L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

domenica 1 maggio 2011

La morte sorridente

Satvat - La morte sorridente - acrilico su tela, 2011

La morte che sorride è quella che non esiste. Nonostante le nostre visioni limitate e le nostre interpretazioni, la vita non giunge mai ad uno stop irrevocabile, ma è intimamente nutrita d'irrefrenabile trasformazione, su livelli più o meno densi. Ogni fine è un nuovo inizio, una superiore rigenerazione. 

La coscienza buddhica ride dell'idea della morte, perché è essa stessa l'ineffabile testimonianza del fluire metamorfico della vita; da tale alta consapevolezza può osservare con imperturbabilità e saggezza tanto l'apparente annichilimento discendente che la nuova sorgenza dell'energia vitale. Per evidenziare questo, ho ripreso fedelmente nel quadro le antiche raffigurazioni alchemiche della nigredo (il corvo) e della sublimazione (la colomba). Ho dipinto la testa di questo Buddha come un teschio, riferendomi al fatto che in Oriente il Maestro è visto anche come morte, dato che il suo insegnamento è volto a cessare l'illusione dell'ego che separa la coscienza dell'uomo dalla beatifica immersione nel Tutto. Tale lezione – puntualizzata dal particolare mudra della mano destra – è per il discepolo un intenso processo alchemico di solve e coagula che infine sboccia nella pura radianza spirituale. Per mostrare questo processo ho utilizzato i simboli della sacra Trimurti induista (tartaruga, teschio, loto). 

Per le misteriose sincronicità dell'arte e della vita, dopo che ho iniziato questo dipinto la malattia di mio padre si è repentinamente aggravata. Al capezzale della sua dipartita dal corpo, insieme al mio dolore di figlio, ho testimoniato l'immenso mistero della vita e della morte, il dramma insieme all'estasi della liberazione dai vincoli della forma. Dopo, quando ho ripreso i pennelli per ultimare questo quadro, l'ho fatto con la più grande commozione; dedico questo dipinto a mio padre, e a quanto mi ha insegnato sia con la sua vita che con la sua morte. È il mio modo di augurargli buon viaggio e una splendente vita nuova.

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