L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

lunedì 14 giugno 2010

La scultura secondo me


Satvat - Cuore universale - gioiello scultura in argento oro e giada, 2010

Il sogno segreto di ogni materia è una tensione caotica che cerca armonia; così la materia dell'opera può assumere un significato che non è solo nell'idea del creatore, ma è anche un evento naturale, intimamente correlato alle qualità sostanziali quanto alle leggi della creazione. Per dirla con Gaudì, l'artista non crea arbitrariamente, ma collabora con l'impulso creativo della Natura. La Natura è fondamentalmente creativa; anche la sua azione dissipativa restituisce vita nuova. Partecipando a questo, lo scultore forgia nella materia un nuovo corpo espressivo, che per essere tale necessita tanto delle sue emozioni che di un'intima corrispondenza con il materiale stesso. E' noto che lo scultore intuisce nel blocco di pietra la scultura che attende d'emergere; egli si limita a togliere le parti inerti, liberandola.

Il modernismo si è illuso di poter realizzare l'assolutezza formale, ma nella vita tutto è relativo, e ciò rende possibile una vastissima gamma di possibilità relazionali, mediante le quali possiamo arricchire la nostra esperienza. Secondo me la scultura dev'essere una creatura satura d'umori, di variegate contraddizioni che hanno magicamente raggiunto una soluzione creativa; dev'essere un crogiolo in fusione che sappia saggiamente agitare le onde magmatiche del mutamento, in modo mai conclusivo per permetterci di “surfare” sull'onda alta dell'intuizione.

Per questo vado soprattutto a comporre frammenti, amando il caos sino a rintracciarvi una rivelazione di vita: perfettamente-imperfetta, pienamente formata ma suscettibile di contraddizione, in danzante equilibrio sulla cresta dell'onda. L'opera non dev'essere conchiusa in se stessa, come una cella chiusa in cui si è riposto un abbaglio concettuale. Dev'essere piuttosto un corpo che sia reso capace di dialogare con lo spazio, un'incastonatura aperta da cui riluca un intrinseco significato, che viene liberamente offerto senza pretesa di definizione. E, come ogni corpo vivente, è bene che la scultura si mantenga in qualche modo soggetta al cambiamento, ad esempio alla corrosione, all'ossidazione, ad un evento cinestetico. Tutto questo può ispirare, poiché resta saturo di vita, affatto plastificato bensì arcaico, dotato d'energia pulsante.

Ho alfine trovato che gli antichi maestri giapponesi avevano ragione quando meditarono l'estetica wabi sabi, che rende l'oggetto misterioso, brulicante di informazioni e sollecitazioni sensoriali, seducente in modo introverso e meditativo. In tal modo l'opera viene percepita come creazione intima, naturale e sorprendente, che è possibile sperimentare nel cuore sino a riconoscervi una verità dimenticata. Così intendo che siano le mie sculture e i miei gioielli.

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