L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

mercoledì 18 maggio 2016

La prova del Genio


E’ in via di pubblicazione il mio nuovo libro LA PROVA DEL GENIO, della collana di narrativa Peradam, che presenta i racconti:

Il trillo del diavolo.

Dove il giovane Niccolò Paganini incontra un maestro luciferino che gli impartisce i segreti del potere creativo.

Il demone di Redon.

Dove il pittore Odilon Redon affronta la sua più conturbante visione, che gli rivela la verità essenziale della vita portandolo a fiorire nel colore.

Le rose del Paradiso Terrestre.

Dove l’aura profetica di William Blake contagia un umile fabbro iniziandolo ai segreti dell’amore, della visione e dell’arte.

Le corna di Mosè.

Dove Michelangelo culmina la prova iniziatica che gli viene impartita dalla sua più enigmatica scultura.



Se posso dire che sempre il Genio mi è compagno di giochi e maestro nell’esplorazione creativa, imponendo il suo sigillo sui miei scritti, certamente da questo libro avventuroso divampa con forza inusitata la sua fiamma sfolgorante. Ritengo infatti che LA PROVA DEL GENIO sia il mio libro più schiettamente esoterico, e chiamando direttamente in causa il Genio non poteva che essere così. Perciò la sua scrittura mi ha stupito, stregato, provato e illuminato oltre il dicibile, provocando sincronicità impensabili e autentiche magie. Cosa che certamente non mancherà di fare con i lettori. Ma devo avvertirli: è un libro terribile, terribilmente affascinante e intenso, non è affatto un passatempo. Ed è terribilmente vero, anche se è scaturito dall’immaginazione; per dirla con Blake, «questo è un mondo di immaginazione e di visione», perciò non c’è da stupirsi.

Già scrivendo il primo racconto (non sapevo ancora che ne sarebbe venuto un libro) l’intuizione dello scrittore mi ha fortemente sedotto e messo sui sentieri della magia. Seguendo il filo dell’ispirazione, stavo ricamando la storia di un giovane violinista e, insieme agli altri elementi narrativi, ho inventato che da bambino egli era incorso in un’esperienza di morte apparente. Ad un certo punto del racconto, ho pensato fortemente, senza poterne dubitare, che il protagonista fosse Niccolò Paganini, nonostante io non conoscessi affatto la vita del famoso violinista. Solo a lavoro ultimato, per non essere condizionato dai dati storici, mi sono doverosamente documentato sulla vita di Paganini e, insieme ad altre significative corrispondenze con il mio scritto, ho scoperto che l’artista fu realmente dichiarato morto all’età di sei anni e tornò in vita mentre lo stavano seppellendo. 

Tale incredibile corrispondenza non mi ha sconvolto più di tanto, dato che molte volte, nel corso dell’esplorazione creativa, sono incorso in mirabolanti sincronicità; e certamente lo stesso avviene a molti artisti, essendo l’arte un esercizio, più o meno conscio, di veggenza. Margherite Yourcenar, ad esempio, ha raccontato la sua esperienza su questo in “Giochi di specchi e fuochi fatui”[1]. Però devo dire che, nell’intera scrittura de LA PROVA DEL GENIO, lo straordinario ha condotto lo sviluppo narrativo, intessendo una serie di racconti misterici con i fili sapienti dell’intuizione. Il tutto grazie a delle guide importanti (Paganini, Redon, Blake e Michelangelo) che hanno rivelato i segreti della loro arte e della loro ricerca tramite gli influssi immaginifici del magico Peradam. Gli aspetti storici delle loro vicende, seppure interconnessi in modo credibile con la narrazione, risultano secondari rispetto al tracciato mitico che è volto ad evocare la virtù della rivelazione. Infatti, essendo condotti dal fuoco esoterico del Genio, l’arte e gli artisti superano il piano contingente e storico per mostrare qualcosa di universale e trascendente.




[1]  M. Youcenar, nel libro Il Tempo, grande scultore – Einaudi, 1985

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