L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

lunedì 16 luglio 2012

La psicopatologia della funzione

Satvat - Estasi di Luna - acrilico su tela

Oggi il compito primario di ogni essere umano è quello di ricordare la virtù dell’Ispirazione. Senza Ispirazione siamo ridotti a pupazzi di carne animati da desideri automatici e compulsivi, schiacciati in un meccanismo di causa e effetto senza possibile libertà. Eppure ormai nessuna parola risulta più strana, incomprensibile, dato che è confusa nella nebbia prodotta dalla dimenticanza di noi stessi. Se dico ISPIRAZIONE, qual è la reazione automatica? Disorientamento, sfiducia, addirittura il sospetto di qualche raggiro misticheggiante. Abbiamo scavato tanto profonda la trincea per difenderci dalla vita, prendendo volentieri i materiali dell’esteriorità per costruirne i muri, da esserci totalmente estraniati nell’incantamento plastificato della funzione, unico "valore" riconosciuto.

Se l’Ispirazione sgorga da dentro, come esaltazione nel presente che dilata l’anima individuale in osmosi con la grandiosità universale e creativa, la funzione è invece schiava dell’imposizione esteriore che tende al futuro, una sciocca manipolazione che ci espropria di tutto ciò che è reale. Anche il corpo è vissuto come funzione, non come mistero vivente, e soprattutto si sviluppano le funzioni della mente; da ciò viene l’ossessione per la tecnologia e per il denaro, cose massimamente funzionali, rimanendo ben poco altro; il senso esistenziale e profondo della nostra presenza è completamente assente. Vi invito a chiedervi che cosa è e che spazio ha nella vostra vita, ciò che è libero dalla funzione. Da cosa vi lasciate profondamente toccare, attrarre senza scopo alcuno, ispirare?

Ogni civiltà del passato ha pregato – in modi più o meno maturi, certo incorrendo in abbagli – l’Ispirazione: volgendosi agli Dei, al mito, all’arte, ai sogni, ala Natura. Non è spaventoso che noi adoriamo solo la funzione? Stiamo facendo della nostra vita un campo sterile, psichicamente infettato dalla funzione, agitato per piccolezze che attendono risposte preconfezionate e soddisfazioni meccaniche; tanto siamo ossessionati da giochi politici e profitti. C’è ancora posto per l’impeto dell’anima, per il genio, per l’amore, per l’avventura, per l’utopia? Anche l’arte viene riconosciuta principalmente come funzione d’investimento finanziario. E molti sedicenti artisti seguono la funzione anziché l’Ispirazione, applicando metodologie imitative e collaudate per tentare il successo con ciò che vende, in base agli impulsi automatici, funzionali, di un pubblico sempre più massificato.

Ma proprio l’arte, originata dall’Ispirazione, è puramente libera dalla funzione. Forse mai come oggi il compito degli artisti – quelli veri – è eroico e ingrato: vendono specchi nel paese dei ciechi. Tuttavia rifiutano coraggiosamente la funzione per essere autentici e ribelli, rispondendo all’autenticità del Sé e all’Ispirazione. Vivendosi come laboratori dell’alchimia creativa, mostrano la Via all’Anima, con l’arresa fiducia di poter risvegliare l’Artista Interiore che è presente in ogni essere umano; perché, davvero, nella prigione della funzione, ossia senz’Anima, non c’è alcuna speranza.

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