L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

mercoledì 18 dicembre 2013

CATARSI E CREATIVITA'



 
Satvat - La leggenda dell'Unicorno - acquerello
La catarsi caotica è certamente utile nella fase iniziale del processo creativo, ma poi deve essere sublimata con un lavoro alchemico di trasformazione e di re-integrazione su un livello più organico e ispirato. Troppo spesso si scambia la catarsi per effettiva liberazione, anche nell’opera propriamente artistica, ma è una liberazione ingannevole ed affatto risolutrice, poiché è priva delle virtù risananti della comprensione e dell’ispirazione. In tutti i percorsi interiori per prima cosa si scende agli inferi, incontrando le fermentazioni oscure e spaventose che la coscienza ordinaria si impegna ad ignorare. Contattando i contenuti inconsci si mette in moto un’attività di frizione che sviluppa molta energia, la quale può avere esiti contraddittori; infatti la forza che viene suscitata può essere sia distruttiva, se non si accompagna alla consapevolezza, che creativa, quando si è in grado di osservarla e liberarla. 

Infatti nel regno dell’Ombra si cade in confusione e reattività, oppure si può cogliere consciamente l’energia per trovarvi un’occasione evolutiva. Riuscendo a fronteggiare e a gestire tale lava energetica con un impegno cosciente, essa diviene una straordinaria forza propulsiva che rompe gli schemi, i quali costringono e condizionano l’energia vitale. Così ristabilito e connesso alla saggezza intuitiva dell’Artista Interiore, il flusso energetico trova il moto naturale che risana e si evolve in modo ascensionale. Questo è il percorso dantesco del viaggio interiore, dove si incontrano le dannazioni della psiche per verificarle e recuperare l’energia là imprigionata che, rimessa in movimento, può risalire sulla Via del paradiso. Ma non è affatto saggio mettere dimora tra i mostri dell’inconscio, i quali vanno riconosciuti, affrontati con consapevolezza e trascesi.


Quando l’Ombra non viene evitata ma è invitata a mostrarsi, l’energia bloccata torna disponibile ed è certamente gratificante e potenziante. Tale processo iniziale è l’opportunità di una reintegrazione di forze che consente di compiere il balzo al livello superiore; però si può restarne incantati, perché l’ego si sente fortificato e non ci si avvede che il veleno può essere una cura ma poi bisogna espellere le tossine, al fine di vibrare sull’alta frequenza della salute. La celebrazione del mostruoso che oggi intossica la cultura è in alcuni casi dovuta al desiderio di una liberazione senza la sufficiente comprensione, e reca il segno di un narcisismo che è incapace di guardare nello specchio dell’io per dissipare l’incantesimo e giungere a scorgere il Sé.
 

lunedì 9 dicembre 2013

ARTE E PERFEZIONE


Satvat - Dedicato a Kandinsky - scultura in argento con lapislazzuli e quarzi


 La perfezione dell’arte è un mito necessario che fa vibrare le corde dell’anima con il desiderio di realizzare l’armonia e che innamora della Via del Creativo, dove si trovano le prove necessarie a maturarsi. A mio parere, è un obbrobrio che oggi questo mito venga negato, distruggendo la potenzialità spiritualmente creativa, dato che, almeno per quanto riguarda l’arte, l’impulso tendente alla perfezione - certo non il perfezionismo - è la sfida necessaria ad evolvere. Tale mito non può essere compiutamente verificato, ma si deve tentare di avvicinarsi sempre, pur sapendo di non poterlo realizzare. E’ come cercare il punto da cui nasce l’arcobaleno, che è impossibile rintracciare; però la sfida a questa ricerca è irrinunciabile, dato che intraprendendola si trovano le prove e i sortilegi che danno la possibilità di fiorire. 

