L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

venerdì 8 maggio 2009

FUTURISMO PRESENTISMO







Umberto Boccioni - Visioni Simultanee - 1911






"FUTURISMO PRESENTISMO"
MOSTRA D'ARTE A ORVIETO (TR)
dal 16 al 30 GIUGNO 2009

In occasione del centenario del Futurismo, ho ideato il progetto di questa mostra, a cui hanno aderito numerosi valenti artisti del territorio orvietano. Riporto qui sotto le riflessioni che ho scritto per l'occasione.


All'inizio del '900 il Movimento Futurista accese la miccia di un radicale fermento innovativo. Lo fece con indomabile orgoglio virile: concentrando l'energia sino al punto critico in cui essa deflagra esplodendo; amplificando gli stimoli sensoriali tramite una percezione simultanea, capace d'elaborare sinergicamente differenti attività spazio-temporali; celebrando il dinamismo estremo, il tecnologismo avveniristico, il clamore, l'attrito, l'antigrazioso. Nell'Arte ha osannato i lampi vividi del colore ed una geometrizzazione proiettiva che ha saputo descrivere la multidimensionalità del panorama esistenziale, concependo forme guizzanti con cui ha narrato eroiche imprese d'uomini, di metropoli e di macchine rombanti. Si immaginava che, sotto tali colpi d'ariete, il mondo di allora, ritenuto decadente poichè stantio e convenzionale, non avrebbe potuto reggere; dalle sue macerie sarebbe sorta la "ricostruzione futurista dell'Universo". Un mondo totalmente nuovo, giovane e purificato dal vecchiume che, per ingannare le coscienze, si imbellettava con vuoto romanticismo. Osteggiando il "chiaro di luna", il Futurismo preferì il lume a gas e le folgori dell'elettricità, complici di visioni disincantate e tuttavia fantasmagoriche, poichè orientate alla vertigine del progresso. Ogni nuovo traguardo conquistato, ed ogni scoperta della Scienza, contribuivano a rafforzare il mito progressista, che trovava ragione nel fervente processio d'industrializzazione, il quale prometteva più lavoro e più benessere. Noi, che abbiamo tracannato il calice del progresso sino alla feccia, scoprendone infine l'amarezza, possiamo vedere come le profezie futuriste siano state tradite. Mentre il Futurismo incoronava l'individuo come libero creatore, la logica imperativa del profitto non ha rispettato nè l'individuo, nè i popoli, nè la Natura. Sul progresso ha regnato un Sistema che ci ha voluti massimamente passivi, docili produttori e consumatori obbedienti. Addormentandoci nel consumismo, abbiamo spento in noi la passione perciò, contemplando l'Arte Futurista, non possiamo che domandarci dove siano finiti quell'edonismo vitale e quella fierezza, ed il fervore innovativo, la sprezzatura, l'ottimismo. Nel centenario della nascita del Futurismo, oltre alla sentita celebrazione di quest'arte straordinaria, ci troviamo a riflettere su tutto questo. In tal senso hanno operato gli artisti che partecipano alla mostra FUTURISMO/PRESENTISMO as Orvieto, in questa terra umbra di cui furono figli alcuni dei grandi pittori futuristi, come Gerardo Dottori, Alberto Presenzini Mattioli, Alessandro Bruschetti, Leandra Angelucci Cominazzini, ed altri. Gli artisti presenti non si sono limitati ad un'operazione della memoria, bensì hanno riallacciato quel filo elettrico con cui i futuristi condussero tanto impeto propulsivo e tante scintille creative. Da ciò hanno tratto una profonda meditazione sul presente, resuscitando quell'entusiasmo ineffabilmente giovane che è vera virtù dell'animo umano. Oggi come allora, necessitiamo di una nuova visione del mondo, che possa riaccendere la speranza. Imparando dagli errori commessi, dobbiamo ricercare in noi stessi la sorgente primeva ed insopprimibile dell'energia vitale, trovando il coraggio e la determinazione per percorrere strade innovative. Tiranneggiando la Natura, ci siamo spersi ed abbiamo abdicato alla nostra identità autentica, rendendoci dolorosamente orfani. Se il Futurismo ci aveva ubriacati di velocità, facendoci sognare un meccanismo perfetto e sovrano, capace di alchemizzare al massimo grado la Natura, il Presente ci invita a meditare sulle nostre più intime risorse, per imparare che possiamo e dobbiamo integrarci creativamente con la Natura stessa.

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