L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

martedì 29 novembre 2016

Vibrazione e creazione artistica

Ormai e' accertato anche dalla scienza che una forma o una linea disegnata producono determinate frequenze, come ha testimoniato l’utilizzo millenario di diagrammi magici, di simboli ermetici e alchimistici, di disegni rituali.  Ed è noto che i colori hanno delle frequenze specifiche. Proviamo quindi a riflettere sul fatto che un dipinto è una speciale composizione di colori, linee e forme. Esso è un fenomeno materialmente identificabile, in quanto è percepibile con i sensi, ma, per quanto abbiamo detto, risulta anche dotato di una natura vibrazionale e invisibile. Possiamo quindi considerare che il dipinto è essenzialmente una composizione di fattori creativi (colori, linee e forme) che è satura di vibrazioni. Ma dobbiamo significativamente valutare dell’altro.
 
Satvat - Arca della saggezza solare - acrilico su tela, 2016
La fisica quantistica ha dimostrato che il risultato di un esperimento non è prevedibilmente meccanico, bensì dipende anche dall’attitudine mentale di chi lo conduce. Il principio di Heisemberg definisce che un’energia può manifestarsi come onda e/o particella, cosa del tutto illogica, assecondando per giunta la convinzione dell’osservatore. Ed è chiaro che il pittore non concepisce il quadro in modo casuale, disponendo i vari elementi in modo automatico e non significativo come farebbe una macchina, ma lo fa  seguendo le proprie emozioni e, nei casi migliori, assecondando il sentimento e la virtù misteriosa dell’ispirazione. Ciò evidentemente comporta che gli elementi della creazione assumono delle valenze ulteriori e potenziate che non soltanto si assommano nell’insieme, ma sono vivamente dettate dall’attitudine animica dell’autore, come è confermato dal principio di Heisemberg.

Infatti, quello che fa l’artista non è la costruzione prosaica di un oggetto inerte, piuttosto è la creazione di un tessuto di frequenze che, quando queste sono elevate e armoniose,  partecipa la nascita di una vita nuova e brillante. E’ chiaro che il risultato può essere sia elevato che basso, armonico o disarmonico, ispirante o ottundente, e ciò evidenzia la responsabilità creativa dell’autore. Quando egli procede saggiando la visione interiore e approfondendo l’alchimia creativa, trova nell’ispirazione i nessi esoterici che producono l’armonia, tanto che basterebbe spostare di poco una linea, o cambiare una forma oppure un colore, per far precipitare il climax sia visibilmente estetico che sottilmente energetico dell’opera. Effettivamente, quello che è presente in un’opera d’arte può essere intuitivamente percepito, ma non può essere pienamente colto dai cinque sensi e codificato mentalmente.

mercoledì 23 novembre 2016

La verita' del cuore

Il cuore, fucina alchimistica della creazione.

La frase “segui il tuo cuore” è divenuta d’uso comune, e viene ripetuta con enfasi sentimentale nelle produzioni della cultura di massa (libri, film, eccetera) e nella pubblicità. Ma il sentimentalismo è una diminuzione corrotta del sentimento. Seguire il cuore ha la massima importanza, però nella sua autentica natura il cuore non ha alcuna implicazione mentale/emozionale; è piuttosto il crogiolo interiore da cui si sprigiona il fuoco spirituale che brucia le falsificazioni manifestando la verità creativa dell’Anima.



Nella sua natura essenziale, il cuore dell’essere umano convibra con le altissime frequenze della Forza Universale e nella Tradizione esoterica è considerato come la sede dell’Anima. Gli scienziati hanno studiato che il cuore può emettere delle frequenze cento volte più potenti di quelle cerebrali, e genera un campo elettromagnetico (potere di manifestazione) che è cinquecento volte più grande di quello cerebrale. Inoltre ha la facoltà di produrre l’ormone naturisticomitrale che attiva la ghiandola pineale. Chiaramente intendiamo l’accezione energetica e spirituale del cuore, certamente non quella fisiologica. Hui-neng, sesto patriarca dello Zen, ha scritto che «il cuore è tanto ampio e tanto grande come il vuoto spazio celeste[1]». Questo centro irradiante e cosciente comprende l’alto e il basso, il manifesto e l’immanifesto, il dentro e il fuori. Il cuore corrisponde al nucleo attivo e vivente della Madre Terra, e all’Amore formativo della Sorgente originaria, veicolato dalla Luce Debole. Il cuore ama, e l’amore annulla la distanza nel riconoscimento empatico dell’Uno. Come scrive Giuliana Conforto, «il “cuore” è il crogiolo alchemico dove può svanire il vecchio e apparire il nuovo stato in armonia e diretto contatto con l’intero Universo, il poco visibile e il tanto invisibile[2]».

Gli antichi precetti dell’arte estremo-orientale ribadivano che per creare con verità l’artista deve innanzitutto «placare il corpo-mente». Questo comporta l’acquietarsi del flusso caotico e dispersivo delle emozioni (cariche di magnetismo che ripropone gli schemi mentali), in modo che l’energia purificata si raccolga nel centro spirituale del cuore, il quale armonizza e riattiva l’espansione dell’intero sistema energetico. In tale processo, l’energia cosciente risvegliata passa dall’ottava dei chakra inferiori a quella dei chakra superiori. Infatti a quel punto essa risale nel canale ascensionale del chakra della gola, la cui funzione è generalmente sminuita sul piano orizzontale della comunicazione personale, attivando la creatività ispirata ed evolutiva.

Satvat



[1] Satvat S. Della Puppa – op.citata, 2009
[2] G. Conforto – Universo organico e l’utopia reale – Macro, 2005 pag. 24

mercoledì 9 novembre 2016

L'esperienza intuitiva

La sperimentazione esoterica della espressione creativa viene trascurata non solo dall’approccio psicanaltico, ma anche dai numerosi arteterapeuti che coltivano nei loro allievi solo una espressività istintiva, che viene erroneamente definita intuitiva. L’intuizione non è affatto così a buon mercato, poiché comporta una radicale trasformazione della coscienza. Non c’è nulla di automatico, fortuito, sentimentale o ingenuo nell’approccio realmente intuitivo. L’intuizione sorge dall’aver compiuto un processo alchimistico di evoluzione interiore che spalanca le porte della percezione, libera la genuina spontaneità e attiva potentemente la Guida interiore.
E’ questa Guida che porta alla scoperta dei nessi occulti, decifrando a livello esistenziale i messaggi simbolici che si manifestano nell’opera sorgendo spontaneamente dal subconscio. Per compiere tale processo è necessario acquisire una reale conoscenza meditativa, mentre sono del tutto inefficaci le interpretazioni che la mente ingegna con informazioni prese a prestito.
Ciò significa che il viandante creativo non si trastulla operando superficialmente o intrattenendosi con proiezioni spiritualiste, bensì, come vero alchimista, utilizza le operazioni dell’arte per acquisire conoscenze utili a scendere nelle viscere della interiorità animica sino a trovare la “pietra occulta” della rivelazione.
Satvat