L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

domenica 18 novembre 2012

Lo Spirituale nell'Arte

Satvat - Festa al palazzo degli Immortali - acrilico su tela


Parlando dello Spirituale nell’Arte, come facciamo anche in questo blog, ci si trova spesso a dover chiarire il concetto, che non è affatto scontato. Kandinsky aveva dato una prima e significativa lettura di questo tema, che è stato appassionatamente discusso dai grandi artisti del secolo scorso; tuttavia, oggi, quando si presenta la valenza spirituale dell’Arte si viene facilmente fraintesi. Infatti frequentemente la cosa viene equivocata nel senso religioso, che è un indirizzo che ha poco o nulla a vedere con la realtà dell’ispirazione spirituale che l’Arte può  manifestare, a mio parere necessariamente. 

In realtà lo Spirituale sfugge ad ogni canonicità ideologica o religiosa, così come ad ogni rappresentazione stereotipata e ad ogni vestimento talare. Ad esempio, un dipinto che raffigura il Buddha, o il Cristo, o qualsiasi altro soggetto religioso, non ha necessariamente l’investitura dello Spirituale nell’Arte; infatti spesso è semplicemente un santino senza vitalità e ispirazione. Ed è anche vero che qualsiasi soggetto dell’Arte può essere battesimato da una rivelazione autenticamente spirituale, che elargisce benedizione e ispirazione. Lo Spirituale nell’Arte è un fenomeno esistenziale, non dottrinale, che consiste in una qualità d’ineffabile armonia, di grazia e di attivazione energetica, che trapela dall’opera coinvolgendo lo spettatore. Egli si rispecchia nell’opera e viene misteriosamente attratto su frequenze più elevate; non saprebbe spiegarlo, ma sperimenta un confortante senso di equilibrio, di bellezza, o anche una sollecitazione, a volte una sfida, ad affinare la percezione, condividendo intuitivamente l’alchimia profonda che si è attuata nell’opera. 

Questo accade in virtù dell’intenso processo di verifica creativa che ha attraversato l’artista, il quale ha allineato le proprie emozioni e l’immaginazione con il desiderio di raggiungere un intenso stato di armonia e bellezza. Per giungere a questo, egli deve saggiare i propri impulsi spontanei nel crogiolo dell’anima, sino a purificarli dalla brutalità inconscia; trasformando le materie dell’arte mediante un processo creativo che è volto all’evoluzione ispirata, egli infine realizza un simbolo pulsante che congiunge la Terra al Cielo. Questo è il compito dell’autentico artista, che per primo beneficia dell’ispirazione, ed è il motivo per cui il suo lavoro ha valore. E non ha importanza se innocentemente egli non conclama la natura spirituale del proprio lavoro, anche se credo che oggi sia necessario farlo per alimentare un nuovo e necessario Rinascimento; comunque, l’opera ispirata e matura mostra il senso esoterico del colore, delle onde di forma e del simbolo.  

 Da ciò si vede che lo Spirituale nell’Arte non ha nulla di teologico, bensì è semplicemente la verità profonda e matura che l’Arte deve essere in grado di manifestare, per potersi definire tale.

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