Da una simile comprensione è nata la leggenda che nel luogo dove scaturisce l’arcobaleno è sepolta una pentola colma d’oro. Incamminandosi fiduciosamente e con totalità nell’impresa, l’artista non troverà il tesoro dell’arcobaleno, ma potrà trasmutare in oro la propria ispirazione, donando autentico valore alla sua opera e a se stesso la consapevolezza spirituale. L’opera d’arte così formata non mostra perfezione ma è arricchita dalla maturazione del sentimento e dell’intuizione; conserva la giusta dose di imperfezione in un modo bilanciato ed organico che unisce sinergicamente gli opposti, e proprio questa è la sua straordinaria bellezza.

Formandosi alla scuola dell’arteterapia evolutiva, l’artista collabora vivamente con le forze del mito, che tendono le sue aspirazioni e il suo talento verso l’irraggiungibile per condurlo all’incoronazione del genio, che è l’innocenza. Tale innocenza è il premio e la chiave dell’arte, e per essere da lei trovati bisogna conoscere ogni sapore, saper recitare ogni sortilegio, aver completamente arso il cuore e tutto aver dimenticato per passare dall’esperienza alla compiutezza dell’essere. Seguendo con intensità e fiduciosamente la Via, l’artista giunge a comprendere realmente ciò che sta facendo e su quale frequenza vibra il suo lavoro; soprattutto si immedesima totalmente nel Creativo, che è il modo migliore di procedere. In tal modo può superare le impasse e a crescere interiormente, trasformando alchemicamente se stesso e il proprio lavoro.

sabato 7 dicembre 2013

Il significato del dono


Il periodo natalizio può essere l'occasione per riflettere sul significato del dono. Si inizia ad addobbare gli abeti veri e finti che reclamano il loro tributo di pacchetti infiocchettati, e presto le strade saranno battute come territorio della caccia al regalo. Almeno nelle grandi città, ciò si traduce in uno stressogeno rituale di massa. In molti casi ci si condiziona a dover regalare qualcosa, e non si va molto sul sottile, basta che costi poco e tolga l'impaccio. Ma un regalo così fatto contravviene al buonsenso e al senso del dono. Molto meglio un sorriso, un abbraccio, un semplice augurio dal cuore.

Donare qualcosa ha significato se proviene dal cuore, se l'oggetto che viene porto è il segno di un moto interiore e di una condivisione. Ci si volge all'altro desiderando trasmettere un pò della propria anima, quindi si sceglie con partecipazione qualcosa, scelta con amorevole cura, che possa esprimere una risonanza; qualcosa che sia dedicata a quella persona speciale, pensando al suo piacere, e che insieme sia l'esternazione del sentimento di chi dona.

Trovo futili i regali utili che riflettono la banalità del quotidiano, perché il regalo, a mio avviso, dovrebbe segnalare un evento speciale. Niente di complicato, ad esempio qualcosa fatto con le proprie mani sarebbe perfetto per comunicare l'energia del dono. Oppure, sfuggendo alle ostentate vetrine replicanti del busisness natalizio, si trovano ispirazioni originali e uniche negli oggetti di artigianato, scegliendo qualcosa che mostri buon gusto e impegno di creazione. Così non è fatica e ci apre al gusto della scoperta; e non è vero che si vada a spendere di più. Così come, per comunicare la virtù del sentimento, possiamo volgerci al mondo dell'arte, dove gli artisti si impegnano a trasmettere magia. Un tale dono non sarà ignorato, dimenticato o riciclato a qualcun altro al Natale successivo, perché è autentico, ricco dell'energia del donare e partecipato, tanto da esaltare noi stessi e chi lo riceve.

lunedì 2 dicembre 2013

ARTETERAPIA EVOLUTIVA 4

Satvat - Le stazioni del cuore - acrilico su tela
Poiché si rende vicina al cuore vivificante del Creativo, con la comprensione filosofica ed energetica delle sue leggi, l’artetrapia evolutiva può essere molto utile anche agli artisti, i quali generalmente non trovano motivi di interesse nell’arteterapia comunemente intesa. Infatti di rado l’artista ritiene di utilizzare l’artisticità come mezzo per realizzare una guarigione o un maggior benessere. Il suo obiettivo primario è quello di immedesimarsi nel flusso della creazione per trovarsi pienamente investito dei poteri dell’arte. Se è un vero artista, vuole realizzare un’espressione magicamente sincronica alla vita che si mostri in un’opera stupefacente ed efficace. La qualità ispirata del suo operato è la testimonianza del suo successo.

