L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

domenica 20 dicembre 2009

Il potere della condivisione

Risfogliando il catalogo di una mostra che ha celebrato il sessantesimo anniversario del movimento artistico CoBrA, mi trovo a riflettere sulle deludenti prospettive del panorama contemporaneo. CoBrA ebbe una vita breve (dal 1948 al 1951) quanto intensa e folgorante; fondato da artisti olandesi, danesi e belgi, promosse una rete ad alto voltaggio di iniziative, serrati confronti e partecipazioni, che ha prepotentemete viaggiato annullando ogni confine culturale e geografico. A mio avviso, la forza di CoBrA è derivata più dalla capacità d'unione degli artisti che dal valore artistico delle loro opere, sul quale si potrebbe discutere. Comunque invidio quella possibile condivisione di passione, quel fuoco collettivo che è stato in grado di bruciare le sterpaglie dei canoni artistici.

Avendo io partecipato, soprattuttio negli anni '70 e '80, ad un periodo rivoluzionario (socialmente quanto artisticamente e spiritualmente) posso sentire ancora in bocca il ricordo di quel gusto: il fervore che ritiene ogni cosa possibile, e la comunicazione che rimbalza da cuore a cuore, determinando un'istintiva coralità d'intenti. Sapore d'entusiasmo, di ricerca liberatoria, del sentirsi creativamente parte di un tutto in movimento. Sapore che è ormai divenuto amaro sulle labbra. Certo, anche allora non mancavano le spine, ma ora che diamo per scontata la sottomissione ad un potere tiranno che ci affossa nel consumismo e nell'espropriazione creativa, ora che l'arte è costruzione dei politicanti dell'arte e non più degli artisti, la rosa è definitivamente marcita.

Siamo sempre più imprigionati in un egocentrismo indotto che vuol renderci incapaci di ogni apertura di cuore, di ogni reale condivisione. Ognuno è richiuso nell'affanno insoddisfatto, nella difficoltà crudele di darsi e di ricevere, nella sovrana diffidenza. Ed anche gli artisti, ciascuno stitico, geloso, soffocato dall'io che lo rende tronfio ed impotente. Si condivide poco, forse perchè si è persa l'innocenza, e quindi l'ispirazione, per cui si ha ben poco da dire e lo si maschera con la presunzione.

Tuttavia continuo a credere nella creatività e nell'essere umano, in virtù del fatto che gli occhi continuano, a volte, a colmarsi di stupore, di fronte ad un quadro come ad un tramonto o ad un sorriso. La grazia si condivide naturalmente, poichè nasce dal Cuore Universale e va a cercare se stessa in ogni cuore, creando assonanze e quel sentire universale che ci rende partecipi. Comprendendo questo, dobbiamo restituirci la speranza e l'afflato collettivo che trasforma noi stessi ed il mondo intero.

1 commento:

  1. Forse è perchè è appena un anno che dipingo, non conosco il mondo artistico e soprattutto il mercato artistico, ma gli artisti che mi piacerebbe incontrare e le esperienze che mi piacerebbe vivere sono quelle che descrivi. Sto cercando un modo di essere artista e di vendere quadri che sia fuori dal "mercato", credo nella creatività, anche di chi compra i quadri, senza essere un intenditore o un investitore, ma semplicemente perchè gli piacciono o perchè comunicano qualcosa alla sua anima.
    Simona

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