L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 30 giugno 2011

Arte e innocenza

Satvat - Estasi di Luna - acrilico su tela, 2011

Come hanno dimostrato i grandi autori dell'Arte Moderna (ma anche gli antichi pittori orientali), la formazione principale che l'artista ha da svolgere non è quella di una maggior strutturazione tecnica o stilistica, bensì un processo atto a disimparare. L'essere umano viene alla vita con l'impulso innato a creare artisticamente; ogni bambino lo sperimenta con facoltà e modalità che sono sorprendenti per l'adulto. La creatività infantile è un flusso spontaneo e fantasioso, ed è il punto di partenza fecondo per ogni autentica e più matura realizzazione artistica. Però tale flusso viene arginato con l'educazione che impone dei modelli da seguire, e in ogni caso è offuscato dalla costruzione della personalità, in cui inevitabilmente si perde l'innocenza. 

Da adulti il miracolo spontaneamente creativo può essere riscoperto, ma solo a fronte di un impegno responsabile a disfare i condizionamenti che occludono la sorgente interiore. Invece spesso anche l'educazione artistica è di tipo scolastico, cioè volta a sedimentare sempre più memorie cognitive e tecniche. Si tende a un traguardo, a un'idea di perfezione che è al di fuori dell'esperienza interiore ed innocente dell'individuo-artista. Così si può raggiungere al massimo un'espressione ben rifinita, ma animicamente inerte. La conoscenza è un inganno abbagliante, che decora a perfezione la facciata esteriore per mascherare la povertà di contenuto. Ma solo il contenuto, l'esperienza interiore, è la virtù dell'artista; e l'abilità tecnica è un problema solo per chi non sa affidarsi al grande potere dell'Artista Interiore. 

Picasso diceva che da bambino disegnava come Raffaello, e che gli ci era voluta tutta la vita per imparare a disegnare come un bambino, ossia per riconnettersi all'innocenza primeva. Intendiamoci, non voglio dire che le espressioni dell'Arte debbano rimanere grezze e infantili, in questo i vari artisti primitivisti si sbagliano. Chi resta fermo al segno immaturo e al colore sporco rinuncia alla bellezza e al coronamento dell'alchimia artistica. In verità la povertà d'espressione è tutt'altro dall'innocenza creativa; in Arte si deve però rifiutare il costruito (dato dall'impostazione scolastica) ritrovando il fluire genuino della sorgente interiore. Ripristinando questa connessione essenziale, le forme artistiche vanno a maturarsi spontaneamente, mentre l'artista procede meditativamente in non-sapere. 

Da ciò si comprende che la didattica dell'Arte, più che fornire dei modelli e delle competenze tecniche, dovrebbe soprattutto aiutare l'individuo/artista in un processo di destrutturazione e di consapevolezza di sé verso la riconquista dell'innocenza, guidando al contempo nella libera esplorazione dei poteri dell'Anima. Perché è proprio l'Anima il motore e il fine dell'Arte.

Con i miei quadri a Ferrara

venerdì 24 giugno 2011

Un libro per l'anima


Mi è appena giunto il mio nuovo libro Manuale di scrittura creativa - Xenia Edizioni, 2011, che sarà nelle librerie dal 6 luglio 2011. E' questo un momento sempre magico: quella che è stata per lungo tempo un'intensa opera di scrittura, in cui si sono travasate mille e mille esperienze sia personali che di condivisione con gli altri (in questo caso durante i workshop di scrittura), ha raggiunto la sua veste tipografica e definitiva. Effettivamente è una nuova nascita, che seguirà il suo destino viaggiando a raggera nelle librerie e quindi nelle mani dei lettori. Un destino carico d'ispirazione e di possibilità creative che ogni lettore realizzerà a suo modo, secondo la natura squisitamente unica del suo sentire. Un miracolo, del tutto simile a quello che ne ha concepito la scrittura nel mio cuore e quindi sulla carta. 

Più ancora che dalle mie esperienze, quella scrittura è derivata dalla saggezza del Tutto, per questo ha un senso universale e può parlare a ciascuno in modo empatico. In ogni libro ispirato il lettore trova ciò che rispecchia la sua anima, e quindi una preziosa possibilità di autoriconoscimento e di lavoro creativo atto a maturare le sue potenzialità latenti. Questo libro sulla scrittura creativa è innanzitutto un libro sull'esperienza meditativa della vita, poiché in mancanza di questa risulta impossibile scrivere alcunché di significativo. Si vive intensamente e con profondità, solo in virtù di questo si può raccontare nelle varie forme della scrittura. E volgendosi all'arte della scrittura, apprendendone le virtù sottili e le magie, si può realizzare l'intima potenzialità di vivere ispirati. 

