L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

sabato 12 giugno 2010

Le ragioni della scultura


Satvat - Mulino lunare - argento brunito

La scultura non si proietta su uno schermo come la pittura, che ha una “funzione di specchio”, ma crea un corpo tridimensionale che occupa il proprio spazio. Questa forma d'arte testimonia, sin dai megaliti pre-storici che potremmo considerare come il primo esempio di scultura, un progetto formativo della realtà. Sin dagli albori, con la scultura l'uomo ha plasmato il mondo, creando le effigi durevoli della propria volontà e del proprio intendimento formativo.
Ciò inizialmente ha suggellato e modificato religiosamente le latenze della Natura, ad esempio con monumenti e manufatti scolpiti che avevano carattere magico/simbolico, passando poi al progetto di un sistema più grandioso, che identificava in Terra il potere divino per governare un Impero, ad esempio con i colossi egizi che ritraevano il Faraone-Dio. Il più grande condottiero dell'antica Cina ha voluto accompagnarsi nel tumulo funerario con uno sterminato esercito di terracotta, per conquistare forse anche il mondo dell'aldilà. Nell'epoca classica, la scultura ha immortalato gesta d'eroi e di atleti, insieme alla personificazione ideale della bellezza, popolando il mondo con schiere esemplari ed idealizzate; ed esemplari sono stati gli Archi di Trionfo, le steli istoriate, e le statue dei templi.

In epoca moderna, con l'incrinarsi dell'idealismo collettivo che aveva cementato l'idea organica ma soverchiante dello Stato, la scultura ha incarnato volontà più private, e gli eroismi di un'individualità che forzava per trovare la propria collocazione nel mondo. Per questo la scultura moderna si è resa dinamica, acuminata, gettata su linee impreviste di fuga prospettica, esplosivamente gloriosa; voleva segnare il mondo con gli artigli, lasciandovi un segno innovativo e saturo del dramma, ma anche del virile entusiasmo, del vivere. Una scultura di frontiera, quella moderna, impregnata di sfide, ma anche di richiami neoclassici per reinventare radici che si stentava a conservare.
Ormai anche questi fuochi sono spenti e l'essere umano è sempre più lontano da se stesso, per cui si rivela maggiormente incapace di definire, anche tramite la scultura, un qualche progetto formativo. Con uno sguardo disincantato, possiamo vedere in molta scultura contemporanea un'avvilente parodia che celebra l'artificio, ad esempio con i manga-pupazzi di Takashi Murakami.
L'uomo sta tentando di sfuggire alla responsabilità di creare se stesso e di progredire nella costruzione di un mondo nuovo, per cui implode nelle proprie meschinerie e vigliaccamente lascia implodere il proprio sistema di vita. In tale alienazione globale si affida unicamente alla tecnologia, una deificazione meccanica senza possibilità di saggezza ed amore, contaminando con tale attitudine anche l'Arte.
Per essere vitale ed efficace, la scultura ha necessità dell'anima che solo la passione e la meditazione dell'uomo possono insufflarvi; altrimenti rimangono solo mucchi di stracci, animali impagliati, collezioni di spazzatura, blocchi inerti, e teatrini privi della vivente magia dell'immaginazione creativa.

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