L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

martedì 1 giugno 2010

La bellezza salverà il mondo



Satvat - L'Era dell'Acquario - bronzo,2010

Siamo attanagliati da una crisi d'enormi proporzioni, in cui i nostri errori minacciano di distruggerci. Però non dobbiamo perdere la fiducia in noi stessi e nell'Esistenza. Nell'ultimo numero dell'Osho Times ho letto una bellissima frase di Osho: “Puoi fare solo una cosa: abbellire questo universo sempre di più, renderlo talmente meraviglioso che l'Esistenza non potrebbe nemmeno lontanamente concepire di distruggerlo”.

Dostoevskij scrisse che la bellezza salverà il mondo. Proprio ieri degli amici americani venuti in galleria mi hanno vivamente ringraziato, riconoscendo nel mio lavoro quella positività creativa che può risollevare l'anima umana dalle tenebre dolenti in cui si è imprigionata. E' stato per me un incontro commuovente, che mi ha trovato in piena rispondenza empatica.

Schiacciati come siamo nell'appiattimento materialistico e nell'espropriazione dell'anima che ci aliena da noi stessi e dalle naturali risorse creative, dove possiamo trovare una salutare ispirazione e una veridica riflessione di ciò che essenzialmente siamo? Solo guardando all'interno, nella meditazione, e poggiando fuori lo sguardo possiamo trovare ispirazione nell'Arte. In realtà la vera Arte è un ponte che ci consente una conversione ispirata, una Via di bellezza e armonia spirituale per raggiungere percezioni dimenticate che ci appartengono e ci nobilitano. Deviati dal racconto menzognero del mondo, abbiamo dimenticato la delizia e la grazia, ma ecco che il lavoro di un artista, che ha dedicato se stesso al Creativo, ci fa da specchio aiutandoci a ritrovarci.

Se la meditazione è il culminare della solitudine, talmente spietata da vanificare ogni relazione per scoprire l'Assoluto, l'Arte è invece un'enfasi comunicativa, un trasporto spontaneo che magnifica e veicola le facoltà intuitivamente creative dell'uomo. Eppure tra le due non c'è separazione, almeno se parliamo di Arte ispirata; infatti in tal caso la creazione artistica si sprigiona dalla meditazione. L'artista è rapito, assente da se stesso e presente in una più vasta consapevolezza da cui riverbera un contenuto misterioso, che è interiore quanto esteriormente manifesto. Questa è l'irrinunciabile ricchezza dell'Arte, che non è mai a buon mercato giacché l'artista deve trascendere la propria limitatezza. Per questo, come puntualizzava l'antica Pittura cinese, “ci sono tanti pittori come le stelle nel cielo, ma pochi sono i veri artisti”. Ma ovviamente la società non può amare i veri artisti, dato che ha grandi investimenti nella banalità prosaica che addormenta le masse, mentre l'Arte è l'occasione di un risveglio.

Tuttavia abbiamo bisogno di un nuovo linguaggio per ricreare noi stessi e la nostra visione del mondo. Tranne quello dell'Arte ogni altro linguaggio è freddamente metodologico ed esterno all'uomo, perciò non può liberarci. Credo che la meditazione possa sanare l'essere umano dalla malattia dell'ego, e che effettivamente la bellezza (l'Arte) possa salvare il mondo, come aveva teorizzato anche Kandinsky. Questo è tanto più indispensabile nella crisi globale che stiamo attraversando; tuttavia non è affatto qualcosa di serio, piuttosto è una spontanea ed appassionata celebrazione di ciò che è; ma davvero, se intendiamo cambiare la rotta che ci sta portando al suicidio, non possiamo farne a meno.

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