L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

domenica 7 ottobre 2012

La scrittura dell'arte

Hieronymus Bosch - Il giardino delle delizie (particolare)


Scrivendo un nuovo articolo su Bosch (che proseguirà le mie esplorazioni artistiche sulla rivista Oltre Confine, dopo gli articoli su Van Gogh e Klee) mi sono soffermato sul  modo misterioso in cui mi trovo a parlare degli artisti. Quel che mi accade non è una visione dall’esterno, bensì un autentico sentimento dall’interno; dal fondo interno impersonale di me stesso, che ha una saggia risonanza con l’interiorità dalla quale l’artista ha, nel suo modo originale, vissuto e operato. Ciò ovviamente supera le mie cognizioni intellettuali, spalancandosi in un vasto campo intuitivo dove mi trovo magicamente a indossare la presenza creativa dell’artista su cui sto scrivendo, riconoscendola così intimamente. 

Potrei dire che, superando il limite asfittico dell’io, l’Artista Interiore, che è universalmente tutti gli artisti - ossia il fondamento spirituale che vitalizza ogni esperienza artistica - scrive facilmente e con saggezza di se stesso e di quanto ha vissuto nei panni di persone diverse, lungo il flusso temporale. In effetti, nella mia esperienza dello scrivere vi è un azzeramento del tempo, che resta estraneo all’intuizione, ed è per questo che può essere restituita intatta quella fragranza, senza il vincolo del sapere ma piuttosto con la fluida libertà del vissuto. Parlo di questo per mostrare come la profondità dell’Anima, in cui pesca ogni vero artista, abbia un unico centro di squisita testimonianza e presenza. 

In tali occasioni, scrivo come medium, ma certo non dando voce ai fantasmi decaduti di ciò che è stato; ciò che risuona è invece l’eterno presente, che è fluito nel tempo con passo di danza, mantenendo vitale la brillantezza delle mille esperienze creative. Forse così accade in virtù dell’amore che ha mosso le schiere degli artisti a creare con intensità sacrificale, consumando il fantoccio dell’io per far nascere un sogno preso dall’Oltrespazio, là dalla fornace primordiale dei segni e dei sentimenti  profondi che schiantano la porta del cuore per invitare il Mistero e la Vita. In questa missione impossibile, essi hanno tremato, confidato, esultato e patito, avendo ragione e torto, gloria e fallimento; perché per l’artista non importa davvero realizzare o conquistare, bensì trovare un tesoro da vivere, rendendolo manifesto. In ogni caso, al di là della storia, è ogni volta il battesimo di una esistenza preziosa.

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