L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

mercoledì 17 giugno 2009

IL LABIRINTO (INTERIORE)

SATVAT - L'ENIGMA DELLA SFINGE
acrilico su tela - 2007

Il nostro mondo è un labirinto che circonda il Divino.
Porta dopo porta, passaggio dopo passaggio,
ci si avvicina, ci si allontana,
si cerca il sorriso degli Dei.

Shan Sa


In tutte le culture, sin dall'età più remota, è presente il simbolo del labirinto. Esso ha adornato le pareti delle caverne pre-storiche, i manufatti dell'arte arcaica, i pavimenti delle cattedrali. Ad esempio, trovo profondamente significativa la storia di Teseo che, per salvare Arianna, affronta il Minotauro nel labirinto. Secondo me, Arianna è l'anima imprigionata nell'oscurità del labirinto psichico. Il Minotauro, umano ma con la testa di toro, rappresenta la grevità istintuale, causata dai vincoli terragni che si impongono alla consapevolezza. Arianna, in quanto anima, manifesta in sé il segreto dell'eternità dell'Essenza però, imprigionata com'è nei labirintici giri viziosi della mente, è impossibilitata ad autoriconoscersi. Teseo, il lume della coscienza intellettuale, non può illuminare la vastità imperscrutabile dello spazio interiore, tuttavia con la sua fiaccola può relativamente chiarire il tratto che si sta percorrendo, avendo anche la forza di affrontare le minacce oscurative della mente inconscia (Minotauro). Teseo può vincere la battaglia con il Minotauro, rettificando il principio cosciente, ma è Arianna che, allorché viene consapevolmente raggiunta, può dipanare il filo (simbolo del principio unitario) che segretamente ricuce insieme le vie sovrapposte ed ingannevoli della vita. Ripreso quel filo, la consapevolezza meditativa, non ci si può più ingannare. In generale, la suggestione del labirinto è la sfida a trovare la via per raggiungere il proprio centro, evitando ogni fuorviante dispersione. Conquistando il centro, simbolo del nocciolo essenziale, lo spazio cessa di essere ignoto ed ostile, poiché ci si scopre ineffabilmente a casa. Allora l'ombra, che ci disorientava da ogni anfratto del labirinto, si rivela come la presenza e le emozioni di un bambino sperduto (parte di noi stessi) a cui non abbiamo permesso di crescere. Per scarsità di autostima, per i mille condizionamenti, per paura. Se lo prendiamo per mano, possiamo ricondurlo a casa, nel nostro cuore; in questo modo non solo tale ombra, ma la nostra verità complessiva, può rifiorire al Sole della coscienza.



Satvat - DANZANDO LIBERAMENTE SUL LABIRINTO
acrilico su tela - 2009




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