L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

domenica 7 agosto 2011

Il recupero creativo 3

Satvat - Fuori è dentro 2 - acrilico su tela

La prima cosa importante da fare consiste nel darsi delle occasioni di voluttuosa pigrizia in cui distaccarsi dalla frenetica routine quotidiana, per stare un po' con se stessi e dedicarsi a piacevoli facezie; in tale rilassamento l'artista-bambino prende confidenza di sé ed accumula le forze. Ma nel disporsi a far questo incontriamo già il primo no che ci imponiamo: siamo sempre terribilmente indaffarati, il dolce far niente sembra proprio improponibile, ingiustificato ed anche un po' colpevole. Ci sentiamo degni di rispetto solo se siamo occupati e produttivi, ed inoltre siamo abituati a sfuggirci; è strano: siamo stati talmente allontanati dalla nostra anima che spesso siamo più a disagio con noi stessi che con chiunque altro. Per questo il recupero inizia esattamente da qui.

L'interiorità è un territorio fertilissimo ed indicibilmente ricco di semi creativi che però restano allo stato latente, se non si procede a risvegliarli. Basterebbero il nostro amore ed una profonda fiducia, ma i nostri condizionamenti ci precludono una via tanto semplice e diretta; c'è quindi bisogno, almeno inizialmente, di intensificare la ricerca delle più opportune sollecitazioni: frequentare le mostre d'arte, scegliere con accortezza le nostre letture, i film e gli spettacoli da vedere, visitare luoghi ricchi di ispirazione; è particolarmente utile partecipare a qualche tipo di seminario creativo. Ci si dispone così ad imparare, ma l'apprendimento artistico, volgendosi all'anima, è radicalmente diverso da qualsiasi approccio scolastico, che assume ed elabora una mole di informazioni per determinare un sistema di conoscenze. Si tratta piuttosto di ricevere ispirazione per disfare i blocchi che impediscono all'artista-bambino di creare con gioia e naturalezza. Questo intendeva Picasso, dicendo che gli ci era voluta tutta la vita per imparare a disegnare come un bambino.

Abbiamo detto che gli artisti bloccati patiscono prevenzioni e gelosie verso chi si impegna a spezzare il circolo vizioso della mente-non-creativa; questo non solo li ostacola nella possibilità del loro stesso recupero creativo, ma rende in generale difficoltosa la condivisione dell'arte. Privati del supporto sociale, gli artisti in via di recupero incappano facilmente in una quantità di dubbi e malumori distruttivi riguardo a loro stessi ed al loro lavoro. Il modo infallibile per uscire da tale impasse è quello di mollare sempre più le identificazioni egotiche, comprendendo che la creatività non è un lavoro ordinario che attende un compenso (puntando alla fama o alla ricchezza), bensì è , come ha scritto J. Cameron: - il dono che la Natura (Dio) ci ha fatto. Usare la nostra creatività è il nostro dono a Dio (alla Natura) -. Con tale comprensione si viene raccolti da un enorme flusso di energia, che è quello della Vita stessa, il quale ci innalza oltre i nostri limiti, verificando anche - come abbiamo detto - degli aiuti impensati. Si può giustamente godere del successo, ma giunge più facilmente in modo inatteso, quando non manca ossessivamente poiché si sta godendo la pienezza della creazione.

Tratto dal nuovo libro di Satvat RIPRENDIAMOCI L'ANIMA! in corso di scrittura.

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