L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

mercoledì 16 novembre 2011

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?


Si resta esterrefatti quando si osserva la povertà essenziale della cultura contemporanea. Ancor più quando ci si confronta con persone sensibili che si sono elevate dalle pastoie della mente di massa, per cui ci si aspetterebbe da loro una capacità di indagine che sia rispondente ad una comprensione effettiva ed originale della realtà. Anche quando mi trovo a dialogare con quelli che dovrebbero essere gli "addetti ai lavori" – intellettuali, artisti, insegnanti – ho spesso questa impressione di sconfortante mancanza, di perdita di direzione e significato. Non sappiamo più collocare noi stessi e il nostro agire, sembrando che ci siamo spersi in un limbo in cui ogni cosa viene passivamente accettata, in realtà subita, senza essere più in grado di esercitare la benché minima capacità critica, nel senso buono della parola. Intendo l'attitudine critica per riconoscere ciò che ci fa bene da ciò che invece ci danneggia, e che sa distinguere il vero dal falso, o l'effettivo dalla demagogia imperante del "come se". 

Satva - In cammino verso l'alba, acrilico su tela
 Ci si accomoda nel "niente va bene", rinunciando alla proposizione creativa che può scaturire dalle spinte interiori e salutari dell'anima. Si continua così a dare la propria adesione alle accanite menzogne, legittimate solo dalla ripetizione mediatica, sapendone nell'intimo la falsità a cui non ci si oppone, per indolenza più ancora che per convenienza; in ogni campo: nella politica e nella finanza, così come nell'arte e nella disposizione generale alla vita. Non ci si ribella, non si azzarda di essere autentici e consapevoli del punto in cui siamo, sognando tutt'ora - nonostante la più cocente disillusione - che le risposte possano giungerci dalle alte torri del potere che sta soffocando la nostra vita. Si potrebbe riconoscere che ogni forma della cultura umana è scaturita da tre domande fondamentali, che oggi sono state rimosse: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? 

Satvat - Rinascita, scultura in argento
 L'investigazione appassionata di "chi siamo?" ci pone l'urgenza di trovare un profondo senso di identità e di realtà, che ci ponga in connessione con le risorse intuitive e creative della nostra anima. Quando ci lasciamo espropriare di questa domanda essenziale, dimentichiamo il soggetto intorno al quale si dovrebbe sviluppare la nostra esperienza esistenziale, accettando lo status quo di un sistema massificato senza capire che siamo noi i creatori della nostra realtà. Allora veniamo estraniati da noi stessi, assumiamo passivamente la finzione del "come se" e viviamo emozioni e pensieri indotti, perpetrando schemi distruttivi. In tal modo la società non è il frutto di una cooperazione tra individui per il bene comune, ma una gabbia che ci imprigiona assecondando un volere verticistico che ci riduce a "cose" senz'anima, atte a produrre e a consumare. L'arte diventa mercato e moda, non più un veicolo potente dell'anima; non si è neppure in grado di sapere cosa sia l'arte, perché ogni riferimento animico è stato annullato. 
Comprendere "da dove veniamo?" ci inserisce nel vasto panorama dell'evoluzione umana, aiutandoci a trovare i nessi che chiariscono il punto in cui ci troviamo. A questo proposito, ricco di implicazioni, dirò solo che trovo sconfortante che la riflessione sulla storia dell'arte si mostri tanto incapace di legare organicamente le varie espressioni artistiche che si sono sviluppate nel tempo, le quali, se si riflette nell'anima, rivelano invece un chiarificante percorso di evoluzione intuitiva e creatrice, come ho descritto nel mio libro IL TAO DELLA PITTURA. 
Trascurando "chi siamo?" si perde il senso introspettivo di "da dove veniamo?," così tutto appare casuale, episodico, epidermicamente estetico (o reattivamente non-estetico) e ogni cosa viene fallacemente giustificata in una esteriorità privata del senso intrinseco. L'implosione non-creativa di "chi siamo?" ci impedisce la necessaria veggenza di "dove andiamo?" gettandoci in una crisi epocale che siamo effettivamente incapaci di gestire e superare. 
L'unica possibilità di salvezza? Tornare a noi stessi ri-animandoci: solo da questo potranno sgorgare una nuova dignità, delle nuove scelte, una nuova cooperazione, una nuova creatività, un nuovo benessere, una nuova arte a misura di un uomo nuovo, atta a rivelare e condividere le ispirazioni preziose della guida interiore.

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