Per questo consiglierei questo libro veramente a tutti, non solo a coloro che si sentono attratti dalla scrittura, o che intendono essere scrittori. Infatti gli argomenti trattati non sono affatto quelli della sintassi o della costruzione periodica: è l'intima propulsione della Vita l'argomento principe, tutto il resto sono quisquilie. E dalla mia esperienza posso dire che è proprio dall'entrare in risonanza con questo che l'anima matura, divenendo l'autrice consapevole che può imprimere l'ispirazione sul foglio, o intangibilmente sulle linee del destino.

Per informazioni e iscrizioni sui nuovi corsi di scrittura creativa cliccare sul link: satvat/corsi

giovedì 16 giugno 2011

Leggi il mio nuovo post "Creatività artistica e formazione" su arte-vitainteriore.blogspot.com.

The Tree of Life


The Tree of Life (L'Albero della Vita), il nuovo film scritto e diretto da Terrence Malick, è un'opera straordinaria, che ho trovato perfettamente in sintonia con il mio sentire. Credo questo splendido film non sia di facile comprensione per chi vi si accosti razionalmente, ma è fluidamente accolto dall'intuizione, che empaticamente risuona con il suo carattere visionario e vivamente simbolico. In tal modo ogni immagine, ogni inquadratura, ogni momento del racconto, ed ogni dialogo, risultano intimamente motivati, coerenti e ricchi d'ispirazione. I

l film parla chiaramente della nostra vita, dei nostri conflitti causati dalla perdita dell'innocenza - che è simbolizzata dal figlio minore. L'uomo - come mostra nel film soprattutto la figura paterna - si è perso a causa del suo dramma del controllo, della sua ansia d'essere amato che viene riversata nel fare, nel volersi dimostrare efficiente e potente. In realtà è proprio tale attitudine erronea che sancisce l'effettiva impotenza dell'uomo, perché in tal modo egli si aliena dall'amore e dallo stupore innocente dell'attimo. Il femminile è invece colto nel suo aspetto intrinsecamente amorevole e creativo, capace di danzare e di essere vulnerabile: così è sincero e rispondente alle emozioni, tanto luminose che terribili. Il suo essere è naturalmente magico, poiché resta connesso al flusso misterioso della Vita. La donna è madre in un senso ben più che biologico, ed è la saggia iniziatrice ad un mondo nuovo; l'attuale mondo corrotto e bloccato nella crisi irrisolvibile deve rientrare nel suo grembo per potersi rigenerare, in un modo che necessariamente sarà radicalmente nuovo, discontinuo dal passato. 

Il messaggio di The Tree of Life è effettivamente l'annuncio della drammatica fine di un ciclo, del ciclo che stiamo esaurendo con le disillusioni dei nostri sogni onnipotenti e con gli effetti catastrofici dei nostri peccati. Ci si chiede incessantemente: in questo lutto – che è causato soprattutto dalla perdita dell'innocenza - dov'è la speranza? Ci si mostrano carrellate visionarie di galassie implodenti, vulcani eruttivi, maree terrificanti, tutte le forze scatenate degli elementi che ci urlano la nostra insolubile impotenza. Dinosauri moribondi, e condannati all'estinzione dall'impatto del meteorite, ci ammoniscono che anche noi siamo ad un punto di non ritorno, riverberando anche la profezia che grava sul 2012. Nel mio romanzo L'Arcobaleno del 2012 ho parlato essenzialmente di questo, e nella stessa chiave, dicendo che siamo sì ad una fine, ma anche all'inizio di una nuova speranza che ci riconduce alla nostra anima perduta, rappresentata dal risorgente potere femminile. 

Giungendo sino al germe primario della Vita, il film mostra le danze di amebe e di meduse, di cellule germinanti, di forme elementari prive di ogni arbitrio volontario, e per questo – come dice il Tao – invincibili. Infine: ama e stupisciti, perché soltanto questo ha senso; ritorna qui-e-ora e celebra il flusso misterioso della Vita in irrefrenabile espansione. Solo così la vita può essere degna d'essere vissuta, solo così possiamo rincontrare noi stessi e condividere creativamente con gli altri la bellezza dell'esistere.

martedì 14 giugno 2011

Risonanza




Tu che guardi un quadro, fermati un attimo: è un'occasione di stupore. Emozione preziosa  d'indefinibile risonanza, che coglie l'anima e l'espande, facendola aprire come un fiore. Quello stesso stupore che ha travolto il pittore, muovendo le sue mani alla danza, può trasmettersi a te riscattando la distanza, la distanza dal puro Essere. Dimentica di osservare le perizie del disegno, di cercare un significato prosaico, di valutare e catalogare; semplicemente apri gli occhi dell'anima e disponiti all'ascolto, non tentare di afferrare qualcosa.

