L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

venerdì 24 ottobre 2014

Poesia d'acqua




Da molti anni Liu Xiaobo è imprigionato e tenuto in completo isolamento dal governo cinese. Noto intellettuale, il suo unico crimine è quello di essersi schierato a favore dei diritti civili. Sua moglie, senza alcuna motivazione, è invece costretta alla totale emarginazione e indigenza. A Liu Xiaobo viene persino negato il diritto di scrivere, e l’unica possibilità che egli può darsi è quella di intingere il dito nella ciotola dell’acqua da bere e tracciare poesie sulla pietra del pavimento della cella, godendone fino a che i caratteri non evaporano all’aria. L’Occidente gli ha riconosciuto un premio Nobel, sdegnosamente rifiutato dal governo cinese, e poi l’ha semplicemente dimenticato. Ma si sa che le preoccupazioni delle democrazie occidentali, riguardo alle violazioni dei diritti più elementari della persona, sollevano reazioni indignate, e spesso violente, solo quando ledono i loro interessi, o quando danno loro la scusa per impadronirsi, in un modo o nell’altro, di ricchezze come il petrolio e il gas. Davvero nessuno è disposto a sollevare problemi che possano determinare tensioni con il governo cinese, e così inficiare la scalata di quell’ambito mercato. Lo vediamo anche con il problema del Tibet e in mille altre occasioni. Per questo Liu Xiaobo e moltissimi altri dissidenti , certamente non solo in Cina, vengono ingiustamente perseguitati nel disinteresse generale.

Questo non dovrebbe mancare d’indignare al massimo grado ogni persona dotata di un minimo di cuore e buon senso, anche perché è una questione di interesse generale che pone i temi cruciali dei diritti umani, della libertà di pensiero e della cultura. Quello che, per il profitto di pochi, i governi occidentali sono disposti a ignorare, a non tutelare e a prevaricare al di fuori dei loro confini nazionali, equivale alle cose che, in modo più subdolo, essi sono pronti a far pagare anche ai loro stessi cittadini, e già lo fanno. Basta vedere il disastro ecologico e climatico, lo sperpero criminale delle risorse, l’espropriazione tecnologica dell’anima. Insomma, siamo tutti carne da macello, e ci si salva, per così dire, solo nella misura in cui si è ancora docili e adatti e al consumo delle merci imposte dal mercato globale.

Di fatto, ad esempio, in Occidente non abbiamo più una libera cultura, che non è necessario reprimere come fanno in Cina perché da noi basta ignorarla e non darle spazio. Anche in Italia, i veri creativi, non complici del sistema, sono ricattati economicamente e impossibilitati a lavorare, senza investimenti, tutele e spazi dove si renda possibile la condivisione. La voce del libero pensiero è soffocata dalla ghettizzazione e dall’indifferenza generale, intellettuali fasulli e complici popolano i talk show, sedicenti artisti tengono avvilenti esibizioni sul palcoscenico dell’art system. Spetta ad ogni essere umano cogliere la poesia d’acqua, tracciata con dedizione, cuore e verità, prima che essa evapori nei miasmi del progresso. In una rinnovata sensibilità, nutrita dalla partecipazione, vi è il solo germe della ribellione e del rinnovamento.

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