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Satvat - Ribellione spirituale - acrilico su tela 2011 |
L'individuo
che si impegna ad essere consapevole è inevitabilmente sottosopra
rispetto alla massa, la quale subisce la gravitazione dolente della
mancanza di creatività e della rassegnazione all'assenza di amore. Infatti egli non si lascia passivamente opprimere dai meccanismi psicologici ed
esistenziali di un sistema malato che proprio dalla massa incosciente
trae vitalità e sostegno. Un tale ribelle è autentico e spontaneo,
non reattivo, e trae energia dalla Sorgente; avendo fiducia nella
Vita e nella verità essenziale della propria presenza, non teme di
essere controcorrente perché sa che effettivamente sta seguendo il
flusso sacro dell'Esistenza quanto del proprio destino. In ogni
momento si affranca dal peso inutile del passato disponendosi al
nuovo, con la leggerezza ineffabile della naturale rispondenza; esce
dal solco pietrificato e sterile della mente di massa, così può spargere semi
che attecchiscono per fioriture sorprendenti. Paga per questo un
prezzo a volte evidente eppure irrisorio, dato che rispettando ed
accettando il proprio destino può scoprire e condividere le sue
ricchezze; questo è più che abbastanza, anche perché egli sa dare
il giusto valore alle cose e non si affanna seguendo l'inganno dei
desideri indotti.
Per esprimere tutto questo ho dipinto un Buddha
sottosopra rispetto ad una serie di volti picassiani, le cui fattezze
sghimbesce mostrano un'evidente schizofrenia. La figura è rilassata,
centrata nella meditazione, e la sua veste si avviluppa circolarmente nell'azzurro
come i petali di una rosa. Le sue radici sono in cielo, come l'Albero
Cosmico della mitologia nordica, ma forse sarebbe meglio dire che il
Buddha poggia nell'intima realtà di se stesso, in cui si esprime la
Verità di ciò che è. Il quadro può essere appeso anche nell'altro
senso, mostrando chi è realmente sottosopra.
Ho intenzionalmente citato Picasso, il quale è
stato certamente un grande rivoluzionario dell'Arte Moderna, ma non
un ribelle nel senso che ho sopra descritto. La differenza è enorme,
tanto che l'artista ha agito spronando il proprio io contro il
limite, procurando un gigantismo distorcente che ha afflitto lui
e la sua opera. La sua arte geniale è stata soprattutto –
come Picasso stesso ha affermato – un'arte-contro, ossia si è motivata
reagendo risolutamente agli schemi; questa attitudine, a mio parere, non può esprimere il
valore essenziale che invece può sprigionarsi da una libera e
consapevole meditazione artistica, che spontaneamente muove per propria forza vitale dall'interiore.
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