L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 21 aprile 2011

Non tradizionalismo ma semplice buonsenso

Satvat - Buddha/Rebis - acrilico su tela, 2011

Sono conscio del fatto che, almeno per quanto riguarda l'Arte, potrei apparire tradizionalista. Nel senso che apprezzo le opere vere, create dall'artista con appassionato e sincero impegno, mentre ritengo irrisorio e noioso il pastume concettuale, ad esempio le sgangherate istallazioni che vanno tanto di moda. Credo infatti nell'artigianalità artistica che, tramite il gesto manuale, imprime nell'opera la viva ispirazione e l'energia che ha attraversato l'autore. Il processo dell'Arte è fortemente alchemico, ed è proprio mediante la partecipazione intuitiva dell'artista, nelle varie operazioni dell'opera, che può instaurarsi il processo evolutivo dell'idea. In tal modo l'autore si approfondisce nel mistero della creazione, testimoniando ed applicando un'ispirazione che man mano si rende meno personalistica e più universale. 

Solo questo può trasmettersi efficacemente allo spettatore e all'amante dell'Arte: una rilucenza spirituale che l'artista ha coltivato nel sacrario dell'interiorità quanto nell'imposizione del gesto che va a trasformare la materia. Il "concetto artistico", come arbitrio mentale, resta impotente e sterile, ben poca cosa rispetto al grande potere che il profondo mistero dell'ispirazione instilla nel cuore dell'artista. Egli si adopera a tradurlo in opera, verificandolo e sublimando i propri sentimenti privati nel crogiolo dell'alchimia operativa dell'Arte. La grande differenza è tra un'arte mentale e caricata artificiosamente, in cui l'autore riversa i propri limiti, e un'arte, la vera Arte, che invece scaturisce dal cuore e richiede all'artista di superare se stesso. Questo superamento di stato, come sa ogni vero artista, può avvenire unicamente con totalità e meditazione, maturando l'impulso creativo nell'operare sensitivamente con le materie. Trasformandole, seguendo la saggezza ancestrale dell'intuizione, l'artista assapora il "piacere dei saggi" e dispiega le ali dell'anima. 

È quel volo dell'anima, di cui si accende la vera opera d'arte, che si trasmette empaticamente allo spettatore. Tutto il resto è solo un triste inganno, un incantesimo mentale e sofferente che infesta abbondantemente l'arte attuale, che è sociopatica nel senso che può solo reiterare le ombre disperate della mente di massa. La vera rivoluzione dell'Arte consiste nel ritrovare le sue radici profonde e sempre attive.

2 commenti:

  1. Grazie di questo contributo , la mia anima si nutre e gioisce quando leggo e osservo le tue opere e parole.
    Mi trovi completamente d'accordo!
    spero un giorno di conoscerti vis a vis ...mi piacerebbe uno scambio di esperienze ...intanto condivido su facebook!
    con gioia e gratitudine Marina

    RispondiElimina
  2. grazie a te per la tua condivisione! la mia anima gioisce dell'empatia con cui l'Anima riconosce se stessa. mi piacerebbe molto incontrarti, e magari anche condividere qualche progetto. molte cose bollono in pentola... e credo che la miglior cosa che possiamo fare in questo momento, quello che è il compito delle anime volte alla creatività, sia favorire occasioni di scambio e di unione.

    RispondiElimina