L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

lunedì 1 agosto 2011

Il recupero creativo 2

Satvat - Universal web, basic istinct

Invece gli artisti - tranne i pochi dei quali si rispetta più il successo che l'espressione dell'anima - vengono emarginati e bollati con le stesse prevenzioni con cui gli artisti bloccati giustificano il loro rifiuto a coinvolgersi artisticamente ed animicamente: si pensa che per voler essere artisti bisogna essere infantili, irresponsabili, illusi, egocentrici, perversi, inaffidabili, pazzi, sessualmente agitati, psicologicamente instabili, eccessivi, dipendenti da alcol e droghe, sregolati in ogni cosa, ammalati di solitudine, incapaci di combinare qualcosa di buono nella vita e di creare ricchezza. A ben guardare queste idee malsane e ridicole sono quelle che serrano pesantemente la soglia che si apre sull'anima; infatti il benpensante rinnega la propria anima poiché teme di incorrere nella follia e nell'ostracismo sociale. 

La cosa triste è che tanti artisti hanno accolto come proiezione dell'Ombra ciò che abbiamo descritto qui sopra, alimentando magari la gloria dell'arte ma incorrendo in vite miserabili; e molti altri vagolano con un piede di qua e uno di là della linea di demarcazione che separa la consuetudine borghese dal loro sogno di creatività, divenendo terribilmente frustrati ed incapaci. L'essere artista non dipende affatto dal successo che si riscuote, è piuttosto il coraggio e l'esultanza di seguire il proprio cuore, incontrando se stessi e muovendosi assecondando la necessità interiore. Solo per alcuni questa spinta è talmente forte da divenire un'essenziale scelta di vita, ma per ogni individuo il “recupero creativo” può essere una vera benedizione, un'integrazione che va a sostenere e ad illuminare ogni esistenza che si è scelto di vivere.

Non è mai troppo tardi per ascoltare il richiamo dell'anima-artista, che potrebbe condurre ad iscriversi ad una scuola di danza o di recitazione, o a prendere in mano i pennelli e i colori, o a lavorare la creta, o ad imparare a suonare uno strumento, o ad iniziare finalmente a scrivere il libro le cui parole abbiamo rimuginato per anni in ordine sparso. Questo volgersi a se stessi, decidendo di rispondere alla pressante domanda interiore che si è ignorata per tanto tempo, può donare la più alta soddisfazione. Tuttavia chi si desse il consenso di avviarsi su un percorso di “recupero artistico” si troverebbe inevitabilmente ad incappare in una copiosa serie di difficoltà, che rischierebbero di scoraggiarlo. 

Oltre ai fantasmi delle proiezioni mentali di cui già abbiamo parlato, una delle cose più difficili che l'aspirante artista deve affrontare è la vergogna: di esporsi, di rendersi vulnerabile, di non sentirsi all'altezza; tutto ciò è accompagnato da bruciori dell'anima che rinfocolano tutte le antiche vergogne che egli ha patito fin da quando era bambino, quando i parenti, gli insegnanti, e persino gli amici, avevano sminuito i sui fermenti creativi.

L'artista interiore è un aspetto importantissimo dell'anima, e come lei è simile a un bambino, perciò è suggestionabile e, seppure la sua natura sarebbe naturalmente espansiva, in fondo basta poco per indurlo a contrarsi; essenzialmente avrebbe bisogno di un'atmosfera amorevole per fluire e crescere, ma il confronto con l'esterno gli giunge sempre penosamente spinoso. L'artista bloccato che lavora al proprio recupero non può contare neppure sull'appoggio dei propri amici, se questi rimangono artisti bloccati privi dell'impulso al riscatto; in tal caso essi non possono che scoraggiarlo, con critiche e bocciature più o meno velate. 

Per poter andare avanti bisogna procedere responsabilmente e contando primariamente su se stessi e sulle proprie esigenze interiori, dando alla propria anima tutta l'amorevolezza, l'autostima e le giuste opportunità di esperienza che le sono necessarie. Intimamente sappiamo ciò di cui avremmo bisogno, però stentiamo a concedercelo, perciò siamo diventati esperti nel posporre: oggi non possiamo, ma domani, forse, troveremo il tempo. La verità è che il domani non viene mai, è sempre oggi, e se non diamo oggi il nutrimento necessario alla nostra anima continuiamo a farla languire. Come si vede, il recupero creativo è un intenso processo globale che interessa l'intima potenzialità evolutiva dell'individuo, che deve confrontarsi con tutti i no, le ferite ed i condizionamenti; perciò è tanto prezioso.

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