L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

mercoledì 6 maggio 2015

Il furto agli autori

Ritengo sia il caso di denunciare un malcostume che danneggia gravemente gli autori. In Italia, che a vari livelli, ancorché istituzionali, si vanta di essere un paese dedito alla cultura, vi è di fatto il massimo menefreghismo per la cultura e per chi la produce. Se è noto, e ben poco importa, che il nostro patrimonio culturale è tenuto nella massima incuria, non è forse altrettanto palese che l'artista è sottoposto ad angherie irrisolvibili nell'attuale contesto legislativo. E' questo il caso degli scrittori che, avendo affidato i loro libri a degli editori, anche importanti e ritenuti credibili, vedono che i loro libri vengono venduti ma non percepiscono le pur minime royalties stabilite contrattualmente. E' chiaro che non si parla di grosse cifre, dato che all'autore vengono riconosciuti, da contratto, percentuali dal 5% al 10 % sulle vendite, a differenza di quanto accade negli altri Paesi (e questo dimostra l'italico disprezzo per la cultura), ma è vergognoso che neppure questo minimo riconoscimento all'autore venga pagato. Con la scusa della crisi, o senza alcuna spiegazione, alcuni degli editori ai quali ho affidato i miei libri, ad esempio Xenia, non comunicano nemmeno più i resoconti delle vendite, figurarsi se pagano i diritti d'autore sui libri che continuano a vendere. Confrontandomi con altri autori ho verificato che ciò è, purtroppo, largamente condiviso. Inutili le telefonate e le mail, a cui regolarmente evitano di rispondere, impossibili gli interventi legali dato che costerebbero tempo e denaro in modo insostenibile. Tale palese ingiustizia, più ancora che essere economica, è un furto operato a danno del talento e del lavoro dell'autore. Credo che le istituzioni dovrebbero tutelare gli autori in modo certo e accessibile, ma si sa che in Italia si tutela piuttosto chi ruba meglio.

Come autore e come individuo che ha appassionatamente operato per giungere a qualcosa che valesse realmente comunicare, lo trovo inaccettabile. Pertanto ho deciso di denunciarlo pubblicamente, chiarendo come sta funzionando la cosa, e di autopubblicare i miei libri come ho già iniziato a fare per quelli della Collana Peradam. Questo vuol essere un invito agli altri autori a fare altrettanto, giungendo a sviluppare un'editoria autogestita che sfugga alle grinfie di un sistema tutt'altro che pulito, sotto molti profili che non di rado influiscono sui contenuti.

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