L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

giovedì 24 maggio 2012

Antidoto

Satvat - Universal web: basic istinct
Qual'è il sintomo più gravoso che contraiamo dal vivere questo scorcio di tempo frantumato, macinato dalla tirannia globalizzata che stritola le nostre vite negando ogni autenticità, ogni dignità ed ogni giustizia? A mio parere è una forte nausea, e purtroppo l'uomo non creativo tenta di allontanarsi da ciò che lo disgusta solo divenendo insensibile. Comunque, quale che sia la vostra risposta, in ogni caso ne risulta uno stesso malessere che non si può sopportare senza troppi danni.

Questo avvelena la nostra anima e il nostro sangue, rendendoci depressi, timorosi, reattivi, poveri di energia e di fiducia. Così dimentichiamo come si vive davvero e come si ama, implodendo in sacche buie di non-essere dove inconsciamente si aspira al suicidio. Però così non si può stare, aggiogati a questa malattia invalidante; dobbiamo trovare l'antidoto a tutto il veleno che ci fanno trangugiare. Non siamo effettivamente privi di risorse, ma dobbiamo nutrirle recuperando capacità e autostima.

Perciò oggi più che mai vale quanto disse Ray Bradbury - riguardo alla scrittura - ossia che con la carenza dell'impegno creativo "quello che succederebbe è che il mondo vi raggiungerebbe e proverebbe a disgustarvi. Se voi non scriveste tutti i giorni, i veleni si accumulerebbero, e voi cominciereste a morire, o a fare pazzie, o entrambe le cose. Dovete essere ubriachi di scrittura, in modo che la realtà non possa distruggervi". Infatti ogni pratica creativa - in ogni espressione dell'arte - trasforma alchemicamente la psicologia dell'uomo, elevandolo da servo espropriato a creatore ricco d'ispirazione.

Si potrebbe obiettare che i veri problemi sono più prepotentemente pragmatici, però quando si è ammalati si deve prima di tutto guarire, recuperando così le energie senza le quali non si può affrontare responsabilmente alcun problema. E per quella che è la mia esperienza, la pratica della creatività è la miglior medicina.

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