L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 23 luglio 2009

Gli artisti che amo: OSHO





Vorrei iniziare questa serie monografica, dedicata agli artisti che più amo, parlando di Osho. Si potrebbe obiettare che Egli non è un artista, ma un Buddha. Osho è un Maestro di Realtà per la moltitudine dei Suoi discepoli, ed una straordinaria fonte d'ispirazione per le moltissime persone che, leggendo un Suo libro o praticando una delle meditazioni da Lui create, rimangono sedotte a raggiungere il centro del loro essere. Tuttavia, potrei ribattere che Egli ci ha lasciato anche una quantità di bellissimi dipinti, ma al di là di questo ritengo che chi non comprende Osho come il più raffinato artista, non ha avuto la fortuna di incontrarlo. Tutto in Lui era armonioso e profondamente estetico, la Sua stessa presenza creava energia e bellezza, diffondendola intorno con la naturalezza di un fiore profumato. Egli aveva una presenza di scena più intensa di quella del più grande attore, movenze perfettamente consapevoli, affascinanti ed evocative. La Sua voce era pura musica, i Suoi silenzi insondabili come le brume che precipitano i dipinti taoisti nel mistero. Si narra di un'antico pittore cinese che, dopo aver dipinto un quadro meraviglioso, prese per mano il suo discepolo e saltò nel quadro. Incamminandosi nel paesaggio tracciato dall'inchiostro, i due presto scomparvero nelle nebbie. E' proprio così che accade, ascoltando i discorsi di Osho. Alla Sua altitudine, si è la Sorgente stessa dell'Arte, essendo spontaneamente creativi, infinitamente più di chi crea qualche opera geniale. Perciò affermo che Osho è il più grande artista, Lui stesso Opera perfetta. Detto questo, torniamo ai Suoi dipinti. Su molti libri della Sua sterminata biblioteca, Egli ha tracciato dei magnifici disegni, e delle calligrafie fulminanti che rimangono come siglature artistiche del Buddha. Utilizzava semplicemente dei pennarelli, e mi sono sempre chiesto come riuscisse, con mezzi tanto esigui, ad ottenere risultati così brillanti. I Suoi disegni traspirano la fragranza intuitiva della non-mente. Cerchi soffusamente policromi si fondono in trasparenza, delineando varchi multidimensionali. Contemplandoli, l'anima si espande in una spazialità interiore, intima e totalmente aperta. Le firme si stagliano vigorose, con una virtualità calligrafica che rivela un senso segreto, al di là del dicibile. Sia come meditatore che come artista, sono fortemente impressionato, meravigliato, nutrito dai dipinti di Osho. Ma Egli è stato anche un clamoroso artista della barzelletta. Ricordo il mio primo viaggio a Pune, nel 1981, i satsang di quel periodo straordinario. Quando Osho, nel frammezzo del discorso, raccontava una barzelletta, e noi deflagravamo in risate, proprio allora Lui ci trapassava con uno sguardo laser dall'infinito abisso. Mentre l'effervescenza della risata librava l'anima, il Suo sguardo l'approfondiva al massimo grado. Che Arte magnifica! Poi, in un'altra fase, Osho prese a ridere con noi mentre raccontava le barzellette, travolgendoci con un'illuminante confidenza con la nostra buddhità. Quel Suo sorriso è senza dubbio l'opera d'Arte più stupefacente di cui io abbia mai goduto!



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