L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

domenica 26 luglio 2009

LA PITTURA DEL DREAMING

Chi smette di "sognare" è perduto.
Proverbio aborigeno

Sono affascinato dalla Pittura degli aborigeni australiani. Essa ha l'emanazione arcaica di un Mito indecifrabile che inconsapevolmente l'essere umano porta nelle proprie cellule: Sogno della Creazione e rito che costantemente ne rigenera il potere misterico. Riesco ad ascoltarne il battito segreto, che ricalca quello del mio cuore. Custodi del Sogno, gli aborigeni sanno declinarne i molti nomi, e le mille storie di un Tempo, quello degli Antenati creatori, che è al di là del tempo prosaico, ma che esotericamente lo accompagna e lo vivifica come linfa invisibile. E' questa una Pittura metafisica, fatta di miriadi di punti danzanti come il prana, l'energia vitale e spirituale. L'artista aborigeno, nel dipingere osserva il mondo dall'alto, da un oltrespazio che non solo contempla il piano terrestre, ma vi comprende anche le cause segrete. Tale visione verticalizzata trascende i riferimenti cardinali, perciò spesso i quadri non hanno un verso definitivo. L'opera si dipana con molteplici cerchi (simboli di pozze, di focolari, di luoghi magici da cui entrano o fuoriescono Spiriti; in generale, la forma circolare rappresenta il movimento esoterico della Vita), delineando linee ondulate e nuclei irradianti. In questo fitto tessuto di materia-spirito, che descrive i territori del dreaming, si aggirano gli animali totemici, i Progenitori mitici che trasfondono senso ed energia in ogni oggetto/essere creato, ricomponendo il kosmos universale. I corpi sono spesso decorati con un reticolato di sottili linee diagonali intrecciate a X (raark); a volte il pittore scandaglia la figura in modo radiografico, rivelandone la struttura interna. Oltre agli Antenati, il più potente dei quali è il Serpente Arcobaleno, vengono raffigurati diversi Spiriti della Natura, come i Mimi, esseri filiformi ed ingannevoli. Ma anche ogni sasso, ogni cespuglio, ogni pozza d'acqua, eccetera, ha un dreaming che può essere narrato e dipinto. Tutto ciò costituisce lo straordinario complesso simbolico di questa Pittura sacra, concepita in età remotissima per scopi cerimoniali. Prima dell'arrivo dell'uomo bianco (con tutta la distruzione che lo ha accompagnato) gli aborigeni dipingevano con pigmenti naturali su rocce e cortecce; poi hanno imparato ad usare tele e colori acrilici, laciando che le loro opere fossero commercializzate. Ma a volte mantengono segrete le storie del Tempo di Sogno che animano i dipinti, o le narrano incomplete, per non mancare di rispetto agli Antenati. Ormai molti artisti aborigeni si esprimono con linguaggi meno tradizionali e più occidentalizzati. Tuttavia alcuni rimangono fedeli alla Tradizione e vagabondi: lasciano ogni tanto qualche opera folgorante nelle mani dei galleristi, scomparendo improvvisamente nel walkabout, il pellegrinaggio inesausto nel desertico bush, lungo i "sentieri dei Canti". A mio parere, la Pittura aborigena tradizionale è più satura d'evocazioni ancestrali, ed è pregna di un'integrità spirituale non compromessa con mode o superficialità decorative.



Bibliografia:

Wally Caruana - Aborigenal Art - Thames and Hudson, 1996
Aborigena - catalogo mostra curato da Achille Bonito Oliva - Electa, 2001
Rachel Storm - Dreamtime - Logos, 2009

Nessun commento:

Posta un commento