismo e con la sostanziale mancanza di speranza. Invece ci siamo, vitali e creativi, capaci di immaginare e quindi di creare un mondo nuovo, capaci di condividere. In questo periodo di pericolosa oscurità, l'arte ha la facoltà di mostrare le fiaccole accese della vita interiore; l'unione delle tante fiamme può procurare molta luce, disfando l'illusione tenebrosa e ingannevole. Ed è questo ciò che attendono le nostre anime, ma non possiamo aspettarci che ci giunga dall'esterno: è in noi stessi il potere di renderlo possibile esercitandolo come forza creativa e collettiva. 

L'arte è un modo splendido per scoprire ed evocare questa forza, in modo che possiamo giovarci di ispirazioni positive; lasciamo a chi intende sguazzare nel fango la negatività di questa pseudo-cultura morente che vuole imporsi mostrandosi dominante. Noi sappiamo come stanno davvero le cose, ce lo dicono il nostro cuore appassionato, la nostra naturale aspirazione alla bellezza, il nostro talento naturale, la nostra innocenza capace di giocare e di esultare. Artisti di arte e di vita, si attende il nostro capolavoro.

lunedì 4 luglio 2011

Appunti sull'educazione artistica 1

Pollock intento al dripping

L'educazione artistica potenzialmente fornisce gli strumenti e le accortezze per entrare in rispondenza con la sfera interiore, dialogando al contempo con le virtualità creative che pervadono l'intera Esistenza; in questo senso è investita di profondi significati che sono energetici, filosofici, psicologici, e infine culturali. Vorrei condividere, con questi miei appunti, alcune intuizioni che delineano un quadro complessivo di come l'educazione artistica - in particolare con il disegno e la pittura - potrebbe coadiuvare, nelle diverse fasi, lo sviluppo dell'individuo, qualora si fosse in grado di cogliere la sinergia profonda di tale sviluppo sotto il profilo animico. 

L'essere umano, sin dalla nascita, affronta innumerevoli cambiamenti nel corpo e nella psiche, seguendo l'impulso più o meno cosciente a maturarsi. A mio parere, un appropriato orientamento dell'educazione artistica potrebbe rendere più consapevole tale esigenza di maturazione; altrimenti ci si accontenta di vivere in modo casuale, stentando a comprendere se stessi e senza potersi avvalere di un mezzo prezioso com'è quello della creatività artistica: un nostro talento naturale che viene abbondantemente trascurato. Vedremo che queste riflessioni troveranno spontaneamente dei nessi con quello che è stato lo sviluppo delle forme dell'Arte, il cui senso animico mi sembra ben poco compreso. 

Cominciamo dalla tenera età. Per i bambini in età pre-scolare è prevalente un'attitudine puramente ludica; sarebbe quindi indicato l'utilizzo dei più vari materiali, anche inusuali e sorprendenti. Nello stadio infantile, l'anima, avendo la necessità primaria di sperimentarsi sul piano fisico, trova le giuste sollecitazioni applicandosi ad una vasta gamma di materiali tingenti, soprattutto se può stabilire con questi delle relazioni intensamente corporee, dato che ha la necessità di radicarsi. Si dovrebbe quindi incentivare l'approccio tattile (in questa fase quasi più importante di quello visivo), introducendo delle sollecitazioni rivolte a tutti i sensi: le materie coloranti potrebbero essere anche profumate, persino di sapori diversi e commestibili. In questa fase la creazione segnica ha un'importanza relativa alla capacità di creare delle relazioni con lo spazio: il bambino disegna essenzialmente in modo casuale e caotico, ma con il significato di segnare il proprio spazio con impulso spontaneo ed emozionale; il colore ha un'importanza fondamentalmente immatura, ma è utile per fornire delle sollecitazioni secondarie che si svilupperanno man mano, facendo acquisire al bambino un patrimonio d'esperienza istintiva che sarà utilizzato nelle fasi successive. Sarebbe opportuno indirizzare parte della pratica pittorica ad una esplorazione liberamente gestuale, magari con l'intervento di musica e danza. Il dripping utilizzato da Pollock può essere quindi un gioco entusiasmante, gettando su ampi fogli stesi in terra degli spruzzi di colore molto diluito, utilizzando dei cucchiai per miscelare e per colare le tinte. (segue)

giovedì 30 giugno 2011

Arte e innocenza

Satvat - Estasi di Luna - acrilico su tela, 2011

Come hanno dimostrato i grandi autori dell'Arte Moderna (ma anche gli antichi pittori orientali), la formazione principale che l'artista ha da svolgere non è quella di una maggior strutturazione tecnica o stilistica, bensì un processo atto a disimparare. L'essere umano viene alla vita con l'impulso innato a creare artisticamente; ogni bambino lo sperimenta con facoltà e modalità che sono sorprendenti per l'adulto. La creatività infantile è un flusso spontaneo e fantasioso, ed è il punto di partenza fecondo per ogni autentica e più matura realizzazione artistica. Però tale flusso viene arginato con l'educazione che impone dei modelli da seguire, e in ogni caso è offuscato dalla costruzione della personalità, in cui inevitabilmente si perde l'innocenza. 

Da adulti il miracolo spontaneamente creativo può essere riscoperto, ma solo a fronte di un impegno responsabile a disfare i condizionamenti che occludono la sorgente interiore. Invece spesso anche l'educazione artistica è di tipo scolastico, cioè volta a sedimentare sempre più memorie cognitive e tecniche. Si tende a un traguardo, a un'idea di perfezione che è al di fuori dell'esperienza interiore ed innocente dell'individuo-artista. Così si può raggiungere al massimo un'espressione ben rifinita, ma animicamente inerte. La conoscenza è un inganno abbagliante, che decora a perfezione la facciata esteriore per mascherare la povertà di contenuto. Ma solo il contenuto, l'esperienza interiore, è la virtù dell'artista; e l'abilità tecnica è un problema solo per chi non sa affidarsi al grande potere dell'Artista Interiore. 

Picasso diceva che da bambino disegnava come Raffaello, e che gli ci era voluta tutta la vita per imparare a disegnare come un bambino, ossia per riconnettersi all'innocenza primeva. Intendiamoci, non voglio dire che le espressioni dell'Arte debbano rimanere grezze e infantili, in questo i vari artisti primitivisti si sbagliano. Chi resta fermo al segno immaturo e al colore sporco rinuncia alla bellezza e al coronamento dell'alchimia artistica. In verità la povertà d'espressione è tutt'altro dall'innocenza creativa; in Arte si deve però rifiutare il costruito (dato dall'impostazione scolastica) ritrovando il fluire genuino della sorgente interiore. Ripristinando questa connessione essenziale, le forme artistiche vanno a maturarsi spontaneamente, mentre l'artista procede meditativamente in non-sapere. 

Da ciò si comprende che la didattica dell'Arte, più che fornire dei modelli e delle competenze tecniche, dovrebbe soprattutto aiutare l'individuo/artista in un processo di destrutturazione e di consapevolezza di sé verso la riconquista dell'innocenza, guidando al contempo nella libera esplorazione dei poteri dell'Anima. Perché è proprio l'Anima il motore e il fine dell'Arte.