L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 16 giugno 2011

The Tree of Life


The Tree of Life (L'Albero della Vita), il nuovo film scritto e diretto da Terrence Malick, è un'opera straordinaria, che ho trovato perfettamente in sintonia con il mio sentire. Credo questo splendido film non sia di facile comprensione per chi vi si accosti razionalmente, ma è fluidamente accolto dall'intuizione, che empaticamente risuona con il suo carattere visionario e vivamente simbolico. In tal modo ogni immagine, ogni inquadratura, ogni momento del racconto, ed ogni dialogo, risultano intimamente motivati, coerenti e ricchi d'ispirazione. I

l film parla chiaramente della nostra vita, dei nostri conflitti causati dalla perdita dell'innocenza - che è simbolizzata dal figlio minore. L'uomo - come mostra nel film soprattutto la figura paterna - si è perso a causa del suo dramma del controllo, della sua ansia d'essere amato che viene riversata nel fare, nel volersi dimostrare efficiente e potente. In realtà è proprio tale attitudine erronea che sancisce l'effettiva impotenza dell'uomo, perché in tal modo egli si aliena dall'amore e dallo stupore innocente dell'attimo. Il femminile è invece colto nel suo aspetto intrinsecamente amorevole e creativo, capace di danzare e di essere vulnerabile: così è sincero e rispondente alle emozioni, tanto luminose che terribili. Il suo essere è naturalmente magico, poiché resta connesso al flusso misterioso della Vita. La donna è madre in un senso ben più che biologico, ed è la saggia iniziatrice ad un mondo nuovo; l'attuale mondo corrotto e bloccato nella crisi irrisolvibile deve rientrare nel suo grembo per potersi rigenerare, in un modo che necessariamente sarà radicalmente nuovo, discontinuo dal passato. 

Il messaggio di The Tree of Life è effettivamente l'annuncio della drammatica fine di un ciclo, del ciclo che stiamo esaurendo con le disillusioni dei nostri sogni onnipotenti e con gli effetti catastrofici dei nostri peccati. Ci si chiede incessantemente: in questo lutto – che è causato soprattutto dalla perdita dell'innocenza - dov'è la speranza? Ci si mostrano carrellate visionarie di galassie implodenti, vulcani eruttivi, maree terrificanti, tutte le forze scatenate degli elementi che ci urlano la nostra insolubile impotenza. Dinosauri moribondi, e condannati all'estinzione dall'impatto del meteorite, ci ammoniscono che anche noi siamo ad un punto di non ritorno, riverberando anche la profezia che grava sul 2012. Nel mio romanzo L'Arcobaleno del 2012 ho parlato essenzialmente di questo, e nella stessa chiave, dicendo che siamo sì ad una fine, ma anche all'inizio di una nuova speranza che ci riconduce alla nostra anima perduta, rappresentata dal risorgente potere femminile. 

Giungendo sino al germe primario della Vita, il film mostra le danze di amebe e di meduse, di cellule germinanti, di forme elementari prive di ogni arbitrio volontario, e per questo – come dice il Tao – invincibili. Infine: ama e stupisciti, perché soltanto questo ha senso; ritorna qui-e-ora e celebra il flusso misterioso della Vita in irrefrenabile espansione. Solo così la vita può essere degna d'essere vissuta, solo così possiamo rincontrare noi stessi e condividere creativamente con gli altri la bellezza dell'esistere.

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