Gli occhi dell'anima sono come orecchie, grembi di passività creativa dove la musica intrinseca della pittura trova spazio e l'occasione di una profonda eco. Un'eco pulsante, dove risorgono, appena nate, le armonie dei colori e, ancor di più, il sorriso universale che gioisce del Creativo.

venerdì 10 giugno 2011

L'arte del colore

Satvat - Le stazioni del cuore - acrilico su tela

Il colore è materia misteriosa, che evoca assonanze radicanti sin dentro l'anima; soprattutto il colore dell'Arte, perché viene meditato e reso vivo dall'artista. In questo caso non resta tintura superficiale, poiché è suscitato e fluito dall'interiorità, come linfa d'emozioni tingenti. Così parla, il colore, con il suo alfabeto universale che l'anima comprende d'istinto, intrecciando tinte come parole che si compongono dando senso ed armonia.

Ogni tinta ha in verità mille parole differenti, ma quando viene messa appropriatamente a dimora - nel campo seminativo del quadro - ha la certezza di non sbagliarsi, e pronuncia la parola esatta, che scandisce e manifesta il sortilegio della pittura.

Ed anche ha grande significato come il colore viene steso, la sua maggiore o minore diluizione, l'andamento della sua onda, la sua magrezza oppure la pingue rilucenza. Non si può davvero governare pienamente il colore, dato che ha le sue intime ragioni, ed echi e spruzzi mirabolanti di un tuffo in profondità nell'anima.

Se dato fluido e trasparente, il colore ha vaghezza, ha il trasporto di una nuvola dell'immaginazione, divenendo dissolvente delle fissità del pensiero. Ma ancor di più apprezzo i miei colori smaltati col nerbo pulsante dell'intuizione, perché hanno un vigore che rompe gli argini dell'incertezza, e raggi diretti, saturi di potere. E' pur vero che un tale corpo deve pulsare internamente per la scintilla irrefrenabile della vita, altrimenti sarebbe freddo come un cadavere; per cui devo impastare il colore con verità e meditazione, a questo non posso e non voglio sottrarmi. Ed ogni volta accade il miracolo di una nascita nuova, che ha corpo e anima e per questo può agire, superando le seduzioni impotenti del mero racconto.

venerdì 3 giugno 2011

Buddha surrealista

Satvat - Buddha surrealista - acrilico su tela, 2011

In questo dipinto ho utilizzato varie citazioni di De Chirico, Dalì, Magritte e Chagall, per delineare un quadro fortemente simbolico. Sulla parete a destra, sotto un diagramma inconcludente, sta appeso un guanto che è simbolo della sostanziale impotenza del fare; il Buddha ha rifiutato l'idea del fare, per cui esibisce la grande mano di Fatima della benedizione spirituale. L'orologio soffice di Dalì mostra che il tempo non è più vincolante. In terra giace abbandonata una dechirichiana testa di manichino, e il volto – simbolo dell'io - del Buddha è occupato dalla mela d'oro delle Esperidi. Sulla sinistra c'è l'imponente palazzo dell'io, con le tre arcate che rappresentano il corpo, la mente e l'anima; sulla facciata si apre l'occhio vigile della ricerca, e due oblò da cui fuoriescono i raggi di un sole che sovrasta l'edificio penetrandolo anche internamente. In terra c'è un orecchio da cui esce un arcobaleno, e una piramide sormontata da una sfera (antico simbolo del samadhi). Nel cielo scendono delle gocce fecondanti (con una codina che richiama quella degli spermatozoi), mentre un pesce (elemento primigenio) ha messo le ali e giunge a mettere una chiave in una serratura sospesa a mezz'aria.

mercoledì 1 giugno 2011

ART&VITA

Mentre procedono (lentamente) i lavori di costruzione della mia nuova officina d'arte ART&VITA, ho iniziato anche a mettere le basi del suo nuovo sito. Si può già curiosare su:


Per ora è solo un abbozzo preparatorio dell'affresco pulsante d'arte e di vita che si svilupperà dalle attività di questa nuova officina d'arte, che intende anche accogliere condivisioni e collaborazioni con molti amici interessati al mio lavoro e con altri artisti che hanno fondato la loro esperienza creativa su un'autentica esplorazione interiore.

Credo che in questo momento sia quanto mai importante promuovere nuove possibilità di condivisione, per alimentare la formazione di una massa critica di consapevolezza che possa sanare la pericolosa spinta verso la negatività e la disgregazione. Scoprendoci creativi e condividendo i nostri tesori nascosti, potremo favorire quel nuovo Rinascimento che è oggi drammaticamente atteso sia dalla nostra anima che dall'intima ragione del Tutto.