L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

mercoledì 10 novembre 2010

L'Arte è un albero

Satvat - Albero della Vita Circolare
Possiamo immaginare che l'Arte sia simile ad un albero. Le sue radici affondano nel grembo terragno delle materie, traendo la pietra, il metallo, i pigmenti, ed ogni altra sostanza allo stato grezzo. Nelle mani dell'artista le materie vengono trasformate, con il calore della sua passione. Ma l'albero dell'Arte si radica soprattutto nei territori interni, psicologici e animici, dell'artista. In effetti la materia con cui egli si confronta fisicamente è un simbolo di ben più sottili materiali dell'anima, non affrontabili direttamente. Con la magia della riflessione, si manipolano sostanze che effettivamente sono simboli, i quali vengono esercitati per agganciare e muovere energie inesplicabili. L'agire dell'artista non è però reattivo alle materie, anche se può trarre occasioni dal modo in cui queste rispondono e si dispongono.

Potremmo dire che le radici dell'albero affondano non in modo casuale, ma seguendo un disegno segreto; e nello stesso tempo sono rabdomanti, empaticamente sensibili nel rintracciare zone oscure ma intimamente vitali. L'abbraccio radicale dell'albero alla terra, si approfondisce suscitando ciò che è pronto a risvegliarsi, seguendo un disegno archetipico dell'Arte e l'emozione che questo stesso provoca all'artista, al fine di poter essere realizzato. La radice ha un'intelligenza impersonale, che sa scovare e ponteggiare le energie latenti; è una lingua di fuoco che appicca l'incendio della Vita per trarlo in alto, lungo i canali della linfa, raffinando le sostanze dell'Arte e dell'esperienza soggettiva di grado in grado.

Lungo il tronco dell'albero ascende l'alchimia dell'Arte, un'energia sempre più fina che infiamma l'artista sino a che egli può sospingerla. Ma ad un certo punto gli vien tolta di mano, perché è naturalmente attratta da un magnete misterioso che incorona la sommità con il fogliame vibrante; in realtà quel fogliame era già lì, mistericamente, prima del tronco e della radice, ma necessitava dell'afflusso della linfa per rendersi visibile. Voglio dire: è per poter respirare il Cielo che l'albero è stato creato, con foglie che divengono fiori che compiono il miracolo del frutto. E volendo contemplare la cosa in somma profondità, si potrebbe dire che è il frutto che motiva il fiore che motiva il fogliame che motiva il tronco che motiva la radice. Questo è il grande segreto, certo non solo dell'Arte: è il frutto potenziale l'origine occulta di un processo che crea l'albero al fine di essere attualizzato. E allora? Addenta il frutto, sia se è immateriale nel mondo degli angeli, sia quando è maturato nel mondo degli uomini, e sii grato.

2 commenti:

  1. Ciao Satvat, è bellissimo quello che scrivi.
    I frutti che la Natura ci offre, quelli che non sono ancora pronti per questo mondo e quelli che vediamo ogni giorno, sono la nostra linfa vitale, l'energia sottile che nutre la nostra anima.
    Hai proprio ragione, bisogna essere grati e smetterla di lamentarsi. Grati per la vita che ci è stata donata, grati perché ogni giorno ci viene offerto uno splendido frutto da assaporare, se solo vogliamo scoprirlo con i nostri occhi interiori.

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  2. e sono grato a te per il tuo bellissimo commento!

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