L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

venerdì 22 novembre 2013

Percorsi di arteterapia evolutiva 1

Satvat - Il libero viandante - olio su tela


L’arteterapia ufficiale intende gestirsi in modo scientifico, come una qualsiasi disciplina medica, ma poiché riguarda l’espressione artistica, che per sua natura sfugge alla codificazione razionale, in tal modo il suo lavoro va a rilento quando non resta ingabbiato. La scienza procede con la verifica metodica, e un dato viene assunto solo quando è genericamente provato, ossia ripetutamente ottenuto da una mole di tentativi.  E’ un lavoro progressivo e lineare di acquisizione di dati, che da un dato dimostrato procede per tentativi al fine di elaborare e dimostrare un dato nuovo e più avanzato. Questo metodo può essere un bene per la scienza, ma non lo è per l’artisticità, che fluisce in modo analogico. L’espressione creativa non può essere misurata secondo la logica del minimo comun denominatore che accetta i dati omologati e procede con essi, poiché contempla la scintilla del genio. Seppure l’esperienza e il metodo sono significativi, in quanto delineano il campo in cui è possibile operare, va invitato l’elemento intuitivo che illumina e consente di vedere, dando un senso nuovo e imprevisto all’intero contesto.

L’arteterapeuta non può fare scoperte in modo metodico, anche se le cognizioni metodologiche hanno certamente la loro importanza nella pratica, ma realizza ciò che funziona mediante il talento intuitivo. Le mie più importanti scoperte nell’ambito dell’arteterapia evolutiva sono avvenute come un fulmine a ciel sereno, con un eureka ho trovato che all’improvviso mostra una verità la quale, ovviamente, deve essere precisamente dimostrata dalla sperimentazione. Potrei dire, per quella che è la mia esperienza, che il Sé attende il cuore aperto per scrivervi dei messaggi di saggezza, comunicandosi più nell’innocenza che alla mente irrigidita dalla supposta conoscenza.

2 commenti:

  1. Grazie, Satvat, per questa riflessione. La condivido appieno.
    "L’arteterapeuta non può fare scoperte in modo metodico". Sono d'accordo. Come è possibile, infatti, adoperare un metodo nella ricerca spirituale?
    Vorrei chiederti.
    Quando scrivi: "Le mie più importanti scoperte nell’ambito dell’arteterapia evolutiva sono avvenute come un fulmine a ciel sereno, con un eureka ho trovato che all’improvviso mostra una verità la quale, ovviamente, deve essere precisamente dimostrata dalla sperimentazione."
    Ecco, la verità cui accenni, quella che giunge all'intuizione, è sempre verificabile dalla sperimentazione?
    Grazie,

    Tristano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Tristano ti ringrazio per il tuo interessante commento. L'intuizione se è appropriata può essere verificata nella pratica, e credo sia necessario per renderla feconda come un seme che attecchisca nel terreno. Tuttavia non è un procedimento rigorosamente scientifico, anche se in parte lo è; la differenza è data da una fluidità dei risultati che non si mostrano in modo categorico bensì poetico. Voglio dire che il dato tratto dalla sperimentazione è chiaramente dimostrato ma con una ricchezza di variabili e di possibili sviluppi, in modo multidimensionale. Se per la scienza 2+2=4 in modo categorico, il frutto dell'intuizione dà sempre 4 ma, come dire, è un 4 aperto che prende vita e si sviluppa su più dimensioni pur restando fedele alla sua specificità. E' un pò come nella musica, con il discorso delle ottave: il sol resta sol anche se cambia la frequenza. Questo significa che l'intuizione va sperimentata, ed ogni volta che la si sperimenta la si riscopre in modo originale
      un abbraccio

      Elimina