L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

sabato 20 giugno 2009

MU-PAINTING E MEDITAZIONE


A Joshu un discepolo chiese:
Anche un cane ha la Natura di Buddha?
Joshu rispose: Mu!


Alcuni amici mi chiedono perchè ho chiamato il mio stile pittorico Mu-painting. Mu è un'espressione che ho ripreso dallo Zen, poichè nel linguaggio ordinario non ho trovato qualcosa che sia altrettanto efficace. In senso prosaico, potremmo intendere la parola giapponese Mu (corrispondente al Wu cinese, quello di wu-wei, non-azione) come una negazione, ma per lo Zen tale espressione equivale alla "negazione al di là della negazione". Effettivamente, lo Zen ha fatto della pura negazione (né si né no) un metodo di investigazione e di rivelazione. Buddha dice "neti, neti", né questo né quello, puntando dritto al Cuore Vuoto dell'Essenza. L'invito è a non farsi incantare dall'apparenza, da ciò che è transitorio e finito, bensì realizzare la consapevolezza di ciò che sempre E', il mistero esistenziale che infinitamente ci comprende. Ogni affermazione è parziale, quindi irreale dinnanzi alla Verità ineffabile del Tutto. Per questo lo Zen confida nella negazione, nel Mu. Mu indica ciò che non può essere spiegato, poiché è al di là del dualismo della mente, tuttavia è la Sorgente universale di ciò che è vero, beatifico e intimamente poetico. Questa immensa risorsa d'Amore è custodita come seme di pura rispondenza nel centro del nostro essere; se risvegliato, tale seme ci consente di fiorire nell'Unità che è ciò che realmente siamo, ma abbiamo dimenticato. La meditazione e l'arte danno il necessario nutrimento a quel seme. Quando l'artista scompare nella saggezza meditativa del non-fare, l'opera d'arte accade da sola dalla creatività del Tutto, naturalmente ricca di valori universali. Nel mio percorso esistenziale ed artistico, ad un certo punto ho capito che non ha senso proiettare sulla tela i propri sogni privati (a chi possono giovare?), e che l'artista deve saper meditativamente evocare l'intima forza della Vita. Solo questo ha un valore che può essere condiviso, divenendo una fonte preziosa di ispirazione. Questo hanno realizzato i pittori taoisti e quelli dello Zen, per cui si disse che "Zen e pittura sono la stessa cosa". Questo hanno cercato i fautori dell'Arte Moderna, pur non comprendendolo a fondo, fino a tradirlo. Questo è ciò che vedo liberarsi dai miei pennelli. Per giungere a tale espressione di verità, è necessario dire Mu; Mu all'io artistico, Mu alla presunzione della forma, Mu alla episodicità del racconto. Ciò che rimane, nella pittura è una danza estatica di forma e colore che sfugge alla mano del pittore, un'astrazione più "vera" di ogni immagine mentalmente riconoscibile, che liberamente si trasmette ad ogni cuore aperto. La parola Mu è stata usata dai Maestri Zen per provocare un'istantanea rivelazione. Similmente, la Mu-painting invita ad una contemplazione intuitiva e dinamica del flusso armonico dell'Energia Vitale.

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