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Hieronymus Bosch - Il giardino delle delizie (particolare) |
Scrivendo un nuovo articolo su Bosch (che proseguirà le mie
esplorazioni artistiche sulla rivista Oltre Confine, dopo gli articoli su Van
Gogh e Klee) mi sono soffermato sul modo
misterioso in cui mi trovo a parlare degli artisti. Quel che mi accade non è
una visione dall’esterno, bensì un autentico sentimento dall’interno; dal fondo
interno impersonale di me stesso, che ha una saggia risonanza con l’interiorità
dalla quale l’artista ha, nel suo modo originale, vissuto e operato. Ciò
ovviamente supera le mie cognizioni intellettuali, spalancandosi in un vasto
campo intuitivo dove mi trovo magicamente a indossare la presenza creativa
dell’artista su cui sto scrivendo, riconoscendola così intimamente.
Potrei dire
che, superando il limite asfittico dell’io, l’Artista Interiore, che è universalmente
tutti gli artisti - ossia il fondamento spirituale che vitalizza ogni
esperienza artistica - scrive facilmente e con saggezza di se stesso e di
quanto ha vissuto nei panni di persone diverse, lungo il flusso temporale. In
effetti, nella mia esperienza dello scrivere vi è un azzeramento del tempo, che
resta estraneo all’intuizione, ed è per questo che può essere restituita
intatta quella fragranza, senza il vincolo del sapere ma piuttosto con la
fluida libertà del vissuto. Parlo di questo per mostrare come la profondità
dell’Anima, in cui pesca ogni vero artista, abbia un unico centro di squisita
testimonianza e presenza.
In tali occasioni, scrivo come medium, ma certo non
dando voce ai fantasmi decaduti di ciò che è stato; ciò che risuona è invece
l’eterno presente, che è fluito nel tempo con passo di danza, mantenendo vitale
la brillantezza delle mille esperienze creative. Forse così accade in virtù
dell’amore che ha mosso le schiere degli artisti a creare con intensità
sacrificale, consumando il fantoccio dell’io per far nascere un sogno preso
dall’Oltrespazio, là dalla fornace primordiale dei segni e dei sentimenti profondi che schiantano la porta del cuore
per invitare il Mistero e la Vita. In questa missione impossibile, essi hanno
tremato, confidato, esultato e patito, avendo ragione e torto, gloria e
fallimento; perché per l’artista non importa davvero realizzare o conquistare,
bensì trovare un tesoro da vivere, rendendolo manifesto. In ogni caso, al di là
della storia, è ogni volta il battesimo di una esistenza preziosa.
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