L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

domenica 8 maggio 2011

L'artista come Rishi


"L'artista come rishi" è il tema di una interessante mostra attualmente in corso a Roma, in tre spazi espositivi di particolare rilevanza: il Museo Nazionale d'Arte Orientale, la Sala 1, e Bibliothé. Il rishi era il veggente dell'antica India dei Veda, la cui apertura al sacro trasmetteva puramente nel mondo il potere evocativo e formativo dello Spirituale. 
A mio parere, ogni vero artista è ineffabilmente un rishi, nel senso che accoglie una visione ben più espansa di quella comune; è interiormente pervaso dalle correnti impersonali dell'ispirazione e della creazione, e questo lo tiene nel qui e ora, libero testimone del fluire della Vita. Per questo è in grado di creare il nuovo, con l'innocenza del non-sapere che si affida totalmente alla saggezza dell'accadere. 

Credo che il tema di questa mostra sia fondamentale nella comprensione dell'autentico senso dell'Arte e dell'essere artista. Riflessione oggi quanto mai opportuna, in presenza della profonda crisi che sta investendo l'uomo contemporaneo, facendo sembrare vera la decadenza d'ogni senso. Con il crollo delle ideologie, della religiosità canonica e di ogni tradizionalismo, sembra che l'essere umano risieda in un deserto meccanicistico – deserto perché privo di anima – lui stesso ridotto a macchina atta a produrre e consumare. In tale vacuità manifesta del senso sociale, l'uomo si paralizza nel terrore, divenendo facile preda degli sciacalli. Ma il vuoto, che vediamo facilmente come minaccia, è potenzialmente colmo di Vita e di facoltà di creazione: a ben vedere da tale vuoto emerge il senso più maturo dell'individualità, insieme ad ogni veritiera realizzazione; ma per comprenderlo bisogna rinunciare ad ogni illusoria stampella. 

L'artista, per poter creare, deve trovarsi consapevolmente nel vuoto, che è - ancor più radicalmente - vuoto di sé; in tal modo riceve l'Ispirazione. Come diceva Gaudì, l'uomo non può creare ma è la Vita a farlo. Perciò l'artista, come rishi, può lasciarsi attraversare dal flusso e comunicare lo splendore che è occulto nella Vita stessa, traducendolo con afflato poetico. Così può essere esemplare di una freschezza, di un moto spontaneo dell'essere, che resta radicato nel mistero della trascendenza. 

Le opere esposte nella mostra L'artista come rishi hanno ovviamente segni ed esiti diversi, ma ognuna di esse esprime la meditazione di un artista che si è interrogato intimamente, cercando nell'anima un ponte che collega al sacro. Ciò è quello che dovrebbe fare ogni artista. Trovo in questo una perfetta assonanza con la spinta interiore che da sempre motiva il mio lavoro, e una particolare sincronicità con la nuova mostra che sto preparando: 10000 Buddha – Officina di Risveglio.

L'ARTISTA COME RISHI
dal 5 maggio al 7 giugno 2011

Palazzo Brancaccio - MNAO
Via Merulana, 248 Roma

Sala 1 - Complesso monumentale della Scala Santa
Piazza S. Giovanni, 10 Roma

Bibliothé Contemporary Art
Via Celsa 4-5 Roma

1 commento:

  1. Ciao! sono passata per un saluto e per comunicarti che c'è un premio per te! Leggi di cosa si tratta sul mio blog: http://arteamorefantasia.blogspot.com

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