L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 1 aprile 2010

Il compito dell'artista

Oggi sembra assurdo parlare del compito dell'artista. Oggi che si è determinata un'arte di regime (dei critici, della finanza, della politica, della moda) che è totalmente sconnessa dal genio della cultura e dal corpo della società; oggi che si mostra che non ci sia più nulla di vitale da esprimere, ma solo artificio e implosiva provocazione; oggi che la vera trasgressione sarebbe tornare alla bellezza; oggi che parlare di forza espressiva dell'anima (tema portante dell'Arte Moderna)viene ridicolizzato esaltando invece l'imperativo effimero della mercificazione dell'arte; oggi che sembra non ci sia più nessuno a cui importi, tranne gli "ingenui" artisti che continuano a coltivare la visione, ed ovviamente tutti coloro che continuano a guadagnarci, magari sfruttando gli artisti. Sembra davvero una fola d'altri tempi, roba da sognatori "noiosi" come Kandinsky.

Eppure io credo che sia importante, addirittura necessario. Siamo fino al collo nella menzogna e nell'anti-creativo, si cerca di trasformarci in automi incapaci di pensare e di "sentire" autonomamente, in statistiche di consumo e in forzati della disperazione. In tale espropriazione dell'arte della vita (avete notato? mai più si parla di "qualità della vita"), l'arte può ritornare ad essere un contenuto importante, proprio perché può parlare all'anima, resuscitando una fierezza che sia capace di immaginare e di essere. Fallito il sogno del '68 di portare l'immaginazione al potere, credo che oggi si debba rifondare il sogno espressivo e creativamente vitale dell'individuo.

Se chiunque trovi in sè una piccola luce saprà condividerla, allora si avrà una grande luce, costituita dall'insieme delle mille fiammelle. Come ho scritto nel mio romanzo L'Arcobaleno del 2012, si deve formare una massa critica della coscienza, in modo da avviare una trasformazione radicale; ed è davvero una questione di vita o morte. Basta con il pessimismo, la diffidenza e la sfiducia con cui anche gli artisti continuano a tarparsi le ali, restando in improduttiva solitudine. Mi auspico una "guerriglia creativa", fondata sulla consapevolezza e l'amore, che parta da ogni individuo capace, trovando le occasioni e i mezzi per condividersi ed espandersi. Con la pura gioia di farlo dato che, anche se ci hanno condizionato al contrario, questa è la vera natura dell'essere umano.

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