L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

venerdì 15 aprile 2011

Deineka e Crepax

Aleksandr Deineka - La difesa di Pietrogrado, 1928

Prima di vedere la sua mostra attuale al Palazzo delle Esposizioni di Roma, non conoscevo la pittura di Aleksandr Deineka, maestro del realismo sovietico, ma conosco bene Guido Crepax - il creatore della mitica Valentina - e la sua pregevole opera nel fumetto italiano. Mi direte: che c'entra? Tuttavia c'è effettivamente una similitudine straordinaria. Il disegno di Crepax ricalca piuttosto fedelmente certi stilemi di Deineka, almeno della sua pittura degli anni '20 e '30. Non parlo certo di plagio bensì di un'affinità elettiva, anche del segno, che ha fatto rinascere nelle ambientazioni intellettuali degli anni '70 italiani ciò che Deineka aveva artisticamente tradotto dalle celebrazioni rivoluzionarie bolsceviche. Uno stile asciutto ma raffinato, sintetico quanto immaginativo; anche il taglio quasi cinematografico appare simile. Basta vedere alcuni quadri di Deineka come Prima della discesa in miniera (1925), o Stato maggiore dei bianchi; interrogatorio (1933), o Disoccupate a Berlino (1932) il quale, più di tutti, potrebbe essere confuso con le suggestive inchiostrature di Crepax. 

Il disegnatore italiano ha raccolto con passione quell'eredità espressiva fecondata dall'idealismo di sinistra; son certo che l'ha intensamente studiata sino a farla propria, e in tal modo ha creato qualcosa di nuovo, più moderno e radicalmente diverso. Nel radicalismo salottiero di Crepax l'enfasi populista non ha trovato spazio, e la similitudine ha divagato su sentieri intimamente diversi; infatti Crepax si è avventurato in prospettive oniriche e psicologicamente esoteriche, che il materialismo storico della cultura sovietica ha totalmente ignorato. Il fumetto crepaxiano ha sognato eversivamente ben oltre il realismo, cambiando le visioni figurali ed anche politiche, con quell'immaginazione al potere rivendicata dal movimento del '68. 

Disegno di Guido Crepax
Anche nell'esibizione centrale del corpo. Per il realismo sovietico la corporeità è pura celebrazione fisica, matericamente naturale, che sottintende una mente sana in senso più semplificativo che nell'antica concezione greca, decisamente non individualistica; Deineka ha osannato tale osservanza con schiere di ginnasti nudi e spensierati, mostrando un erotismo campestre ed affatto problematico. Crepax ha invece rivelato la vertigine psicologicamente erotica vissuta dal corpo, con le avventure conturbanti e quasi surrealiste delle sue eroine di carta; egli ha avuto il coraggio di scoperchiare il vaso di Pandora dell'anima, affrontando l'incertezza della mente individuale, la sua sfida ad elaborare la "visita interiora terrae" del processo d'individuazione.

 ALEKSANDR DEINEKA
Il maestro sovietico della modernità
PALAZZO delle ESPOSIZIONI - ROMA
19 Febbraio - 1 Maggio 2011

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