Però, per giungere a questo, sono molte le prove che si trova ad affrontare: dubbi su se stesso e sulla propria capacità creativa, carenza di ispirazione, mancanza di spontaneità espressiva, incapacità di passare dal caos all’armonia, senso di impotenza o di frustrazione, attitudini bloccanti di disistima e comparazione, stanchezza, stress emotivo, aspettative di consenso e timore del giudizio. Tutto ciò fa parte del travaglio artistico, che non sempre ha un buon esito. 

Si potrebbe evitare molta di questa frustrazione  comprendendo la logica sottile dell’evento creativo, che dimostra come la mente esercitata dall’ego dell’autore sia fondamentalmente incapace di creare. Essa può replicare, organizzare, elaborare dati acquisiti in un nuovo insieme, ma non creare il nuovo. Perciò per essere corroborati dalla piena facoltà creativa è necessario distanziarsi dall’ego ed essere governati dall’ispirazione. In tal modo essere artisticamente creativi giunge facile e sorprendente, e si balza al di là delle molteplici trappole dell’ego.

sabato 30 novembre 2013

ARTETERAPIA EVOLUTIVA 3

Satvat - Universal web, basic istinct - acrilico su tela
L’anima tende con vitale energia al riconoscimento del Sé che è il Tutto. E’ questa la posta in gioco sulla Via dell’arte e, come intuirono i grandi artisti del Novecento, si tratta di un cammino spirituale. Ma bisogna saperlo, volerlo e praticarlo. Affrontando tale percorso, conta vivere l’esperienza creativa con totalità, sincerità e coraggio, poiché l’esperienza è la fucina dell’alchimia interiore. Tuttavia, come agli antichi alchimisti non bastava operare senza decifrare la filosofia occulta dell’Arte alchemica, si dovrebbe sapere cosa sta bollendo nella pentola della creazione artistica e riconoscere la natura delle forze agenti nel magma. Questo è il compito spirituale dell’arteterapia, che dovrebbe giungere a conoscere approfonditamente il fenomeno artistico e la filosofia del moto della creazione, così da poter aiutare le persone a riconoscersi mediante il lavoro creativo, dando loro il modo di maturare consapevolmente le pulsioni istintive che lì si materializzano.

 L’approccio psicanalitico che orienta l’arteterapia è però spesso più attento  alle caratteristiche essoteriche che possono applicarsi metodologicamente nella finalità di una cura, perciò manca di coltivare quella filosofia interiore, esoterica, che è invece necessaria per riconoscersi e procedere sulla Via creativa nel senso evolutivo. Per questo motivo gli interventi arteterapeutici risultano in larga parte episodici, limitati nella loro struttura e nella finalità, in definitiva prosaici. L’arteterapia viene sostanzialmente utilizzata a fronte di uno stato di disagio e in modo accessorio al trattamento psicologico, dove risulta particolarmente utile come strumento di diagnosi e di rilascio emozionale. In tal modo però non insegna ad approfondirsi, come potente Via di crescita personale, ma viene usata in modo banalmente strumentale. 

Chiaramente ogni attitudine di cura è preferibile a mantenere uno stato di disagio, ma l’arteterapia così intesa non basta a se stessa, trovando solo una funzione di supporto, ed ha necessariamente dei risultati e dei percorsi limitati. Nella creatività artistica la pratica di guarigione dovrebbe essere il prodotto in evoluzione di un processo di crescita personale, non la speranza di un risultato concluso con l’alleviarsi transitorio del disagio.