L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 17 marzo 2011

Fratelli d'Italia?

Confesso di non avere un grande feeling patriottico, perché non credo nei confini nazionali, nelle forze armate, nelle dogane, né in ogni steccato che impedisce agli esseri umani di condividere con spontaneità e naturalezza. Ciò nonostante amo questo Paese ricco di bellezza, e questa gente che una volta, ben più di adesso, sapeva aprire il cuore e celebrare la vita. Un Paese dolce come le colline toscane, accogliente come il golfo di Napoli, svettante come le Dolomiti, saporito come la cucina siciliana, ricco d'ebbrezza corposa come il vino  nobile, sognante come le nebbie veneziane. Un Paese sorprendente, creativo, ridanciano,  fastoso più delle possibilità contingenti per la sua grandezza di sentimento. 

Mi si stringe il cuore a vedere quanti, soprattutto di quelli che sono stati eletti a prendersene cura, lo oltraggiano senza ritegno oltre ogni limite. E mi chiedo per quanto ancora potremo sopportare l'inganno, l'arroganza, la vergogna, la mancanza di speranza. Vorrei che nell'odierna festività riflettessimo un pò su questo, prendendo con noi stessi un appassionato impegno a volere e creare verità, bellezza, giustizia, condivisione, ricchezza reale, tutela della risorse che a noi tutti appartengono. Non una celebrazione di rito, polvere negli occhi della massa, ma un impegno personale e fermo affinché si generino impulsi nuovi e amorevoli; perché il collettivo è effettivamente un'interazione di intenti individuali profondamente sentiti. Non lasciamo il potere agli sciacalli, riprendiamolo nelle nostre mani riscoprendoci forti e capaci di decidere... ad esempio dicendo NO alla scellerata scelta del nucleare, intesa ad arricchire i potenti minacciando gravemente l'intera collettività.

In questo sito ci occupiamo di Arte, perciò vorrei sottolineare l'enorme importanza che ebbero gli artisti nella creazione dell'unità d'Italia. Furono i poeti e i pittori e gli artisti in genere a concepirne il sogno, prima ancora che fosse raccolto dalla Politica; diedero il loro cuore e la loro appassionata creatività, molti anche la loro vita, per la sua realizzazione. Potremmo vedere che le cose maturano e si realizzano dopo che si sono sognate, non tiepidamente ma con un sogno lucido, intriso di potere; non è la volontà della mente che le forma, ciò può essere solo tirannia. Si tratta pittosto di condividere un sentire, di assaporarlo e di vivificarlo in ogni modo, rendendolo risonante e condivisibile; allora può balzare di cuore in cuore originando un'onda inarrestabile. Questo è il senso dell'Arte, che si sprigiona da un bagliore dell'anima potendo appiccare la fiamma a mille altre anime. 

E' un peccato che gli artisti, in larga misura, abbiano rinunciato a sognare, fermandosi a trastullarsi con le loro proiezioni e i loro limiti. Un tale sentimento immaturo resta egoico e spinosamente mentale, incapace di spandersi con le correnti interiori della vita. Kandinsky, insieme a tanti altri validi artisti, aveva sognato il potere rigenerativo dell'Arte che avrebbe salvato l'uomo e la sua epoca, ma quella visione profetica venne travolta dall'incedere tragico della guerra. Eppure io credo sia insopprimibile, poiché ha  le sue profonde ragioni nell'uomo e nella storia. Per concepire creativamente ciò che oggi vogliamo essere e come vogliamo vivere, dobbiamo riprendere a coltivare quel sogno che può rivelarci a noi stessi sorgendo come forza benefica del cambiamento.

Nessun commento:

Posta un commento