L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

venerdì 3 giugno 2011

Buddha surrealista

Satvat - Buddha surrealista - acrilico su tela, 2011

In questo dipinto ho utilizzato varie citazioni di De Chirico, Dalì, Magritte e Chagall, per delineare un quadro fortemente simbolico. Sulla parete a destra, sotto un diagramma inconcludente, sta appeso un guanto che è simbolo della sostanziale impotenza del fare; il Buddha ha rifiutato l'idea del fare, per cui esibisce la grande mano di Fatima della benedizione spirituale. L'orologio soffice di Dalì mostra che il tempo non è più vincolante. In terra giace abbandonata una dechirichiana testa di manichino, e il volto – simbolo dell'io - del Buddha è occupato dalla mela d'oro delle Esperidi. Sulla sinistra c'è l'imponente palazzo dell'io, con le tre arcate che rappresentano il corpo, la mente e l'anima; sulla facciata si apre l'occhio vigile della ricerca, e due oblò da cui fuoriescono i raggi di un sole che sovrasta l'edificio penetrandolo anche internamente. In terra c'è un orecchio da cui esce un arcobaleno, e una piramide sormontata da una sfera (antico simbolo del samadhi). Nel cielo scendono delle gocce fecondanti (con una codina che richiama quella degli spermatozoi), mentre un pesce (elemento primigenio) ha messo le ali e giunge a mettere una chiave in una serratura sospesa a mezz'aria.

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