L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 6 novembre 2014

L'alieno

   Riccardo si era sempre sentito diverso, inevitabilmente controcorrente nello svolgersi prevedibile del mondo umano, con i suoi corsi e ricorsi saldamente imbastiti alle solite e grossolane meschinerie. Infatti egli sapeva, fin da quando era bambino, le tantissime piccole e grandi incongruenze per cui non poteva identificarsi con l’umanità che vedeva agitarsi intorno a lui.  Di indole contemplativa e sensitiva, iniziando dalla tenera età aveva osservato con distacco e perplessità le evidenti contraddizioni degli uomini, che vedeva affannarsi per cose di scarso valore esistenziale; essi si mostravano incapaci di vivere il presente e di partecipare empaticamente, gli uni con gli altri, al mistero della vita. Mentre il ragazzino si lasciava rapire estasiato dal volo di un insetto, dalla colorata voluttà di un fiore, in generale dallo spettacolo sorprendente della natura, e insieme a questo da ogni baluginio argentato della propria immaginazione, gli adulti che pretendevano di guidarlo si mostravano impoveriti e pericolosamente autoritari. Essi esercitavano le loro credenze e i loro divieti in modo automatico e perentorio, senza mai sentire l’esigenza di verificare consapevolmente le motivazioni dei loro pensieri e delle loro azioni, creando in tal modo, evidentemente anche a loro stessi, inutili costrizioni e conflitti.


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