L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

martedì 16 ottobre 2012

Il dubbio dell'artista

Satvat - Gioia della non-scelta - olio su tela


Ogni artista attraversa la fase del dubbio sulla qualità del proprio lavoro. Si è messo alla prova nell’arte, unendo l’esprit volatile dell’ispirazione alla passione ed al proprio talento; ma, alla fine, come stabilire se l’opera ha davvero valore? Sino a che essa cresceva in lui con adesione amorevole, la gioia dell’avventura creativa era la miglior riprova del valore. Però, dopo il distacco dall’opera formata, si installa nella mente dell’artefice il giudice che la soppesa crudelmente con le titubanze dell’io. L’io è sempre insicuro, poiché è per sua natura diviso e lontano dall’autentico sentire, e in più è suscettibile al giudizio delle altre persone.

 Pollock reagì violentemente alla registrazione filmata del proprio operare, perché a quella osservazione meccanica ed esterna si attaccava il complesso delle sue personali insicurezze. Per rassicurarsi, spesso l’artista tenta di rafforzarsi nella costruzione dell’io artistico, cementandolo con la prosopopea della carriera. Ma in tal modo diviene imitativo del già fatto, incapace di creare davvero, così com’è accaduto a molti artisti che, una volta affermati, si sono limitati a replicare la cifra del loro successo. La gioia dell’arte fluisce sempre dall’innocenza, dall’essere puramente rispondenti al flusso creativo dimenticandosi dell’io che programma e desidera. Bréton disse che non poteva sbagliarsi, dato che non aveva stabilito prima che cosa voleva. 

In definitiva, l’artista resta in amore con la sua opera quando non impone la limitatezza del pensiero, ma resta intensamente vero e respons-abile (capace di risposta) nel processo dell’accadere. Allora sì, egli comprende con gratitudine la qualità spirituale del proprio lavoro.

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