L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

mercoledì 30 giugno 2010

Siamo un popolo di artisti?

E' proverbiale che quello italiano sia un popolo di artisti. Basta guardarsi intorno, soprattutto le insegne dei negozi: l'arte della porchetta, l'arte del pane, l'arte del gelato, l'arte della pizza, l'arte della pasta all'uovo, e così via. Sembrerebbe che l'arte più riconosciuta sia quella che soddisfa il ventre. Ma no, poi c'è anche l'arte italiana che ci rende celebri nel mondo, quella della sartoria ideata dagli osannati stilisti che coltivano l'aristocrazia dell'apparire. Ma l'Arte vera, quella che è specchio dell'Anima e che ci consente di riflettere su noi stessi e sulle nostre ricchezze interiori? In quanto a questo ritengo che siamo il popolo che mostra minor sensibilità. Non conta che le grandi mostre siano ben frequentate: sono eventi mediatici che creano pubblicitariamente un loro pubblico, che resta impreparato e svogliato. Certo, è un momento difficile per l'Arte (insieme al resto) al livello internazionale, ma vorrei soprattutto riferirmi a quella rispondenza culturale, estetica ed intuitiva dell'individuo, che in Italia resta affatto coltivata mentre in altri Paesi continua ad avere una certa considerazione. Noi italiani siamo immersi nell'Arte del passato sino al collo, ma con gli occhi chiusi, e questo ci impedisce anche di apprezzare la ricchezza che l'Arte continua a produrre.

Si potrebbe guardare la politica artistica degli altri Paesi, per avere un'idea dell'attenzione che lì viene dedicata alla cultura, e delle risorse impiegate per questo. Ma si possono fare anche considerazioni più semplici ed immediate. Mi sono messo talvolta ad osservare le ambientazioni dei film e delle fiction televisive: mentre nelle produzioni estere, ad esempio americane, gli ambienti sono generalmente arricchiti con opere d'arte di buon livello, in quelle italiane imperano l'etnico (ugh!) e quadri orribili da supermercato. E se rifletto sulla mia personale esperienza, non credo sia un caso che la maggior parte delle mie opere vada all'estero, in particolare negli Stati Uniti, in Olanda e in Inghilterra. Non è nemmeno un caso che parlando con stranieri, anche molto giovani, facilmente riscontro una preparazione o almeno un interesse artistico che in Italia si stenta a trovare.

In altri Paesi l'Arte viene vista come una parte significativa della formazione individuale, anche al livello scolastico, e questo è molto importante perché mentre le altre materie riguardano l'esteriore, ogni forma d'Arte sollecita una maturazione interiore, un affinamento delle risorse creative, percettive e filosofiche dell'individuo. Nel marasma attuale, in nessun caso sono rose e fiori, ma un investimento dev'essere comunque fatto nell'Arte, per salvaguardare e nutrire l'anima dell'individuo e quindi del popolo, affinché non decada in una massa greve, insensibile e totalmente priva di gusto e cultura.

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